L’elemento autobiografico quale motivo ispiratore della scrittura è al centro di tutta l’opera dell’autrice cuneese: nella sua produzione letteratura e vita fanno parte di uno stesso sistema e risultano inscindibili nel loro continuo, vicendevole richiamarsi. Tuttavia in Una giovinezza inventata l’esperienza privata non costituisce soltanto un motivo ispiratore: essa occupa un posto di primo piano nell’ordito della storia. Da un lato sembrerebbe che con quest’opera l’autrice abbia provato, per la prima volta, a scrivere una vera autobiografia; dall’altro l’aggettivo “inventata”, che compare nel titolo, metterebbe in crisi questa idea. In effetti questo accostamento potrebbe segnalare il tradimento del “patto di verità” che sempre in una autobiografia - esplicitamente o implicitamente - l’autore stringe con il suo lettore. Nel saggio mi propongo di esaminare Una giovinezza inventata alla luce degli studi sul genere autobiografico con l’obiettivo di intendere meglio il senso e la complessità di questo romanzo-autobiografia. Il capolavoro della scrittrice che, a dispetto della linearità stilistica, risulta non poco problematico dal punto di vista del genere letterario, sarà messo in relazione con i concetti di scrittura di invenzione e scrittura memorialistica, verità, menzogna letteraria.
«La vita molteplice». Una giovinezza inventata di Lalla Romano, tra autobiografia e poesia / DI POCE, Davide. - In: STUDIUM. - ISSN 0039-4130. - 115:n. 1(2019), pp. 48-59.
«La vita molteplice». Una giovinezza inventata di Lalla Romano, tra autobiografia e poesia
Davide Di PocePrimo
2019
Abstract
L’elemento autobiografico quale motivo ispiratore della scrittura è al centro di tutta l’opera dell’autrice cuneese: nella sua produzione letteratura e vita fanno parte di uno stesso sistema e risultano inscindibili nel loro continuo, vicendevole richiamarsi. Tuttavia in Una giovinezza inventata l’esperienza privata non costituisce soltanto un motivo ispiratore: essa occupa un posto di primo piano nell’ordito della storia. Da un lato sembrerebbe che con quest’opera l’autrice abbia provato, per la prima volta, a scrivere una vera autobiografia; dall’altro l’aggettivo “inventata”, che compare nel titolo, metterebbe in crisi questa idea. In effetti questo accostamento potrebbe segnalare il tradimento del “patto di verità” che sempre in una autobiografia - esplicitamente o implicitamente - l’autore stringe con il suo lettore. Nel saggio mi propongo di esaminare Una giovinezza inventata alla luce degli studi sul genere autobiografico con l’obiettivo di intendere meglio il senso e la complessità di questo romanzo-autobiografia. Il capolavoro della scrittrice che, a dispetto della linearità stilistica, risulta non poco problematico dal punto di vista del genere letterario, sarà messo in relazione con i concetti di scrittura di invenzione e scrittura memorialistica, verità, menzogna letteraria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.