Soprattutto nel corso del Settecento nuclei di residenze suburbane si concentrano in alcune porzioni di territorio fra le più fertili del Salento, dando luogo a insediamenti tali da costituire un vero e proprio “sistema”. I processi di riorganizzazione agricola e di riconversione dei feudi improduttivi o macchiosi, la crisi del settore olivicolo, un accresciuto interesse per la produzione vinicola (bisognosa più di ogni altra di particolari cure) e, più in generale, la maggiore attenzione per le colture legnose a scapito del seminativo, favoriscono il trasferimento dei proprietari per lunghi periodi nella loro residenza di campagna per un controllo diretto e più efficace della produzione. La “riconquista colturale” determina un ridisegno del paesaggio agrario, con la proliferazione di ville e casini che si affiancano, e talvolta si sostituiscono, alle antiche masserie, a loro volta ampliate e riadattate alle nuove esigenze. Il “casino”, più di ogni altra tipologia abitativa, diviene espressione del nuovo rapporto che si stabilisce tra proprietari e contadini; un fabbricato a due piani, spesso con scenografiche scalinate a due rampe e un loggiato al primo piano, che associa la casa del lavoratore a quella padronale senza alcuna distinzione nel prospetto fra le due categorie sociali, al contrario della “casina” o della “villa”, nelle quali a prevalere è la dimora stagionale del proprietario che finisce spesso con il mascherare l’alloggio del contadino o del giardiniere. Il fenomeno del vivere in villa vivrà una nuova feconda stagione fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, con l’esplosione del fenomeno dell’Eclettismo. Nel Salento le aree più significative sono quelle della Selva di Fasano e della “Cozzana”, della “Cupa” presso Lecce, delle “Cenate” presso Nardò, l’entroterra di Gallipoli e i dintorni di Presicce. Il volume documenta anche sistemi andati perduti, come quello delle ville attorno al Mar Piccolo di Taranto. Un caso a sé è costituito dal centro balneare di S. Maria di Leuca, che nella seconda metà dell’Ottocento si configura come una vera e propria “città di ville”.
Dai trattati alle tipologie del villino rurale: modelli e simbolismi dell'abitare nel paesaggio neritino / DE PASCALIS, Donato Giancarlo. - (2006), pp. 170-181. (Intervento presentato al convegno Paesaggi e sistemi di ville nel Salento tenutosi a Lecce, Museo S. Castromediano).
Dai trattati alle tipologie del villino rurale: modelli e simbolismi dell'abitare nel paesaggio neritino.
DE PASCALIS DONATO GIANCARLO
2006
Abstract
Soprattutto nel corso del Settecento nuclei di residenze suburbane si concentrano in alcune porzioni di territorio fra le più fertili del Salento, dando luogo a insediamenti tali da costituire un vero e proprio “sistema”. I processi di riorganizzazione agricola e di riconversione dei feudi improduttivi o macchiosi, la crisi del settore olivicolo, un accresciuto interesse per la produzione vinicola (bisognosa più di ogni altra di particolari cure) e, più in generale, la maggiore attenzione per le colture legnose a scapito del seminativo, favoriscono il trasferimento dei proprietari per lunghi periodi nella loro residenza di campagna per un controllo diretto e più efficace della produzione. La “riconquista colturale” determina un ridisegno del paesaggio agrario, con la proliferazione di ville e casini che si affiancano, e talvolta si sostituiscono, alle antiche masserie, a loro volta ampliate e riadattate alle nuove esigenze. Il “casino”, più di ogni altra tipologia abitativa, diviene espressione del nuovo rapporto che si stabilisce tra proprietari e contadini; un fabbricato a due piani, spesso con scenografiche scalinate a due rampe e un loggiato al primo piano, che associa la casa del lavoratore a quella padronale senza alcuna distinzione nel prospetto fra le due categorie sociali, al contrario della “casina” o della “villa”, nelle quali a prevalere è la dimora stagionale del proprietario che finisce spesso con il mascherare l’alloggio del contadino o del giardiniere. Il fenomeno del vivere in villa vivrà una nuova feconda stagione fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, con l’esplosione del fenomeno dell’Eclettismo. Nel Salento le aree più significative sono quelle della Selva di Fasano e della “Cozzana”, della “Cupa” presso Lecce, delle “Cenate” presso Nardò, l’entroterra di Gallipoli e i dintorni di Presicce. Il volume documenta anche sistemi andati perduti, come quello delle ville attorno al Mar Piccolo di Taranto. Un caso a sé è costituito dal centro balneare di S. Maria di Leuca, che nella seconda metà dell’Ottocento si configura come una vera e propria “città di ville”.File | Dimensione | Formato | |
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