Lo studio della tradizione del poema di Lucrezio ha sempre presentato difficoltà oggettive, dato il silenzio intorno alla sua opera. Ciò nonostante, com’è noto, sono molti i contributi che esaminano la storia dell’opera dal momento del suo ritrovamento nel Quattrocento e che si concentrano sul suo ruolo nella costruzione della Modernità. L’oggetto di questo contributo riguarda, invece, la prima influenza del De rerum natura all’interno della visione linguistico-filosofica di Cicerone e Orazio e vuole mettere in luce come, anche grazie alla trasmissione delle tematiche linguistiche da parte di questi ultimi, sia possibile ricostruire la diffusione e lo sviluppo, dalla prima Modernità in poi, del naturalismo linguistico epicureo-lucreziano. Per rintracciare tale dimensione, ancora poco studiata dalla critica, vengono indagate le opere retoriche di Cicerone (analisi preceduta da una necessaria introduzione sui rapporti tra l’Arpinate e la filosofia del Kepos) e parte della produzione poetica di Orazio, individuando due fondamentali motivi che dipendono dagli insegnamenti del Giardino: i) il problema del significato in relazione alla conoscenza della realtà e ii) la preminenza della natura sull’ars nei fatti di lingua. Attraverso lo studio della ricezione e della rielaborazione di tali tematiche è possibile aggiungere nuovi importanti tasselli, non solo alla storia delle idee linguistiche, ma anche al mosaico che ricostruisce la tradizione del poema di Lucrezio e della filosofia epicurea.
Cicerone, Orazio e il De Rerum Natura: un rapportarsi (in)consapevole. La prima trasmissione del naturalismo linguistico epicureo-lucreziano in Cicerone e Orazio / Vitali, Valentina. - In: CICERONIANA ON LINE. - ISSN 2532-5353. - (2019).
Cicerone, Orazio e il De Rerum Natura: un rapportarsi (in)consapevole. La prima trasmissione del naturalismo linguistico epicureo-lucreziano in Cicerone e Orazio
Valentina Vitali
2019
Abstract
Lo studio della tradizione del poema di Lucrezio ha sempre presentato difficoltà oggettive, dato il silenzio intorno alla sua opera. Ciò nonostante, com’è noto, sono molti i contributi che esaminano la storia dell’opera dal momento del suo ritrovamento nel Quattrocento e che si concentrano sul suo ruolo nella costruzione della Modernità. L’oggetto di questo contributo riguarda, invece, la prima influenza del De rerum natura all’interno della visione linguistico-filosofica di Cicerone e Orazio e vuole mettere in luce come, anche grazie alla trasmissione delle tematiche linguistiche da parte di questi ultimi, sia possibile ricostruire la diffusione e lo sviluppo, dalla prima Modernità in poi, del naturalismo linguistico epicureo-lucreziano. Per rintracciare tale dimensione, ancora poco studiata dalla critica, vengono indagate le opere retoriche di Cicerone (analisi preceduta da una necessaria introduzione sui rapporti tra l’Arpinate e la filosofia del Kepos) e parte della produzione poetica di Orazio, individuando due fondamentali motivi che dipendono dagli insegnamenti del Giardino: i) il problema del significato in relazione alla conoscenza della realtà e ii) la preminenza della natura sull’ars nei fatti di lingua. Attraverso lo studio della ricezione e della rielaborazione di tali tematiche è possibile aggiungere nuovi importanti tasselli, non solo alla storia delle idee linguistiche, ma anche al mosaico che ricostruisce la tradizione del poema di Lucrezio e della filosofia epicurea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.