Il contributo si basa su un ritrovamento documentario. Un inedito inventario di scritture travate in casa del cardinal Inigo Avalos de Aragona e redatto a seguito della morte del conte Niccolò della Genga, oggi conservato presso l'Archivio di Stato di Roma. Nell'inventario si fa riferimento a una quietanza, datata 25 gennaio 1589, per il pagamento del Ritratto del cardinal Savelli di Scipione Pulzone, conservato presso la Galleria Corsini ed esistente in copia autografa, dipinta su rame, presso la National Gallery di Londra. l'opera è pagata da Niccolò della Genga al Pulzone scudi 50 d'oro in oro. Questo ha permesso allo scrivente di chiarire i dubbi persistenti circa il soggetto, la cronologia e la commissione dell'opera. Niccolò della Genga infatti fu al servizio del cardinal Giacomo Savelli assieme al fratello Prospero ed è probabile che il ritratto fosse richiesto al Gaetano poco prima della morte del cardinale (5 dicembre 1587). Una ricognizione della storia critica permette infine di avvalorare o smentire le tesi scaturite dal dibattito intorno al dipinto. L'articolo si completa ricostruendo la figura del della Genga e chiarendone i legami con la famiglia Savelli.
Il ritratto del cardinal Giacomo Savelli: Scipione Pulzone e i della Genga / Spina, Francesco. - In: STORIA DELL'ARTE. - ISSN 0392-4513. - 2:150(2019), pp. 78-87.
Il ritratto del cardinal Giacomo Savelli: Scipione Pulzone e i della Genga
francesco spina
2019
Abstract
Il contributo si basa su un ritrovamento documentario. Un inedito inventario di scritture travate in casa del cardinal Inigo Avalos de Aragona e redatto a seguito della morte del conte Niccolò della Genga, oggi conservato presso l'Archivio di Stato di Roma. Nell'inventario si fa riferimento a una quietanza, datata 25 gennaio 1589, per il pagamento del Ritratto del cardinal Savelli di Scipione Pulzone, conservato presso la Galleria Corsini ed esistente in copia autografa, dipinta su rame, presso la National Gallery di Londra. l'opera è pagata da Niccolò della Genga al Pulzone scudi 50 d'oro in oro. Questo ha permesso allo scrivente di chiarire i dubbi persistenti circa il soggetto, la cronologia e la commissione dell'opera. Niccolò della Genga infatti fu al servizio del cardinal Giacomo Savelli assieme al fratello Prospero ed è probabile che il ritratto fosse richiesto al Gaetano poco prima della morte del cardinale (5 dicembre 1587). Una ricognizione della storia critica permette infine di avvalorare o smentire le tesi scaturite dal dibattito intorno al dipinto. L'articolo si completa ricostruendo la figura del della Genga e chiarendone i legami con la famiglia Savelli.File | Dimensione | Formato | |
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