Infanzia e santità. Dall’esclusione all’inclusione

The ancients, unlike the moderns, considered the childhood almost incompatible with the holiness. They indeed evaluated this “stage of life” negatively considering it as marked by ignorance, lack of understanding and inability to self-control. Early Christians shared this point of view substantially and even the openness shown by Jesus in the Synoptic Gospels should be understood as his general concern for the last and the marginalized. However, under the pressure of various factors – among which is the reflection on Infantia Christi and the innocent death of little martyrs – step by step began a gradual revaluation of the first age, which led to positively evaluate its specific features. Childhood and holiness could then begin to present themselves in hendiadys.

Gli antichi, diversamente dai moderni, ritenevano che infanzia e santità fossero pressoché incompatibili. Essi, infatti, valutavano negativamente una fase della vita che appariva loro contrassegnata da ignoranza, mancanza di raziocinio ed incapacità di autodominio. Il cristianesimo delle origini condivideva sostanzialmente questo punto di vista e lo stesso atteggiamento di apertura mostrato da Gesù nei Vangeli sinottici sembrerebbe doversi leggere all’interno della sua più generale attenzione per gli ultimi e gli emarginati. Tuttavia, sotto la spinta di vari fattori, fra i quali spicca la riflessione sull’Infantia Christi e sulla morte innocente di piccoli martiri, si andò gradualmente avviando all’interno di questa religione una progressiva rivalutazione della prima età, che condusse ad assumerne in positivo le caratteristiche specifiche. Infanzia e santità poterono allora cominciare a presentarsi in endiadi.