La crisi dello stato sociale insieme agli effetti della crisi economica iniziata nel 2007 hanno portato l’attenzione delle imprese e delle istituzioni sul tema del welfare aziendale quale possibile anello di unione tra la ricerca di nuovi modelli per la competitività delle imprese ed il processo di rimodellamento del welfare pubblico. Ciò nonostante, in Italia il fenomeno riguarda un numero ancora limitato di imprese, soprattutto di grandi dimensioni, sono prevalenti misure che ancora non soddisfano pienamente ed efficacemente i nuovi bisogni sociali e non ancora si è avuto un adeguato sviluppo di modelli in grado di coinvolgere il territorio per la creazione di reti di servizi che possano inserirsi a pienamente in un sistema di c.d. “secondo welfare”, vale a dire un campo in cui i diversi attori, fondazioni, associazioni, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, imprese, etc., utilizzano risorse private per sviluppare servizi in grado di sostenere ed integrare il welfare pubblico sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Uno dei sistemi per congiungere tali aspetti e contribuire allo sviluppo del welfare aziendale si ritine sia l’aggregazione tra aziende in rete. L’obiettivo del presente lavoro è quello di chiarire le criticità e i vincoli, nonché il potenziale, delle reti sorte per generare servizi di welfare comuni tra le aziende aderenti e stabilire se concretamente quello della rete possa essere uno strumento in grado di sviluppare il welfare aziendale a livello territoriale in modo che possa essere utilizzato anche dalle piccole e medie imprese. La ricerca è stata svolta attraverso la metodologia dello “studio di caso” e ha visto il coinvolgimento di importanti realtà italiane. I risultati ci fanno vedere che le reti costituite per la creazione di misure di welfare comuni possono avvicinare le PMI al tema del welfare aziendale e possono rappresentare un possibile campo di sperimentazione sul territorio per la produzione di nuovi servizi in grado di rispondere a nuovi bisogni. Comunque, per agevolare tali processi occorre fare molta attenzione, in fase di progettazione della rete, alle specificità di quello che sarà il territorio di riferimento, ai sistemi di relazioni industriali delle imprese partecipanti ed ai meccanismi di regolamentazione interna.
Welfare aziendale e reti d'impresa / DI LORENZO, Antonio. - (2020 Jan 07).
Welfare aziendale e reti d'impresa
DI LORENZO, ANTONIO
07/01/2020
Abstract
La crisi dello stato sociale insieme agli effetti della crisi economica iniziata nel 2007 hanno portato l’attenzione delle imprese e delle istituzioni sul tema del welfare aziendale quale possibile anello di unione tra la ricerca di nuovi modelli per la competitività delle imprese ed il processo di rimodellamento del welfare pubblico. Ciò nonostante, in Italia il fenomeno riguarda un numero ancora limitato di imprese, soprattutto di grandi dimensioni, sono prevalenti misure che ancora non soddisfano pienamente ed efficacemente i nuovi bisogni sociali e non ancora si è avuto un adeguato sviluppo di modelli in grado di coinvolgere il territorio per la creazione di reti di servizi che possano inserirsi a pienamente in un sistema di c.d. “secondo welfare”, vale a dire un campo in cui i diversi attori, fondazioni, associazioni, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, imprese, etc., utilizzano risorse private per sviluppare servizi in grado di sostenere ed integrare il welfare pubblico sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Uno dei sistemi per congiungere tali aspetti e contribuire allo sviluppo del welfare aziendale si ritine sia l’aggregazione tra aziende in rete. L’obiettivo del presente lavoro è quello di chiarire le criticità e i vincoli, nonché il potenziale, delle reti sorte per generare servizi di welfare comuni tra le aziende aderenti e stabilire se concretamente quello della rete possa essere uno strumento in grado di sviluppare il welfare aziendale a livello territoriale in modo che possa essere utilizzato anche dalle piccole e medie imprese. La ricerca è stata svolta attraverso la metodologia dello “studio di caso” e ha visto il coinvolgimento di importanti realtà italiane. I risultati ci fanno vedere che le reti costituite per la creazione di misure di welfare comuni possono avvicinare le PMI al tema del welfare aziendale e possono rappresentare un possibile campo di sperimentazione sul territorio per la produzione di nuovi servizi in grado di rispondere a nuovi bisogni. Comunque, per agevolare tali processi occorre fare molta attenzione, in fase di progettazione della rete, alle specificità di quello che sarà il territorio di riferimento, ai sistemi di relazioni industriali delle imprese partecipanti ed ai meccanismi di regolamentazione interna.File | Dimensione | Formato | |
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