La chiesa di S. Pietro ad Alba Fucens, situata sull’omonimo colle, forse antica acropoli del centro urbano, appare come un interessante contesto di riutilizzo di materiali architettonici dell’antica città romana. La storia della chiesa è segnata dal violento terremoto del 1915, in cui gran parte della struttura crollò ad eccezione delle murature antiche riutilizzate del tempio. Negli anni ’50 un importante intervento di restauro si occupò della ricostruzione dell’edificio con gli elementi originali recuperati dalle macerie. La chiesa, oltre a riutilizzare parti dell’antico tempio tuscanico, come le fondazioni, diversi blocchi delle pareti laterali e le due basi tuscaniche inglobate nei muri, è distinta da tre navate divise da una doppia fila di colonne corinzie di spoglio. Un’analisi dei capitelli, dei fusti e delle basi permette di distinguere le colonne in due gruppi distinti (A e B), riferibili, l’uno al periodo del consolidamento del potere di Augusto dopo la battaglia di Azio (ultimo trentennio del I secolo a.C. ca.), l’altro agli anni a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Colonne e capitelli sono stati realizzati in un periodo di grande sviluppo urbanistico e monumentale di Alba Fucens, come testimoniato dagli edifici pubblici (basilica, ambienti annessi al foro, teatro ecc.), dai materiali architettonici e dalle iscrizioni ivi rinvenuti, che sembrano manifestare un particolare interessamento di Ottaviano-Augusto (e in seguito di alcuni membri della sua famiglia, tra cui Lucio Cesare) nei confronti del municipio, per la sua costante fedeltà durante i lunghi anni della sanguinosa guerra civile contro Marco Antonio. Nel tentativo di individuarne la possibile provenienza, le colonne, sino ad oggi inedite, sono state attentamente esaminate in relazione ai resti monumentali dell’antica città, anche alla luce dei risultati dei più recenti scavi belgi lungo il lato occidentale del foro.
Le colonne della chiesa di S. Pietro ad Alba Fucens / Kosmopoulos, Lorenzo. - In: ORIZZONTI. - ISSN 1591-2787. - 20:(2019), pp. 47-59.
Le colonne della chiesa di S. Pietro ad Alba Fucens
Lorenzo Kosmopoulos
2019
Abstract
La chiesa di S. Pietro ad Alba Fucens, situata sull’omonimo colle, forse antica acropoli del centro urbano, appare come un interessante contesto di riutilizzo di materiali architettonici dell’antica città romana. La storia della chiesa è segnata dal violento terremoto del 1915, in cui gran parte della struttura crollò ad eccezione delle murature antiche riutilizzate del tempio. Negli anni ’50 un importante intervento di restauro si occupò della ricostruzione dell’edificio con gli elementi originali recuperati dalle macerie. La chiesa, oltre a riutilizzare parti dell’antico tempio tuscanico, come le fondazioni, diversi blocchi delle pareti laterali e le due basi tuscaniche inglobate nei muri, è distinta da tre navate divise da una doppia fila di colonne corinzie di spoglio. Un’analisi dei capitelli, dei fusti e delle basi permette di distinguere le colonne in due gruppi distinti (A e B), riferibili, l’uno al periodo del consolidamento del potere di Augusto dopo la battaglia di Azio (ultimo trentennio del I secolo a.C. ca.), l’altro agli anni a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Colonne e capitelli sono stati realizzati in un periodo di grande sviluppo urbanistico e monumentale di Alba Fucens, come testimoniato dagli edifici pubblici (basilica, ambienti annessi al foro, teatro ecc.), dai materiali architettonici e dalle iscrizioni ivi rinvenuti, che sembrano manifestare un particolare interessamento di Ottaviano-Augusto (e in seguito di alcuni membri della sua famiglia, tra cui Lucio Cesare) nei confronti del municipio, per la sua costante fedeltà durante i lunghi anni della sanguinosa guerra civile contro Marco Antonio. Nel tentativo di individuarne la possibile provenienza, le colonne, sino ad oggi inedite, sono state attentamente esaminate in relazione ai resti monumentali dell’antica città, anche alla luce dei risultati dei più recenti scavi belgi lungo il lato occidentale del foro.File | Dimensione | Formato | |
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