Città e giardino evocano una relazione che ha caratterizzato per secoli le idee dell’occidente sulla natura e la città. La congiunzione “e” richiama una una relazione tra queste due dimensioni che hanno implicato entrambe l'evolvere di idee sul mondo e la vita sulla cui attualità dovremmo interrogarci. Il presente ci propone uno scenario assolutamente inedito e rapido nel quale sono radicalmente mutati il significato e la natura dei termini città e natura. Se ad esempio guardiamo a recenti fenomeni climatici immediatamente balza davanti ai nostri occhi l'evidenza dei mutamenti in corso. Gli esseri umani sembrano intrinsecamente incapaci di prepararsi ad eventi insoliti e l’attualità dell’esistente ci presenta un’immagine rovesciata: illusi di aver acquisito padronanza e possesso della natura, questa ci possiede e praticamente ci padroneggia; eravamo sul punto di manipolarla e ormai essa ci manipola a sua volta. Cosa significa in questo contesto praticare il progetto di paesaggio? Come dovrebbero essere modificati i nostri modi, le tecniche e le strategie quando processi e cicli subiscono grandi accelerazioni lungo traiettorie sconosciute ed imprevedibili? Come è possibile, non solo realizzare spazi pubblici e paesaggi ma apportare cambiamenti? Sono queste oggi le questioni che l'architettura del paesaggio ha davanti. E' necessario costruire una pratica che combina insieme architettura del paesaggio ed ecologia intesi come sistemi reciprocamente generatori ed interdipendenti per tentare una risposta alle questioni poste dal cambiamento climatico e alla necessità di agire ora. Tracce di futuro sono riscontrabili in alcune iniziative ed opere – soprattutto in nord Europa – che stanno concretamente sperimentando questa nuova alleanza.
Oltre il Giardino, la città è già o(a)ltre(o) / Celestini, Gianni. - (2019), pp. 59-63. (Intervento presentato al convegno Il Giardino-Piazza come luogo di riferimento e di identità tenutosi a San Venanzo (Terni)).
Oltre il Giardino, la città è già o(a)ltre(o)
Gianni Celestini
2019
Abstract
Città e giardino evocano una relazione che ha caratterizzato per secoli le idee dell’occidente sulla natura e la città. La congiunzione “e” richiama una una relazione tra queste due dimensioni che hanno implicato entrambe l'evolvere di idee sul mondo e la vita sulla cui attualità dovremmo interrogarci. Il presente ci propone uno scenario assolutamente inedito e rapido nel quale sono radicalmente mutati il significato e la natura dei termini città e natura. Se ad esempio guardiamo a recenti fenomeni climatici immediatamente balza davanti ai nostri occhi l'evidenza dei mutamenti in corso. Gli esseri umani sembrano intrinsecamente incapaci di prepararsi ad eventi insoliti e l’attualità dell’esistente ci presenta un’immagine rovesciata: illusi di aver acquisito padronanza e possesso della natura, questa ci possiede e praticamente ci padroneggia; eravamo sul punto di manipolarla e ormai essa ci manipola a sua volta. Cosa significa in questo contesto praticare il progetto di paesaggio? Come dovrebbero essere modificati i nostri modi, le tecniche e le strategie quando processi e cicli subiscono grandi accelerazioni lungo traiettorie sconosciute ed imprevedibili? Come è possibile, non solo realizzare spazi pubblici e paesaggi ma apportare cambiamenti? Sono queste oggi le questioni che l'architettura del paesaggio ha davanti. E' necessario costruire una pratica che combina insieme architettura del paesaggio ed ecologia intesi come sistemi reciprocamente generatori ed interdipendenti per tentare una risposta alle questioni poste dal cambiamento climatico e alla necessità di agire ora. Tracce di futuro sono riscontrabili in alcune iniziative ed opere – soprattutto in nord Europa – che stanno concretamente sperimentando questa nuova alleanza.File | Dimensione | Formato | |
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