Between 1965 and 1967 a group of anarchists successfully ridiculed the inflexible Dutch culture. Part of an out of the ordinary communications system, self-publishing had a fundamental role in circulating demands which tangibly influenced the development of society and laid the foundations for a European counterculture. /// For the special 'Publishing' issue of the review Progetto Grafico, published by AIAP, I wrote an article entitled "Provo. Counterculture Studied at Court", on the experience of Provos, an anarchic group active in Amsterdam between 1965 and 1967. Starting from happening acts to raise awareness about environmental and political issues, the Provos gained the support of the citizens, they formulated the so-called 'white plans' and even managed to win a seat in the City Council. Part of an out of the ordinary communication system, self-publishing had a fundamental role in circulating their demands; for this, because of the leaflets (Provokatie) and especially of the magazine Provo activists were often arrested. By their actions the anarchist group provoked discussions previously unthinkable in the conformist Dutch society, tangibly influencing the development and laying the foundations for a European counterculture.

Tra il 1965 e il 1967 un movimento anarchico riuscì a ridicolizzare la rigida cultura olandese. La stampa autoprodotta, parte di una comunicazione fuori dagli schemi, ebbe un ruolo fondamentale per la diffusione delle loro istanze, che influenzarono concretamente lo sviluppo della società e gettarono le basi della controcultura europea. /// Per il numero di Progetto Grafico dedicato al tema del pubblicare propongo un articolo sulla rivista "Provo", progettata, stampata e distribuita dall'omonimo gruppo politico sviluppatosi ad Amsterdam nella seconda metà degli anni Sessanta. Il caso di Provo risulta particolarmente interessante poiché mette in evidenza la necessità dell'autoproduzione come risposta al bisogno di esprimere delle istanze sociali che altrimenti non avrebbero potuto trovare altri canali di pubblicazione. Risulta chiaro che le istanze politiche delle azioni compiute dal gruppo anarchico, happening che si ricollegavano ad alcune azioni dadaiste degli anni Trenta, non sarebbero potute essere comprese dalla cittadinanza se la rivista non fosse stata distribuita. Tanta importanza ebbe la loro capacità comunicativa che il gruppo riuscì addirittura ad essere eletto in nel comune di Amsterdam. È inoltre molto importante a livello contenutistico la struttura della rivista, che riusciva perfettamente a rappresentarne lo spirito: autoprodotta con le tecnologie del momento, si componeva di alcuni A4 piegati sul lato corto e spillati. Gli articoli, battuti a macchina, erano spesso corredati da titoli disegnati a mano dagli stessi autori, che a volte si occupavano anche delle illustrazioni. Vale la pena soffermarsi proprio su questa organizzazione trasversale della redazione, in cui le decisioni venivano prese in maniera collettiva e dove non c'era un'evidente definizione dei ruoli. Questa struttura, unita ai meccanismi che ne determinavano la distribuzione e la fruizione, ne mette in evidenza la vera essenza dell'autoproduzione, lasciando scorgere parallelismi con l'attuale panorama della cosiddetta editoria indipendente. Per il contenuto della rivista il gruppo editoriale ebbe infine problemi con la legge: il caso di Provo ci porta quindi a confrontare quanto detto sopra con la questione della responsabilità di chi pubblica.

Provo. Controcultura studiata a Corte / Vendetti, Andrea. - In: PROGETTO GRAFICO. - ISSN 1824-1301. - 28:(2015), pp. 120-127.

Provo. Controcultura studiata a Corte

Andrea Vendetti
Primo
2015

Abstract

Between 1965 and 1967 a group of anarchists successfully ridiculed the inflexible Dutch culture. Part of an out of the ordinary communications system, self-publishing had a fundamental role in circulating demands which tangibly influenced the development of society and laid the foundations for a European counterculture. /// For the special 'Publishing' issue of the review Progetto Grafico, published by AIAP, I wrote an article entitled "Provo. Counterculture Studied at Court", on the experience of Provos, an anarchic group active in Amsterdam between 1965 and 1967. Starting from happening acts to raise awareness about environmental and political issues, the Provos gained the support of the citizens, they formulated the so-called 'white plans' and even managed to win a seat in the City Council. Part of an out of the ordinary communication system, self-publishing had a fundamental role in circulating their demands; for this, because of the leaflets (Provokatie) and especially of the magazine Provo activists were often arrested. By their actions the anarchist group provoked discussions previously unthinkable in the conformist Dutch society, tangibly influencing the development and laying the foundations for a European counterculture.
2015
Tra il 1965 e il 1967 un movimento anarchico riuscì a ridicolizzare la rigida cultura olandese. La stampa autoprodotta, parte di una comunicazione fuori dagli schemi, ebbe un ruolo fondamentale per la diffusione delle loro istanze, che influenzarono concretamente lo sviluppo della società e gettarono le basi della controcultura europea. /// Per il numero di Progetto Grafico dedicato al tema del pubblicare propongo un articolo sulla rivista "Provo", progettata, stampata e distribuita dall'omonimo gruppo politico sviluppatosi ad Amsterdam nella seconda metà degli anni Sessanta. Il caso di Provo risulta particolarmente interessante poiché mette in evidenza la necessità dell'autoproduzione come risposta al bisogno di esprimere delle istanze sociali che altrimenti non avrebbero potuto trovare altri canali di pubblicazione. Risulta chiaro che le istanze politiche delle azioni compiute dal gruppo anarchico, happening che si ricollegavano ad alcune azioni dadaiste degli anni Trenta, non sarebbero potute essere comprese dalla cittadinanza se la rivista non fosse stata distribuita. Tanta importanza ebbe la loro capacità comunicativa che il gruppo riuscì addirittura ad essere eletto in nel comune di Amsterdam. È inoltre molto importante a livello contenutistico la struttura della rivista, che riusciva perfettamente a rappresentarne lo spirito: autoprodotta con le tecnologie del momento, si componeva di alcuni A4 piegati sul lato corto e spillati. Gli articoli, battuti a macchina, erano spesso corredati da titoli disegnati a mano dagli stessi autori, che a volte si occupavano anche delle illustrazioni. Vale la pena soffermarsi proprio su questa organizzazione trasversale della redazione, in cui le decisioni venivano prese in maniera collettiva e dove non c'era un'evidente definizione dei ruoli. Questa struttura, unita ai meccanismi che ne determinavano la distribuzione e la fruizione, ne mette in evidenza la vera essenza dell'autoproduzione, lasciando scorgere parallelismi con l'attuale panorama della cosiddetta editoria indipendente. Per il contenuto della rivista il gruppo editoriale ebbe infine problemi con la legge: il caso di Provo ci porta quindi a confrontare quanto detto sopra con la questione della responsabilità di chi pubblica.
history of graphic design; counterculture; self-publishin; Provos; anarchy; politic graphic design; editorial design
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Provo. Controcultura studiata a Corte / Vendetti, Andrea. - In: PROGETTO GRAFICO. - ISSN 1824-1301. - 28:(2015), pp. 120-127.
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