Spazi collettivi interconnessi. Migliorare l’inclusione sociale nel progetto di rifunzionalizzazione degli edifici pubblici

In planning, space does not just represent the context where human activities take place, but has to be considered as intrinsic to them. Human behaviour does not just happen in space, but it shapes it. People, when interacting, do not just carry out activities in space, but create the physical preconditions for actual space patterns. Therefore, the study of space organisation is correlated to the human factor, so much so that buildings can be bearers of social ideas within their spatial shapes. These assumptions provide the foundation for the theoretical framework of the configurational analyses proposed in this paper, supporting the reconfiguration design of multifunctional spaces mainly intended for cultural use, in order to improve social inclusion and relational exchanges among people. Digital methods and tools were applied in order to objectify the syntactical features of space and to simulate the movement of people within areas, with the purpose of fostering interaction between different generations and cultures in public buildings. We report, in particular, the results of an experimentation related to the functional and architectural regeneration of the Prima Zecca d’Italia Complex - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (State Stationery Office and Mint), located in Rome in via Principe Umberto). The morphological features of this building were evaluated, and topological and relational properties, as well as geometrical and metrical ones, were assigned to them. The results were used as input to formulate meta-design hypotheses addressing the functional reconfiguration of a new layout for diversified uses of the Complex, based on interconnected and inclusive spaces.

Nella progettazione lo spazio non rappresenta solamente il contesto dove si svolgono le attività umane, ma è da considerare intrinseco ad esse. Il comportamento umano non ha luogo semplicemente nello spazio, ma lo struttura. Le persone, nell'interagire, non compiono solo attività nello spazio, ma creano i presupposti fisici per veri e propri pattern spaziali. Pertanto lo studio dell'organizzazione spaziale è correlato al fattore umano, al punto tale che gli edifici possono essere portatori di idee sociali dentro le loro forme spaziali. Su questi assunti si fondano le basi teoriche delle analisi configurazionali proposte in questo articolo, come supporto al progetto di rifunzionalizzazione di edifici polifunzionali a prevalente uso culturale, per migliorare l'inclusione sociale e gli scambi relazionali tra le persone. Sono stati applicati metodi e strumenti digitali per rendere oggettivabili le caratteristiche sintattiche dello spazio e per simulare il movimento delle persone all’interno degli ambienti, con l'obiettivo di favorire l'interazione tra le diverse generazioni e le diverse culture negli edifici pubblici. Si riportano, in particolare, gli esiti di una sperimentazione relativa alla riqualificazione funzionale e architettonica del Complesso della Prima Zecca d'Italia (Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, situato a Roma in Via Principe Umberto) per il quale sono state valutate le caratteristiche morfologiche alle quali attribuire, non solo proprietà di tipo geometrico e metrico, ma proprietà topologiche e relazionali. I risultati sono stati utilizzati come input per formulare ipotesi metaprogettuali indirizzate alla riorganizzazione di un nuovo layout per usi diversificati del Complesso, basati sugli spazi interconnessi e inclusivi.