Il paesaggio costiero è il risultato dell’azione combinata di processi fluviali, marini, eolici e antropici ed è caratterizzato da una morfologia estremamente variabile nel tempo. Circa il 60 % della popolazione mondiale vive a una distanza non superiore a 100 km dal mare e il 40 % delle città con più di 500.000 abitanti è situata sulle coste. Ciò è avvenuto a causa di condizioni climatiche più favorevoli rispetto alle zone interne, di maggiori possibilità di procacciarsi alimenti (risorse della pesca o sale marino), di migliori possibilità per gli insediamenti abitativi favoriti dall’assetto pianeggiante delle aree costiere, dalla disponibilità di acqua, dalla possibilità di traffici marittimi. Le aree costiere così fortemente antropizzate negli ultimi decenni hanno subito un imponente fenomeno di erosione, circa il 70 % dei litorali sabbiosi del mondo è in riduzione proprio laddove maggiore è la pressione insediativa. Lungo le coste del Mediterraneo vivono oltre il 75% degli abitanti delle nazioni rivierasche e, unitamente agli insediamenti abitativi, sono presenti tutta una serie di strutture legate a significative attività socio-economiche. Negli ultimi decenni anche le aree costiere italiane sono andate incontro ad un intensificarsi dei fenomeni erosivi: in Italia su 3950 km di spiagge il 42% è in erosione e nel Lazio su 216 km di litorali mobili la percentuale aumenta fin oltre il 54%. Ciò ha reso necessari, a partire dalla seconda metà del XX secolo, urgenti e costosi interventi di difesa, al fine di proteggere la costa. Molte sono state le opere di difesa edificate lungo tutto il litorale, ma tali opere sono state danneggiate dalle violente mareggiate invernali, rendendo necessario il ripristino delle stesse ovvero la riprogettazione di nuove tipologie di intervento. In una fascia costiera un effetto particolarmente significativo è dato dalla variazione relativa del livello del mare. Eventi di questo tipo provocano l’emersione o l’annegamento di parte della fascia costiera, inducono la migrazione della linea di riva modificando e talvolta stravolgendo il panorama della costa stessa. A questi fattori naturali si sovrappone l’azione dell’uomo che nel tempo è divenuto un importante agente morfogenetico la cui azione, oggi ovunque sensibile, diviene particolarmente efficace in ambienti altamente dinamici e particolarmente sensibili quali, appunto, quelli costieri. La costruzione di porti, moli e di dighe sui fiumi nonché l’estrazione di inerti dagli alvei fluviali hanno ridotto progressivamente l’apporto di sedimento e dunque la fonte principale di materiale utile al pascimento delle spiagge L’area oggetto di studio è l’apice deltizio del Fiume Tevere, un litorale di grande pregio storico- ambientale e fortemente urbanizzato; tale paraggio, allungato per circa 12 km, negli ultimi sessanta anni ha subìto fenomeni di erosione così marcati da rendere necessaria la messa in opera di diverse tipologie di protezione della spiaggia, dell’abitato e delle vie di comunicazione.

Vulnerabilità all’erosione del litorale del delta del Fiume Tevere (Mar Tirreno, Italia Centrale) / Davoli, Lina; Tarragoni, Claudia. - In: GEOLOGIA DELL'AMBIENTE. - ISSN 1591-5352. - 3 suppl.(2019), pp. 43-48.

Vulnerabilità all’erosione del litorale del delta del Fiume Tevere (Mar Tirreno, Italia Centrale)

davoli, lina
Conceptualization
;
2019

Abstract

Il paesaggio costiero è il risultato dell’azione combinata di processi fluviali, marini, eolici e antropici ed è caratterizzato da una morfologia estremamente variabile nel tempo. Circa il 60 % della popolazione mondiale vive a una distanza non superiore a 100 km dal mare e il 40 % delle città con più di 500.000 abitanti è situata sulle coste. Ciò è avvenuto a causa di condizioni climatiche più favorevoli rispetto alle zone interne, di maggiori possibilità di procacciarsi alimenti (risorse della pesca o sale marino), di migliori possibilità per gli insediamenti abitativi favoriti dall’assetto pianeggiante delle aree costiere, dalla disponibilità di acqua, dalla possibilità di traffici marittimi. Le aree costiere così fortemente antropizzate negli ultimi decenni hanno subito un imponente fenomeno di erosione, circa il 70 % dei litorali sabbiosi del mondo è in riduzione proprio laddove maggiore è la pressione insediativa. Lungo le coste del Mediterraneo vivono oltre il 75% degli abitanti delle nazioni rivierasche e, unitamente agli insediamenti abitativi, sono presenti tutta una serie di strutture legate a significative attività socio-economiche. Negli ultimi decenni anche le aree costiere italiane sono andate incontro ad un intensificarsi dei fenomeni erosivi: in Italia su 3950 km di spiagge il 42% è in erosione e nel Lazio su 216 km di litorali mobili la percentuale aumenta fin oltre il 54%. Ciò ha reso necessari, a partire dalla seconda metà del XX secolo, urgenti e costosi interventi di difesa, al fine di proteggere la costa. Molte sono state le opere di difesa edificate lungo tutto il litorale, ma tali opere sono state danneggiate dalle violente mareggiate invernali, rendendo necessario il ripristino delle stesse ovvero la riprogettazione di nuove tipologie di intervento. In una fascia costiera un effetto particolarmente significativo è dato dalla variazione relativa del livello del mare. Eventi di questo tipo provocano l’emersione o l’annegamento di parte della fascia costiera, inducono la migrazione della linea di riva modificando e talvolta stravolgendo il panorama della costa stessa. A questi fattori naturali si sovrappone l’azione dell’uomo che nel tempo è divenuto un importante agente morfogenetico la cui azione, oggi ovunque sensibile, diviene particolarmente efficace in ambienti altamente dinamici e particolarmente sensibili quali, appunto, quelli costieri. La costruzione di porti, moli e di dighe sui fiumi nonché l’estrazione di inerti dagli alvei fluviali hanno ridotto progressivamente l’apporto di sedimento e dunque la fonte principale di materiale utile al pascimento delle spiagge L’area oggetto di studio è l’apice deltizio del Fiume Tevere, un litorale di grande pregio storico- ambientale e fortemente urbanizzato; tale paraggio, allungato per circa 12 km, negli ultimi sessanta anni ha subìto fenomeni di erosione così marcati da rendere necessaria la messa in opera di diverse tipologie di protezione della spiaggia, dell’abitato e delle vie di comunicazione.
2019
delta del F. Tevere; erosione; vulnerabilità costieraa; clima meteomarino
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Vulnerabilità all’erosione del litorale del delta del Fiume Tevere (Mar Tirreno, Italia Centrale) / Davoli, Lina; Tarragoni, Claudia. - In: GEOLOGIA DELL'AMBIENTE. - ISSN 1591-5352. - 3 suppl.(2019), pp. 43-48.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1330203
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