L’obiettivo di questo contributo è riflettere sul rapporto fra regimi alimentari e regimi politici conside-rando come caso di studio il fascismo italiano.Cercheremo di mettere in evidenza la molteplicità del rapporto fra regime politico e regimi alimentari utilizzando il quadrato delle assiologie di consumo elaborato da J. M. Floch (1990) come una bussola concettuale, articolando attraverso di esso –in modo certamente parziale, dati i limiti di questo lavoro –i regimi alimentari proposti alcuni testi dell’epoca, tutti legati, sebbene in forme molto diverse (e per-sino violandone le regole), al genere discorsivo del ricettario.Sarà così possibile osservare come dalla messa in correlazione della cucina futurista, di quella quoti-diana della “massaia italiana”e di quella “di guerra” –tutte e tre oggetto di pubblicazioni durante il regime fascista –emergano forme molto diverse di valorizzazione del cibo edell’atto culinario, ma che si muovono sempre sul crinale della relazione fra dimensione pratica e medicalizzazione utopica della cucina, con significative ibridazioni fra questi due campi e l’apparizione –accanto alla dimensione utopica –del tentativo futurista di fare del cibo una opera d’arte e del suo consumo una forma di vita ludico-artistica.
Regimi alimentari e regimi politici. Il caso del fascismo italiano / Cervelli, Pierluigi. - In: E/C. - ISSN 1973-2716. - 27:(2019), pp. 1-7.
Regimi alimentari e regimi politici. Il caso del fascismo italiano
pierluigi cervelli
Primo
2019
Abstract
L’obiettivo di questo contributo è riflettere sul rapporto fra regimi alimentari e regimi politici conside-rando come caso di studio il fascismo italiano.Cercheremo di mettere in evidenza la molteplicità del rapporto fra regime politico e regimi alimentari utilizzando il quadrato delle assiologie di consumo elaborato da J. M. Floch (1990) come una bussola concettuale, articolando attraverso di esso –in modo certamente parziale, dati i limiti di questo lavoro –i regimi alimentari proposti alcuni testi dell’epoca, tutti legati, sebbene in forme molto diverse (e per-sino violandone le regole), al genere discorsivo del ricettario.Sarà così possibile osservare come dalla messa in correlazione della cucina futurista, di quella quoti-diana della “massaia italiana”e di quella “di guerra” –tutte e tre oggetto di pubblicazioni durante il regime fascista –emergano forme molto diverse di valorizzazione del cibo edell’atto culinario, ma che si muovono sempre sul crinale della relazione fra dimensione pratica e medicalizzazione utopica della cucina, con significative ibridazioni fra questi due campi e l’apparizione –accanto alla dimensione utopica –del tentativo futurista di fare del cibo una opera d’arte e del suo consumo una forma di vita ludico-artistica.File | Dimensione | Formato | |
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