The article investigates the communication practices of cancer diagnosis through the qualitative content analysis of 30 semi-structured interviews with cancer patients recruited in the day hospital of a city in central Italy. The research shows that 77% of the interviewees were informed of the diagnosis by the doctor, 13% received a communication mediated by the family and 10% received the information through the independent reading of the reports. Practices of cautious and evasive communication by doctors find a certain correspondence in the patients’ preferences; 27% believe that information should be given in a personalized way evaluating case by case the possibility of partially informing the patient or postponing the communication. The results highlight the temporal dimension of the communication of the oncological diagnosis, which in literature is rather described as a dichotomous phenomenon and which instead is characterized here as a temporal continuum in which the execution of the treatments marks an important line of demarcation between a cautious communication and a late communication, which does not put the patient in a position to decide about her/his health

L’articolo indaga le pratiche comunicative di diagnosi oncologica attraverso l’a- nalisi qualitativa del contenuto di 30 interviste semi-strutturate rivolte a pazienti oncolo- gici reclutati nel day hospital di una città del centro Italia. La ricerca mette in luce che il 77% degli intervistati è stato informato della diagnosi dal medico, il 13% ha ricevuto una comunicazione mediata dai familiari e il 10% ha ricevuto l’informazione attraverso la let- tura autonoma dei referti. Pratiche di comunicazione cauta ed evasiva da parte dei medici trovano una certa corrispondenza nelle preferenze dei pazienti; il 27% ritiene infatti che l’informazione vada data in modo personalizzato valutando caso per caso la possibilità di informare il paziente in modo parziale o di rinviare la comunicazione. La comunicazione della diagnosi oncologica, che in letteratura è descritta come un fenomeno dicotomico, è qui rappresentata su un continuum temporale in cui l’effettuazione dei trattamenti segna una linea di demarcazione importante tra una comunicazione cauta e una comunicazione tardiva, che non mette il paziente in condizioni di decidere della sua salute.

Pratiche in uso nella comunicazione della diagnosi oncologica. Il punto di vista dei pazienti / Alby, Francesca. - In: GIORNALE ITALIANO DI PSICOLOGIA. - ISSN 0390-5349. - 46:1-2(2019), pp. 203-216. [10.1421/93788]

Pratiche in uso nella comunicazione della diagnosi oncologica. Il punto di vista dei pazienti

Alby Francesca
2019

Abstract

The article investigates the communication practices of cancer diagnosis through the qualitative content analysis of 30 semi-structured interviews with cancer patients recruited in the day hospital of a city in central Italy. The research shows that 77% of the interviewees were informed of the diagnosis by the doctor, 13% received a communication mediated by the family and 10% received the information through the independent reading of the reports. Practices of cautious and evasive communication by doctors find a certain correspondence in the patients’ preferences; 27% believe that information should be given in a personalized way evaluating case by case the possibility of partially informing the patient or postponing the communication. The results highlight the temporal dimension of the communication of the oncological diagnosis, which in literature is rather described as a dichotomous phenomenon and which instead is characterized here as a temporal continuum in which the execution of the treatments marks an important line of demarcation between a cautious communication and a late communication, which does not put the patient in a position to decide about her/his health
2019
L’articolo indaga le pratiche comunicative di diagnosi oncologica attraverso l’a- nalisi qualitativa del contenuto di 30 interviste semi-strutturate rivolte a pazienti oncolo- gici reclutati nel day hospital di una città del centro Italia. La ricerca mette in luce che il 77% degli intervistati è stato informato della diagnosi dal medico, il 13% ha ricevuto una comunicazione mediata dai familiari e il 10% ha ricevuto l’informazione attraverso la let- tura autonoma dei referti. Pratiche di comunicazione cauta ed evasiva da parte dei medici trovano una certa corrispondenza nelle preferenze dei pazienti; il 27% ritiene infatti che l’informazione vada data in modo personalizzato valutando caso per caso la possibilità di informare il paziente in modo parziale o di rinviare la comunicazione. La comunicazione della diagnosi oncologica, che in letteratura è descritta come un fenomeno dicotomico, è qui rappresentata su un continuum temporale in cui l’effettuazione dei trattamenti segna una linea di demarcazione importante tra una comunicazione cauta e una comunicazione tardiva, che non mette il paziente in condizioni di decidere della sua salute.
oncology; doctor-patient communication; bad news; cancer diagnosis
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Pratiche in uso nella comunicazione della diagnosi oncologica. Il punto di vista dei pazienti / Alby, Francesca. - In: GIORNALE ITALIANO DI PSICOLOGIA. - ISSN 0390-5349. - 46:1-2(2019), pp. 203-216. [10.1421/93788]
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