Il lavoro qui presentato parte dal gap esistente tra le esigenze informative di statistiche migratorie espresse a livello nazionale e internazionale e l’attuale produzione di informazioni sul fenomeno. Il lavoro svolto ha evidenziato il potenziale offerto dall'utilizzo integrato delle fonti disponibili. In particolare, l’integrazione delle fonti ha prodotto un significativo cambiamento delle statistiche sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo. Il lavoro ha consentito di osservare in modo più accurato gli effetti della crisi economica sulle migrazioni internazionali in Italia che non ha solo ridotto gli ingressi di stranieri, come già evidenziato dalla statistica ufficiale, ma che ne ha anche aumentato le uscite in maniera consistente. Inoltre, con questo approccio sono misurabile in un’ottica longitudinale altre tipologie di migrazioni, come quelle di ritorno e circolari, sulle quali la necessità di informazioni si fa sempre più cogente e la disponibilità di dati è pressoché nulla. Al di là di questo obiettivo generale, il lavoro svolto ha avuto come scopo anche quello di fornire nuove possibilità di analisi del fenomeno che consentano di osservare aspetti molto difficili da individuare in un’ottica tradizionale. In particolare ci si è chiesti se l’acquisizione della cittadinanza ha continuato a “proteggere” dall'emigrazione? Quali sono le caratteristiche che, a parità di altre condizioni, sono connesse con una maggiore propensione a emigrare? L’analisi mostra che l’acquisizione della cittadinanza (italiana) rimane un obiettivo per gli immigrati che intendono stabilizzarsi sul territorio, quindi meno propensi a lasciare il Paese. Tuttavia, rispetto a chi era già diventato cittadino italiano nel 2011, chi acquisisce la cittadinanza nel periodo vede l’acquisizione di cittadinanza meno come uno strumento per integrarsi nel paese di accoglienza e sempre più come un passaporto per emigrare all'interno in un altro paese dell’Unione Europea.

L’emigrazione dall'Italia attraverso l’integrazione e l’analisi di rilevazioni statistiche e fonti ufficiali / Tucci, Enrico. - (2019 Sep 16).

L’emigrazione dall'Italia attraverso l’integrazione e l’analisi di rilevazioni statistiche e fonti ufficiali

TUCCI, ENRICO
16/09/2019

Abstract

Il lavoro qui presentato parte dal gap esistente tra le esigenze informative di statistiche migratorie espresse a livello nazionale e internazionale e l’attuale produzione di informazioni sul fenomeno. Il lavoro svolto ha evidenziato il potenziale offerto dall'utilizzo integrato delle fonti disponibili. In particolare, l’integrazione delle fonti ha prodotto un significativo cambiamento delle statistiche sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo. Il lavoro ha consentito di osservare in modo più accurato gli effetti della crisi economica sulle migrazioni internazionali in Italia che non ha solo ridotto gli ingressi di stranieri, come già evidenziato dalla statistica ufficiale, ma che ne ha anche aumentato le uscite in maniera consistente. Inoltre, con questo approccio sono misurabile in un’ottica longitudinale altre tipologie di migrazioni, come quelle di ritorno e circolari, sulle quali la necessità di informazioni si fa sempre più cogente e la disponibilità di dati è pressoché nulla. Al di là di questo obiettivo generale, il lavoro svolto ha avuto come scopo anche quello di fornire nuove possibilità di analisi del fenomeno che consentano di osservare aspetti molto difficili da individuare in un’ottica tradizionale. In particolare ci si è chiesti se l’acquisizione della cittadinanza ha continuato a “proteggere” dall'emigrazione? Quali sono le caratteristiche che, a parità di altre condizioni, sono connesse con una maggiore propensione a emigrare? L’analisi mostra che l’acquisizione della cittadinanza (italiana) rimane un obiettivo per gli immigrati che intendono stabilizzarsi sul territorio, quindi meno propensi a lasciare il Paese. Tuttavia, rispetto a chi era già diventato cittadino italiano nel 2011, chi acquisisce la cittadinanza nel periodo vede l’acquisizione di cittadinanza meno come uno strumento per integrarsi nel paese di accoglienza e sempre più come un passaporto per emigrare all'interno in un altro paese dell’Unione Europea.
16-set-2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1314365
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