Da quando sono stato invitato a scrivere questo breve testo sul progetto dello studio ABDR per il Parco della Musica di Firenze, torno ciclicamente col pensiero a una fotografia di Nicolò Orsi Battaglini che inquadra il paesaggio storico urbano dal parapetto posto sul fondo della cavea all’aperto collocata sulla copertura del Teatro Lirico. L’immagine è potentissima: in primo piano al centro il vuoto tra le sedute dell’ultima fila delle quali appaiono come sentinelle i blocchi sui lati, il pavimento con le fughe ben delineate, poi il muro la cui generosissima sommità è perpendicolare al volume inclinato che contiene la sala. Questo piano, increspato di una decina di gradi, definisce un primo orizzonte la cui astrattezza tettonica accompagna lo sguardo che scivola naturalmente in profondità, indugiando sullo sky-line della città. Scompare il tessuto urbano, idealmente sintetizzato dalla plastica tridimensionalità della massa muraria, svettano le emergenze che da sole raccontano, con laconica chiarezza, di Firenze e dei suoi fasti. La cupola di Santa Maria del Fiore sulla sinistra insieme al Campanile di Giotto, poi appena decentrato rispetto alla composizione Palazzo Vecchio con la caratteristica torre in facciata, e ancora Boboli a destra. Infine il profilo dolce dei colli toscani.
Piccolo paesaggio (monumentale) fiorentino / Toppetti, Fabrizio. - In: ENTER_VISTA. - ISSN 2612-0534. - 2(2018), pp. 25-27.
Piccolo paesaggio (monumentale) fiorentino
Fabrizio Toppetti
2018
Abstract
Da quando sono stato invitato a scrivere questo breve testo sul progetto dello studio ABDR per il Parco della Musica di Firenze, torno ciclicamente col pensiero a una fotografia di Nicolò Orsi Battaglini che inquadra il paesaggio storico urbano dal parapetto posto sul fondo della cavea all’aperto collocata sulla copertura del Teatro Lirico. L’immagine è potentissima: in primo piano al centro il vuoto tra le sedute dell’ultima fila delle quali appaiono come sentinelle i blocchi sui lati, il pavimento con le fughe ben delineate, poi il muro la cui generosissima sommità è perpendicolare al volume inclinato che contiene la sala. Questo piano, increspato di una decina di gradi, definisce un primo orizzonte la cui astrattezza tettonica accompagna lo sguardo che scivola naturalmente in profondità, indugiando sullo sky-line della città. Scompare il tessuto urbano, idealmente sintetizzato dalla plastica tridimensionalità della massa muraria, svettano le emergenze che da sole raccontano, con laconica chiarezza, di Firenze e dei suoi fasti. La cupola di Santa Maria del Fiore sulla sinistra insieme al Campanile di Giotto, poi appena decentrato rispetto alla composizione Palazzo Vecchio con la caratteristica torre in facciata, e ancora Boboli a destra. Infine il profilo dolce dei colli toscani.File | Dimensione | Formato | |
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