Nel 1941 Edith Stein, ormai divenuta carmelitana e rifugiatasi a Echt per sfuggire alle persecuzioni naziste, scrisse un articolo dedicato allo pseudo-Dionigi Areopagita. In tale testo, composto dunque nel periodo in cui ella si dedicava alla stesura del commento a Giovanni della Croce, la Scienza della Croce (Kreuzeswissenschaft), si riconosce una struttura portante che può essere definita, in prima approssimazione, una dialettica del mistero. Descrivendo infatti le Vie della conoscenza di Dio (questo il titolo del testo in questione, Wege der Gotteserkenntnis) l’autrice espone la dinamica secondo la quale quanto più cresce la familiarità con l’ambito del divino, contemporaneamente e corrispondentemente aumenta ciò che se ne ignora. Si tenterà allora i di cogliere gli elementi centrali di tale descrizione che può apparire paradossale e di mostrarne la coerenza e la rilevanza rispetto alle posizioni filosofiche e teologiche espresse da Stein in altre opere, nonché di metterne in luce la prossimità con la riflessione successiva di Emmanuel Levinas.
Prima e al di là di ogni intenzione. Teologia negativa ed eccedenza fenomenologica in Edith Stein e Emmanuel Levinas / Tommasi, FRANCESCO VALERIO. - In: ARCHIVIO DI FILOSOFIA. - ISSN 0004-0088. - 70:2002(2002), pp. 821-848.
Prima e al di là di ogni intenzione. Teologia negativa ed eccedenza fenomenologica in Edith Stein e Emmanuel Levinas
Francesco Valerio Tommasi
2002
Abstract
Nel 1941 Edith Stein, ormai divenuta carmelitana e rifugiatasi a Echt per sfuggire alle persecuzioni naziste, scrisse un articolo dedicato allo pseudo-Dionigi Areopagita. In tale testo, composto dunque nel periodo in cui ella si dedicava alla stesura del commento a Giovanni della Croce, la Scienza della Croce (Kreuzeswissenschaft), si riconosce una struttura portante che può essere definita, in prima approssimazione, una dialettica del mistero. Descrivendo infatti le Vie della conoscenza di Dio (questo il titolo del testo in questione, Wege der Gotteserkenntnis) l’autrice espone la dinamica secondo la quale quanto più cresce la familiarità con l’ambito del divino, contemporaneamente e corrispondentemente aumenta ciò che se ne ignora. Si tenterà allora i di cogliere gli elementi centrali di tale descrizione che può apparire paradossale e di mostrarne la coerenza e la rilevanza rispetto alle posizioni filosofiche e teologiche espresse da Stein in altre opere, nonché di metterne in luce la prossimità con la riflessione successiva di Emmanuel Levinas.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.