L’eccessiva sonnolenza diurna (EDS) è una condizione patologica che interferisce con le attività quotidiane, causando un calo dei livelli di vigilanza che incide sulle capacità di concentrazione e di valutazione del tempo di reazione al pericolo. Tali aspetti sono particolarmente rilevanti nella valutazione delle performance di guida, che richiedono l’integrità di varie funzioni cognitive, fra cui le capacità attentive, percettive di valutazione del rischio nel traffico. Il normale invecchiamento fisiologico determina un aumento dei livelli di sonnolenza diurna, contestualmente a una frammentazione del sonno che diventa meno profondo e più frammentato. Al riguardo, alcuni studi hanno rilevato nelle persone anziane una prevalenza di EDS e una maggior vulnerabilità al rischio di incidenti stradali. Tuttavia, i dati relativi alle conseguenze di questi aspetti sulla quotidianità non sono stati sufficientemente indagati e i risultati disponibili non consentono di raccogliere informazioni esaustive. Peraltro, risulta mancante una validazione delle misure della sonnolenza nell’anziano sano alla guida. Lo studio si propone, quindi, di indagare la relazione tra qualità del sonno, sonnolenza diurna e performance di guida nella terza età. Metodo: 40 soggetti anziani (età 58-80) e 40 giovani (età 20-35) abilitati alla guida hanno effettuato una valutazione con i seguenti strumenti: Psychomotor Vigilance Task-PVT per la sonnolenza oggettiva comportamentale; Karolinska Sleepiness Scale-KSS ed Epworth Sleepiness Scale-ESS per la sonnolenza soggettiva; Pittsburgh Sleep Quality Index-PSQI per la qualità del sonno percepita; Cognitrone-COG/S11, Adaptive Tachistoscopic Traffic Perception Test-ATAVT e Vienna Risk-Taking Test Traffic-WRBTV (test della batteria Vienna Test System TRAFFIC) per la valutazione dell’attenzione selettiva alla guida, della percezione tachistoscopica e dell’assunzione del rischio nel traffico. Risultati e Conclusioni: Il confronto statistico effettuato per mezzo di un’ANOVA 2x2 between subjects (Età x Genere) ha mostrato: (1) una minor efficienza del sonno negli anziani rispetto ai giovani e delle tendenze a commettere un maggior numero di errori al PVT, con rallentamenti nel segmento dei tempi di reazione più rapidi; (2) un inatteso risultato relativo a maggior sonnolenza di stato da parte dei giovani; (3) delle robuste differenze legate all’età per quanto riguarda le variabili di guida, mostrando tempi di lavoro più lunghi, scarse performance attentive e percettive ma maggior prudenza nell’assunzione del rischio da parte degli anziani rispetto ai giovani. Un approccio previsionale condotto per mezzo di regressioni multiple ha dimostrato che fra le misure di qualità del sonno e sonnolenza soggettiva considerate, solamente il PSQI risulta in grado di predire la prestazione comportamentale al PVT. Infine, l’indagine condotta per mezzo di regressioni multiple, in merito alla predittività del comportamento di guida -da parte delle variabili relative ad età, qualità del sonno e sonnolenza comportamentale e soggettiva- ha mostrato, in primo luogo, un robusto valore predittivo dal parte dell’età mentre, in secondo luogo, è emersa una tendenza da parte del KSS e del PVT nel predire la prestazione rispetto ai tempi totali di lavoro e alla rapidità con cui vengono rifiutati gli stimoli distrattori nel compito di attenzione selettiva alla guida. I dati in merito a una minor efficienza del sonno nell’anziano risulterebbero coerenti con la letteratura di riferimento, sebbene tale aspetto non si rifletta in chiare differenze nelle performance al PVT. Al contrario, i giovani riportano maggior sonnolenza soggettiva di stato: tale inatteso risultato necessita di ulteriori chiarimenti e potrebbe rendere conto dell’assenza di specifiche differenziazioni prestazionali rispetto agli anziani. Infatti, rappresentando un limite intrinseco allo studio, potrebbe indebolire la successiva logica previsionale, volta specialmente all’individuazione della capacità del set delle misure soggettive e oggettive del sonno e della sonnolenza di predire le prestazioni nel comportamento di guida. D’altra parte, dagli approcci previsionali considerati a tale scopo, emerge il fattore età come unico e robusto predittore, mentre viene rilevata solo una tendenza da parte delle misure soggettive e oggettive della sonnolenza di prevedere la prestazione nei compiti di attenzione selettiva alla guida, confermando solo in maniera parziale le ipotesi di partenza.

La valutazione della sonnolenza e delle abilita’ di guida nella terza eta’ / Bartolacci, Chiara. - (2020 Feb).

