La Legge di Bilancio 2018 ha confermato ulteriormente l’intenzione del governo uscente e, in generale, delle forze politiche di proseguire il cammino verso l’implementazione di politiche pubbliche favorevoli all’Industria 4.0. Fino ad oggi è stata utilizzata soprattutto la leva fiscale per stimolare gli investimenti nei macchinari di nuova generazione e aumentare il tasso di automatizzazione dei processi produttivi all’interno del tessuto industriale italiano. Attraverso strumenti quali l’ammortamento e il credito d’imposta l’attenzione del Governo si è concentrata sul facilitare l’accesso ai macchinari ed ai software necessari a porre le basi per costruire fabbriche intelligenti e fattori meccanici di produzione interconnessi fra di loro. Questa strategia nazionale sembra aver funzionato solamente in modo parziale. Gli investimenti, come previsto, sono aumentati sensibilmente rispetto agli anni della crisi economica, tuttavia sono rimasti legati al mero rinnovamento del parco macchine. Ad oggi, sono rimasti esclusi da questo stimolo positivo due fattori fondamentali affinché le PMI italiane possano entrare pienamente nel mondo dell’Industria 4.0: la formazione e le competenze. L’obiettivo di questo articolo è duplice. Da un lato viene sottolineata l’importanza delle competenze e della formazione del capitale umano in un contesto industriale 4.0. Dall'altro viene svolta un'analisi del Piano Industria 4.0 implementato nel 2016 dal Governo Italiano e dell'impatto che ha avuto sulle imprese italiane, in particolare per quanto riguarda la questione delle skill.

Le imprese italiane e le competenze mancanti. Un'analisi del Piano Industria 4.0 / Bandini, Giacomo. - In: QUADERNI DI RICERCA SULL'ARTIGIANATO. - ISSN 1590-296X. - 3/2018(2018), pp. 443-475. [10.12830/92052]

Le imprese italiane e le competenze mancanti. Un'analisi del Piano Industria 4.0

BANDINI, GIACOMO
Co-primo
2018

Abstract

La Legge di Bilancio 2018 ha confermato ulteriormente l’intenzione del governo uscente e, in generale, delle forze politiche di proseguire il cammino verso l’implementazione di politiche pubbliche favorevoli all’Industria 4.0. Fino ad oggi è stata utilizzata soprattutto la leva fiscale per stimolare gli investimenti nei macchinari di nuova generazione e aumentare il tasso di automatizzazione dei processi produttivi all’interno del tessuto industriale italiano. Attraverso strumenti quali l’ammortamento e il credito d’imposta l’attenzione del Governo si è concentrata sul facilitare l’accesso ai macchinari ed ai software necessari a porre le basi per costruire fabbriche intelligenti e fattori meccanici di produzione interconnessi fra di loro. Questa strategia nazionale sembra aver funzionato solamente in modo parziale. Gli investimenti, come previsto, sono aumentati sensibilmente rispetto agli anni della crisi economica, tuttavia sono rimasti legati al mero rinnovamento del parco macchine. Ad oggi, sono rimasti esclusi da questo stimolo positivo due fattori fondamentali affinché le PMI italiane possano entrare pienamente nel mondo dell’Industria 4.0: la formazione e le competenze. L’obiettivo di questo articolo è duplice. Da un lato viene sottolineata l’importanza delle competenze e della formazione del capitale umano in un contesto industriale 4.0. Dall'altro viene svolta un'analisi del Piano Industria 4.0 implementato nel 2016 dal Governo Italiano e dell'impatto che ha avuto sulle imprese italiane, in particolare per quanto riguarda la questione delle skill.
2018
Industria 4.0, Competenze, Formazione, PMI, Innovazione
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Le imprese italiane e le competenze mancanti. Un'analisi del Piano Industria 4.0 / Bandini, Giacomo. - In: QUADERNI DI RICERCA SULL'ARTIGIANATO. - ISSN 1590-296X. - 3/2018(2018), pp. 443-475. [10.12830/92052]
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