Nei New Media la rappresentazione dell’altro può assumere svariate forme. Attraverso la ricerca etnografica, si affronta il tema rendendo conto di come l’altro venga raccontato all’interno di un gruppo Facebook facente riferimento agli abitanti di un quartiere romano. Qui infatti la rappresentazione dell’altro diventa uno dei punti nevralgici della meta-narrazione del quartiere stesso che viene continuamente performata. Poiché il gruppo impone regole ben precise per vietare argomenti spinosi al fine di evitare furiosi litigi, il tema non viene affrontato direttamente attraverso discussioni politiche o riferite alle tradizioni del posto, ma attraverso un racconto pedissequo delle gesta dei rappresentanti “l’altro” (principalmente Rom o generici “immigrati”). Questi racconti, spesso corredati di fotografie, costituiscono resoconti attorno ai quali si formano discussioni che pongono ogni volta nuovi confini su cosa e come sia “l’altro”. Di queste rappresentazioni si possono osservare principalmente due filoni narrativi: l’altro come simbolo del degrado urbano e dell’impossibilità di un’integrazione, o l’altro “buono e lavoratore”, disposto a veri sacrifici pur di diventare uno di “noi”. Questi stereotipi rinnovandosi continuamente arrivano a costruire un’immagine ben precisa dell’altro e di cosa sia “razzismo”, ma anche di cosa sia “perbenismo”, ritenuto una minaccia altrettanto pericolosa per il quartiere.
Raccontare l'altro su facebook. Razzismo e perbenismo nelle narrazioni collettive online / Aliberti, Francesco. - (2019), pp. 41-54. (Intervento presentato al convegno Interpretare il razzismo tenutosi a Milano).
Raccontare l'altro su facebook. Razzismo e perbenismo nelle narrazioni collettive online
ALIBERTI, FRANCESCO
2019
Abstract
Nei New Media la rappresentazione dell’altro può assumere svariate forme. Attraverso la ricerca etnografica, si affronta il tema rendendo conto di come l’altro venga raccontato all’interno di un gruppo Facebook facente riferimento agli abitanti di un quartiere romano. Qui infatti la rappresentazione dell’altro diventa uno dei punti nevralgici della meta-narrazione del quartiere stesso che viene continuamente performata. Poiché il gruppo impone regole ben precise per vietare argomenti spinosi al fine di evitare furiosi litigi, il tema non viene affrontato direttamente attraverso discussioni politiche o riferite alle tradizioni del posto, ma attraverso un racconto pedissequo delle gesta dei rappresentanti “l’altro” (principalmente Rom o generici “immigrati”). Questi racconti, spesso corredati di fotografie, costituiscono resoconti attorno ai quali si formano discussioni che pongono ogni volta nuovi confini su cosa e come sia “l’altro”. Di queste rappresentazioni si possono osservare principalmente due filoni narrativi: l’altro come simbolo del degrado urbano e dell’impossibilità di un’integrazione, o l’altro “buono e lavoratore”, disposto a veri sacrifici pur di diventare uno di “noi”. Questi stereotipi rinnovandosi continuamente arrivano a costruire un’immagine ben precisa dell’altro e di cosa sia “razzismo”, ma anche di cosa sia “perbenismo”, ritenuto una minaccia altrettanto pericolosa per il quartiere.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Aliberti_Raccontare-l'altro-facebook_2019.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Creative commons
Dimensione
382.09 kB
Formato
Adobe PDF
|
382.09 kB | Adobe PDF |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.