La valutazione della sonnolenza e delle abilita’ di guida nella terza eta’

BARTOLACCI, CHIARA
01/02/2020

Abstract

L’eccessiva sonnolenza diurna (EDS) è una condizione patologica che interferisce con le attività quotidiane, causando un calo dei livelli di vigilanza che incide sulle capacità di concentrazione e di valutazione del tempo di reazione al pericolo. Tali aspetti sono particolarmente rilevanti nella valutazione delle performance di guida, che richiedono l’integrità di varie funzioni cognitive, fra cui le capacità attentive, percettive di valutazione del rischio nel traffico. Il normale invecchiamento fisiologico determina un aumento dei livelli di sonnolenza diurna, contestualmente a una frammentazione del sonno che diventa meno profondo e più frammentato. Al riguardo, alcuni studi hanno rilevato nelle persone anziane una prevalenza di EDS e una maggior vulnerabilità al rischio di incidenti stradali. Tuttavia, i dati relativi alle conseguenze di questi aspetti sulla quotidianità non sono stati sufficientemente indagati e i risultati disponibili non consentono di raccogliere informazioni esaustive. Peraltro, risulta mancante una validazione delle misure della sonnolenza nell’anziano sano alla guida. Lo studio si propone, quindi, di indagare la relazione tra qualità del sonno, sonnolenza diurna e performance di guida nella terza età. Metodo: 40 soggetti anziani (età 58-80) e 40 giovani (età 20-35) abilitati alla guida hanno effettuato una valutazione con i seguenti strumenti: Psychomotor Vigilance Task-PVT per la sonnolenza oggettiva comportamentale; Karolinska Sleepiness Scale-KSS ed Epworth Sleepiness Scale-ESS per la sonnolenza soggettiva; Pittsburgh Sleep Quality Index-PSQI per la qualità del sonno percepita; Cognitrone-COG/S11, Adaptive Tachistoscopic Traffic Perception Test-ATAVT e Vienna Risk-Taking Test Traffic-WRBTV (test della batteria Vienna Test System TRAFFIC) per la valutazione dell’attenzione selettiva alla guida, della percezione tachistoscopica e dell’assunzione del rischio nel traffico. Risultati e Conclusioni: Il confronto statistico effettuato per mezzo di un’ANOVA 2x2 between subjects (Età x Genere) ha mostrato: (1) una minor efficienza del sonno negli anziani rispetto ai giovani e delle tendenze a commettere un maggior numero di errori al PVT, con rallentamenti nel segmento dei tempi di reazione più rapidi; (2) un inatteso risultato relativo a maggior sonnolenza di stato da parte dei giovani; (3) delle robuste differenze legate all’età per quanto riguarda le variabili di guida, mostrando tempi di lavoro più lunghi, scarse performance attentive e percettive ma maggior prudenza nell’assunzione del rischio da parte degli anziani rispetto ai giovani. Un approccio previsionale condotto per mezzo di regressioni multiple ha dimostrato che fra le misure di qualità del sonno e sonnolenza soggettiva considerate, solamente il PSQI risulta in grado di predire la prestazione comportamentale al PVT. Infine, l’indagine condotta per mezzo di regressioni multiple, in merito alla predittività del comportamento di guida -da parte delle variabili relative ad età, qualità del sonno e sonnolenza comportamentale e soggettiva- ha mostrato, in primo luogo, un robusto valore predittivo dal parte dell’età mentre, in secondo luogo, è emersa una tendenza da parte del KSS e del PVT nel predire la prestazione rispetto ai tempi totali di lavoro e alla rapidità con cui vengono rifiutati gli stimoli distrattori nel compito di attenzione selettiva alla guida. I dati in merito a una minor efficienza del sonno nell’anziano risulterebbero coerenti con la letteratura di riferimento, sebbene tale aspetto non si rifletta in chiare differenze nelle performance al PVT. Al contrario, i giovani riportano maggior sonnolenza soggettiva di stato: tale inatteso risultato necessita di ulteriori chiarimenti e potrebbe rendere conto dell’assenza di specifiche differenziazioni prestazionali rispetto agli anziani. Infatti, rappresentando un limite intrinseco allo studio, potrebbe indebolire la successiva logica previsionale, volta specialmente all’individuazione della capacità del set delle misure soggettive e oggettive del sonno e della sonnolenza di predire le prestazioni nel comportamento di guida. D’altra parte, dagli approcci previsionali considerati a tale scopo, emerge il fattore età come unico e robusto predittore, mentre viene rilevata solo una tendenza da parte delle misure soggettive e oggettive della sonnolenza di prevedere la prestazione nei compiti di attenzione selettiva alla guida, confermando solo in maniera parziale le ipotesi di partenza.
feb-2020
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1342012
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