La cardiomiopatia ipertrofia (CMPI) è una malattia genetica del muscolo cardiaco caratterizzata da una notevole eterogeneità genetica e fenotipica. Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare la prevalenza e il tipo di mutazioni in un’ampia popolazione di pazienti affetti da CMPI e di ricercare eventuali correlazioni fra il genotipo ed il fenotipo del paziente, valutando le caratteristiche cliniche, ecocardiografiche e soprattutto funzionali, mediante l’utilizzo del test da sforzo cardiopolmonare. Infine abbiamo valutato l’impatto prognostico dei dati genetici, clinici e funzionali nella nostra popolazione. Abbiamo analizzato retrospettivamente i dati clinici e strumentali di 317 pazienti con diagnosi di CMPI sottoposti ad analisi genetica per la ricerca di mutazioni a carico principali geni sarcomerici coinvolti nella patogenesi della CMPI e seguiti per un tempo medio di follow-up di 5,3±4,4 anni. L’analisi genetica, condotta nella maggior parte dei casi con tecnica NGS su una mediana di 10 geni, ha documentato una mutazione patogenetica o probabilmente patogenetica in 182 pazienti (G+ 57,4%) ed una mutazione di incerto significato in 43 pazienti (VUS 13,5%), mentre nel 29% dei pazienti non è stato possibile identificare una mutazione (G-). A differenza dei pazienti G-, i pazienti G+ presentavano un’età inferiore alla diagnosi e alla prima visita, avevano più spesso una storia familiare positiva per CMPI e morte cardiaca improvvisa, all’ecocardiogramma presentavano valori più bassi di frazione d’eiezione e, al test cardiopolmonare, mostravano una ridotta tolleranza allo sforzo ed un minor incremento della pressione arteriosa con l’esercizio. L’analisi univariata e multivariata hanno dimostrato come il dato genetico non risulti un predittore indipendente di prognosi, a differenza dei valori di circulatory power, importante indice funzionale, che risulta un predittore indipendente sia di morte cardiaca improvvisa sia di scompenso cardiaco. In conclusione, i pazienti affetti da CMPI portatori di una mutazione sarcomerica patogenetica o probabilmente patogenetica sono più giovani e presentano forme più aggressive di malattia, associate ad una maggior compromissione della capacità funzionale. Tuttavia il dato genetico non presenta una significativa rilevanza in termini di prognosi a differenza degli indici funzionali del singolo paziente. In particolare, è emerso come il circulatory power rappresenti un importante fattore predittivo di morte cardiaca improvvisa e di scompenso cardiaco nella CMPI.

Genotype in hypertrophic cardiomyopathy: clinical implications / Mastromarino, Vittoria. - (2020 Feb 19).

Genotype in hypertrophic cardiomyopathy: clinical implications

MASTROMARINO, VITTORIA
19/02/2020

Abstract

La cardiomiopatia ipertrofia (CMPI) è una malattia genetica del muscolo cardiaco caratterizzata da una notevole eterogeneità genetica e fenotipica. Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare la prevalenza e il tipo di mutazioni in un’ampia popolazione di pazienti affetti da CMPI e di ricercare eventuali correlazioni fra il genotipo ed il fenotipo del paziente, valutando le caratteristiche cliniche, ecocardiografiche e soprattutto funzionali, mediante l’utilizzo del test da sforzo cardiopolmonare. Infine abbiamo valutato l’impatto prognostico dei dati genetici, clinici e funzionali nella nostra popolazione. Abbiamo analizzato retrospettivamente i dati clinici e strumentali di 317 pazienti con diagnosi di CMPI sottoposti ad analisi genetica per la ricerca di mutazioni a carico principali geni sarcomerici coinvolti nella patogenesi della CMPI e seguiti per un tempo medio di follow-up di 5,3±4,4 anni. L’analisi genetica, condotta nella maggior parte dei casi con tecnica NGS su una mediana di 10 geni, ha documentato una mutazione patogenetica o probabilmente patogenetica in 182 pazienti (G+ 57,4%) ed una mutazione di incerto significato in 43 pazienti (VUS 13,5%), mentre nel 29% dei pazienti non è stato possibile identificare una mutazione (G-). A differenza dei pazienti G-, i pazienti G+ presentavano un’età inferiore alla diagnosi e alla prima visita, avevano più spesso una storia familiare positiva per CMPI e morte cardiaca improvvisa, all’ecocardiogramma presentavano valori più bassi di frazione d’eiezione e, al test cardiopolmonare, mostravano una ridotta tolleranza allo sforzo ed un minor incremento della pressione arteriosa con l’esercizio. L’analisi univariata e multivariata hanno dimostrato come il dato genetico non risulti un predittore indipendente di prognosi, a differenza dei valori di circulatory power, importante indice funzionale, che risulta un predittore indipendente sia di morte cardiaca improvvisa sia di scompenso cardiaco. In conclusione, i pazienti affetti da CMPI portatori di una mutazione sarcomerica patogenetica o probabilmente patogenetica sono più giovani e presentano forme più aggressive di malattia, associate ad una maggior compromissione della capacità funzionale. Tuttavia il dato genetico non presenta una significativa rilevanza in termini di prognosi a differenza degli indici funzionali del singolo paziente. In particolare, è emerso come il circulatory power rappresenti un importante fattore predittivo di morte cardiaca improvvisa e di scompenso cardiaco nella CMPI.
19-feb-2020
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