During the 17th century Rome is a city of inclusive joy in which performances, apparatuses and even a typical game such as the Carnival become a permanent occupation. Through this ritual of collective joy the bond between subjects and representatives of power is reflected in a renewed interest in high and low culture. Outside the boundaries of the official culture, we find the most private happiness of the varied cohesive and supportive Roman amateurs, such as famous painters and artists: Cavalier D'Arpino, Gian Lorenzo Bernini, Salvator Rosa. They constantly accompany the practice of art with the practice of the scenes. They act, play, curate set-ups and scenographies, writing or asking other to write texts, turning their own homes or ateliers into free public theatres. From these painters and from the Academies founded by them, the Baroque experimental vein develops and finds its consistency The most typical repertory of Roman amateurs is mainly represented by comedies of masks or “ridicolose”. The most recurrent manifestations of joy in this dramaturgy are related to the irruption on stage of a new unlikely relationship: it links the characters becoming a bridge between exterior and interior. At the base of this emotion there is always an original polarity of desires which the masks embody and share with the audience.

La Roma del Seicento è città dall’”allegrezza” inclusiva in cui feste, spettacoli, apparati e perfino un gioco tipico come il Carnevale divengono occupazione stabile e “lavoro”. Attraverso questo rituale di “gioia collettiva” si rinnova il legame tra sudditi e rappresentanti del potere, tra cultura alta e bassa. Fuori dall’ufficialità, la gioia più privata e quotidiana dei dilettanti romani, socialmente variegati, coesi e solidali, tra cui spiccano pittori ed artisti di fama- il Cavalier D’Arpino, Gian Lorenzo Bernini, Salvator Rosa- che accompagnano costantemente la pratica dell’arte alla pratica delle scene, recitando, suonando, curando allestimenti e scenografie, scrivendo o facendosi scrivere testi, aprendo al pubblico teatri privati, in casa propria o nel proprio atelier. Da questi pittori e dalle Accademie da loro fondate si sviluppa e prende consistenza la vena sperimentale che disegna il Barocco. Il repertorio più tipico dei dilettanti romani è rappresentato in massima parte da commedie di maschere o ridicolose. Le manifestazioni più ricorrenti della gioia in questa drammaturgia sono legate all’ irruzione in scena di un nuovo improbabile rapporto che lega i personaggi e che diventa “ponte” tra esteriore ed interiore. Alla base di questa emozione c’è sempre un’ originaria polarità di desideri che le maschere incarnano e partecipano al pubblico.

Pittori, artisti e dilettanti in scena: declinazioni della gioia nelle pratiche e nella drammaturgia della Roma della prima metà del Seicento / Molinari, Isabella. - 1:9(2019), pp. 1-490. (Intervento presentato al convegno 2° Convegno internazionale di studi. Il teatro delle emozioni. La gioia. Riflessioni sui testi e sulla drammaturgia antica, medievale, moderna e contemporanea Padova 20-21 maggio 2019 tenutosi a Padua).

Pittori, artisti e dilettanti in scena: declinazioni della gioia nelle pratiche e nella drammaturgia della Roma della prima metà del Seicento

Isabella Molinari
2019

Abstract

During the 17th century Rome is a city of inclusive joy in which performances, apparatuses and even a typical game such as the Carnival become a permanent occupation. Through this ritual of collective joy the bond between subjects and representatives of power is reflected in a renewed interest in high and low culture. Outside the boundaries of the official culture, we find the most private happiness of the varied cohesive and supportive Roman amateurs, such as famous painters and artists: Cavalier D'Arpino, Gian Lorenzo Bernini, Salvator Rosa. They constantly accompany the practice of art with the practice of the scenes. They act, play, curate set-ups and scenographies, writing or asking other to write texts, turning their own homes or ateliers into free public theatres. From these painters and from the Academies founded by them, the Baroque experimental vein develops and finds its consistency The most typical repertory of Roman amateurs is mainly represented by comedies of masks or “ridicolose”. The most recurrent manifestations of joy in this dramaturgy are related to the irruption on stage of a new unlikely relationship: it links the characters becoming a bridge between exterior and interior. At the base of this emotion there is always an original polarity of desires which the masks embody and share with the audience.
2019
2° Convegno internazionale di studi. Il teatro delle emozioni. La gioia. Riflessioni sui testi e sulla drammaturgia antica, medievale, moderna e contemporanea Padova 20-21 maggio 2019
La Roma del Seicento è città dall’”allegrezza” inclusiva in cui feste, spettacoli, apparati e perfino un gioco tipico come il Carnevale divengono occupazione stabile e “lavoro”. Attraverso questo rituale di “gioia collettiva” si rinnova il legame tra sudditi e rappresentanti del potere, tra cultura alta e bassa. Fuori dall’ufficialità, la gioia più privata e quotidiana dei dilettanti romani, socialmente variegati, coesi e solidali, tra cui spiccano pittori ed artisti di fama- il Cavalier D’Arpino, Gian Lorenzo Bernini, Salvator Rosa- che accompagnano costantemente la pratica dell’arte alla pratica delle scene, recitando, suonando, curando allestimenti e scenografie, scrivendo o facendosi scrivere testi, aprendo al pubblico teatri privati, in casa propria o nel proprio atelier. Da questi pittori e dalle Accademie da loro fondate si sviluppa e prende consistenza la vena sperimentale che disegna il Barocco. Il repertorio più tipico dei dilettanti romani è rappresentato in massima parte da commedie di maschere o ridicolose. Le manifestazioni più ricorrenti della gioia in questa drammaturgia sono legate all’ irruzione in scena di un nuovo improbabile rapporto che lega i personaggi e che diventa “ponte” tra esteriore ed interiore. Alla base di questa emozione c’è sempre un’ originaria polarità di desideri che le maschere incarnano e partecipano al pubblico.
1600; Roma; Carnevale, Cavalier d'Arpino; Accademia degli Uniti; pittori; attori; dilettanti
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Pittori, artisti e dilettanti in scena: declinazioni della gioia nelle pratiche e nella drammaturgia della Roma della prima metà del Seicento / Molinari, Isabella. - 1:9(2019), pp. 1-490. (Intervento presentato al convegno 2° Convegno internazionale di studi. Il teatro delle emozioni. La gioia. Riflessioni sui testi e sulla drammaturgia antica, medievale, moderna e contemporanea Padova 20-21 maggio 2019 tenutosi a Padua).
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