Il 1918 costituisce un anno cruciale per lo sviluppo delle Relazioni internazionali come disciplina autonoma, che ne ha condizionato gli sviluppi sin dagli esordi. Fino allo scoppio della Grande guerra, infatti, la gestione degli affari esteri era nelle mani degli specialisti del settore, essendo considerata dagli stessi partiti un ‘attività estranea ai loro interessi prioritari. Le cause, forme, l’esito, nonché le aspettative del conflitto determinarono, l’anno successivo alla sua conclusione, la costituzione presso l’University College del Galles di Aberystwyth della prima cattedra interamente dedicata a quest’area di studi, che da allora in avanti si emancipò dai campi di indagine del diritto internazionale, della storia diplomatica e dell’economia internazionale. L’impatto politico, sociale e psicologico generato su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico dalle distruzioni provocate dal conflitto, infatti, diffuse per la prima volta tra le opinioni pubbliche nazionali la convinzione che la politica estera degli Stati non dovesse più essere il regno degli arcani imperi riservato esclusivamente all’élite politica e diplomatica, così come la guerra non dovesse più essere un hortus clausus degli apparati militari. Era proprio la segretezza degli accordi internazionali, infatti, ad essere additata tra le principali cause della violenza tra gli Stati. Nacque così la richiesta e, di conseguenza, la necessità di fornire a un maggior numero di persone gli strumenti necessari per comprendere e interpretare le regole e le dinamiche della politica internazionale, con lo scopo implicito di incentivare la ricerca delle reali cause della guerra e delle condizioni che avrebbero permesso di mantenere la pace.

L'origine dell'instabilità interbellica nella teoria delle relazioni internazionali / Natalizia, Gabriele. - (2019), pp. 377-388. (Intervento presentato al convegno Il 1918- La vittoria e il sacrificio tenutosi a Roma).

L'origine dell'instabilità interbellica nella teoria delle relazioni internazionali

Gabriele Natalizia
2019

Abstract

Il 1918 costituisce un anno cruciale per lo sviluppo delle Relazioni internazionali come disciplina autonoma, che ne ha condizionato gli sviluppi sin dagli esordi. Fino allo scoppio della Grande guerra, infatti, la gestione degli affari esteri era nelle mani degli specialisti del settore, essendo considerata dagli stessi partiti un ‘attività estranea ai loro interessi prioritari. Le cause, forme, l’esito, nonché le aspettative del conflitto determinarono, l’anno successivo alla sua conclusione, la costituzione presso l’University College del Galles di Aberystwyth della prima cattedra interamente dedicata a quest’area di studi, che da allora in avanti si emancipò dai campi di indagine del diritto internazionale, della storia diplomatica e dell’economia internazionale. L’impatto politico, sociale e psicologico generato su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico dalle distruzioni provocate dal conflitto, infatti, diffuse per la prima volta tra le opinioni pubbliche nazionali la convinzione che la politica estera degli Stati non dovesse più essere il regno degli arcani imperi riservato esclusivamente all’élite politica e diplomatica, così come la guerra non dovesse più essere un hortus clausus degli apparati militari. Era proprio la segretezza degli accordi internazionali, infatti, ad essere additata tra le principali cause della violenza tra gli Stati. Nacque così la richiesta e, di conseguenza, la necessità di fornire a un maggior numero di persone gli strumenti necessari per comprendere e interpretare le regole e le dinamiche della politica internazionale, con lo scopo implicito di incentivare la ricerca delle reali cause della guerra e delle condizioni che avrebbero permesso di mantenere la pace.
2019
Il 1918- La vittoria e il sacrificio
ordine internazionale; instabilità; guerra maggiore; crisi dei vent'anni
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
L'origine dell'instabilità interbellica nella teoria delle relazioni internazionali / Natalizia, Gabriele. - (2019), pp. 377-388. (Intervento presentato al convegno Il 1918- La vittoria e il sacrificio tenutosi a Roma).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1332678
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