Il termine stalking connota un insieme di comportamenti posti in essere da un persecutore nei confronti della propria vittima. Anche se rientra tra le condotte perseguite penalmente da numerose legislazioni in ambito internazionale, si tratta di un fenomeno ancora non sufficientemente indagato. Ci si è dunque chiesti quali siano le rappresentazioni sociali e le conoscenze rispetto a tale fenomeno. Metodo La ricerca è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario atto ad indagare le rappresentazioni sociali, alcune dimensioni psicologiche e le conoscenze sulla normativa vigente sullo stalking. Il questionario si compone di tre parti: dati demografici, item volti ad indagare le conoscenze sul reato, una scala di valutazione del bisogno di chiusura cognitiva (BCC; Webster & Kruglanski, 1994), la scala sui cosiddetti “miti dello stupro” (RMAS; Burt, 1980) e la scala di disimpegno morale (DMC; Caprara et al, 2006). In particolare, nella terza parte, volta ad indagare le rappresentazioni sociali, ci siamo serviti di quattro scenari composti facendo riferimento a situazioni descritte in alcune sentenze della Corte di Cassazione e riferite a casi realmente accaduti configuranti il reato di “atti persecutori” (Art.612 bis c.p.). Risultati Al questionario hanno risposto 175 partecipanti: il 56,6% è rappresentato dal genere femminile (n=99) e il 43,4% (n=76) dal genere maschile, di età tra i 18 e i 49 anni (età media 29,42 anni). L’analisi dei dati relativi alla scala dei miti sullo stupro ha evidenziato una differenza di genere statisticamente significativa: il genere maschile ha ottenuto punteggi superiori rispetto al genere femminile sulla maggior parte delle misurazioni effettuate, soprattutto nella terza sottoscala “Non era realmente uno stupro” (F(1,170) = 9,267; p = .003) e nella quarta sottoscala “Lei ha mentito” (F(1,173)=17,312; p < .000). È emersa un’alta correlazione con la scala del disimpegno morale, soprattutto rispetto alla dislocazione della responsabilità e all’attribuzione della colpa alla vittima (r = .705; p < 0,01). L’analisi delle risposte fornite ai quesiti, posti di seguito agli scenari, non ha evidenziato differenze statisticamente significative di genere riguardo le conoscenze e i possibili comportamenti da poter mettere in atto. La maggior parte del campione conosce lo stalking, un fenomeno che per il 77,7% non riguarda esclusivamente gli ex partner. Il 70% del campione è altamente favorevole a pene di reclusione e l’80% è favorevole alla riabilitazione del reo. Discussione La ricerca è stata condotta con l’obiettivo di indagare le conoscenze rispetto al fenomeno dello stalking e le rappresentazioni sociali sui reati persecutori. Le risposte fornite evidenziano alcune differenze statisticamente significative su alcune dimensioni psicologiche che sembrano influenzare le rappresentazioni sociali del fenomeno.
Lo stalking: percezione e rappresentazione sociale / Giannini, A; Paoli, Elena; Cordellieri, P; Fraschetti, Angelo; Mari, E; Burrai, J. - (2019), pp. 186-186. (Intervento presentato al convegno XXV Congresso AIP Sezione Sperimentale Università Vita-Salute San Raffaele, Milano 18-20 Settembre 2019 tenutosi a Milan, Italy).
Lo stalking: percezione e rappresentazione sociale
Giannini A
Primo
;PAOLI, ELENASecondo
;Cordellieri P;FRASCHETTI, ANGELO;Mari E;Burrai J
2019
Abstract
Il termine stalking connota un insieme di comportamenti posti in essere da un persecutore nei confronti della propria vittima. Anche se rientra tra le condotte perseguite penalmente da numerose legislazioni in ambito internazionale, si tratta di un fenomeno ancora non sufficientemente indagato. Ci si è dunque chiesti quali siano le rappresentazioni sociali e le conoscenze rispetto a tale fenomeno. Metodo La ricerca è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario atto ad indagare le rappresentazioni sociali, alcune dimensioni psicologiche e le conoscenze sulla normativa vigente sullo stalking. Il questionario si compone di tre parti: dati demografici, item volti ad indagare le conoscenze sul reato, una scala di valutazione del bisogno di chiusura cognitiva (BCC; Webster & Kruglanski, 1994), la scala sui cosiddetti “miti dello stupro” (RMAS; Burt, 1980) e la scala di disimpegno morale (DMC; Caprara et al, 2006). In particolare, nella terza parte, volta ad indagare le rappresentazioni sociali, ci siamo serviti di quattro scenari composti facendo riferimento a situazioni descritte in alcune sentenze della Corte di Cassazione e riferite a casi realmente accaduti configuranti il reato di “atti persecutori” (Art.612 bis c.p.). Risultati Al questionario hanno risposto 175 partecipanti: il 56,6% è rappresentato dal genere femminile (n=99) e il 43,4% (n=76) dal genere maschile, di età tra i 18 e i 49 anni (età media 29,42 anni). L’analisi dei dati relativi alla scala dei miti sullo stupro ha evidenziato una differenza di genere statisticamente significativa: il genere maschile ha ottenuto punteggi superiori rispetto al genere femminile sulla maggior parte delle misurazioni effettuate, soprattutto nella terza sottoscala “Non era realmente uno stupro” (F(1,170) = 9,267; p = .003) e nella quarta sottoscala “Lei ha mentito” (F(1,173)=17,312; p < .000). È emersa un’alta correlazione con la scala del disimpegno morale, soprattutto rispetto alla dislocazione della responsabilità e all’attribuzione della colpa alla vittima (r = .705; p < 0,01). L’analisi delle risposte fornite ai quesiti, posti di seguito agli scenari, non ha evidenziato differenze statisticamente significative di genere riguardo le conoscenze e i possibili comportamenti da poter mettere in atto. La maggior parte del campione conosce lo stalking, un fenomeno che per il 77,7% non riguarda esclusivamente gli ex partner. Il 70% del campione è altamente favorevole a pene di reclusione e l’80% è favorevole alla riabilitazione del reo. Discussione La ricerca è stata condotta con l’obiettivo di indagare le conoscenze rispetto al fenomeno dello stalking e le rappresentazioni sociali sui reati persecutori. Le risposte fornite evidenziano alcune differenze statisticamente significative su alcune dimensioni psicologiche che sembrano influenzare le rappresentazioni sociali del fenomeno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.