Il pittore Giovanni Francesco Romanelli, tra i più noti allievi di Pietro da Cortona, maturò un rapporto privilegiato con la Francia nei decenni centrali del XVII secolo, sia attraverso l’invio di opere dall’Italia sia grazie ai soggiorni parigini, che lo portarono a realizzare grandi imprese decorative nel Palazzo Mazzarino (1646-1647) e in quello del Louvre (1655-1657). Queste creazioni rappresentano uno dei momenti chiave delle relazioni e degli scambi culturali tra Francia e Italia. Anche nel Settecento il pittore conobbe un discreto successo come testimoniano le collezioni e il mercato dell’arte, ma anche le prime biografie francesi. La presente ricerca indaga la fortuna e la ricezione in ambito francese della produzione artistica di Romanelli, a partire dagli anni Quaranta del Seicento fino agli ultimi decenni del secolo successivo. Il tema trattato si articola nei seguenti campi d’indagine: le committenze e il collezionismo di opere del viterbese in Francia, la letteratura artistica e la fortuna visiva attraverso le incisioni. Primo oggetto di studio sono state le decorazioni eseguite da Romanelli in Francia quali i cicli di pitture del palazzo vescovile di Carpentras, del palazzo del cardinale Mazzarino e dell’appartamento estivo della regina madre Anna d’Austria al Louvre. In seguito sono state prese in considerazione le pale d’altare attribuite al pittore e i dipinti nelle collezioni francesi tra XVII e XVIII secolo, che dimostrano l’elevata presenza di opere di Romanelli in Francia nei due secoli. La letteratura artistica francese di Sei e Settecento, studiata nelle sue molteplici forme letterarie (biografie, guide, diari di viaggio o poemi), ci ha restituito i differenti giudizi espressi sulle qualità riconosciute o negate a Romanelli, in stretta dipendenza con l’immagine che la stessa letteratura riservava al suo maestro Pietro da Cortona o ad altri artisti, come Reni, ritenuti possibili modelli di riferimento per il viterbese. Altro importante aspetto utile per cogliere la fortuna dell’artista è stato lo studio della diffusione della sua opera attraverso la stampa, con particolare attenzione alle traduzioni eseguite dagli incisori francesi e alla selezione operata a partire dal corpus di opere di Romanelli, mettendo in rilievo le presenze e le altrettanto eloquenti assenze. L’analisi e il confronto di questi differenti campi hanno permesso di costruire un quadro il più possibile esaustivo della fortuna critica, tanto testuale e quanto visiva, dell’artista nel periodo in esame.
Ricezione e fortuna di un pittore italiano in Francia: Giovanni Francesco Romanelli tra XVII e XVIII secolo / Iacolina, Dario. - (2019 May 24).
Ricezione e fortuna di un pittore italiano in Francia: Giovanni Francesco Romanelli tra XVII e XVIII secolo
IACOLINA, DARIO
24/05/2019
Abstract
Il pittore Giovanni Francesco Romanelli, tra i più noti allievi di Pietro da Cortona, maturò un rapporto privilegiato con la Francia nei decenni centrali del XVII secolo, sia attraverso l’invio di opere dall’Italia sia grazie ai soggiorni parigini, che lo portarono a realizzare grandi imprese decorative nel Palazzo Mazzarino (1646-1647) e in quello del Louvre (1655-1657). Queste creazioni rappresentano uno dei momenti chiave delle relazioni e degli scambi culturali tra Francia e Italia. Anche nel Settecento il pittore conobbe un discreto successo come testimoniano le collezioni e il mercato dell’arte, ma anche le prime biografie francesi. La presente ricerca indaga la fortuna e la ricezione in ambito francese della produzione artistica di Romanelli, a partire dagli anni Quaranta del Seicento fino agli ultimi decenni del secolo successivo. Il tema trattato si articola nei seguenti campi d’indagine: le committenze e il collezionismo di opere del viterbese in Francia, la letteratura artistica e la fortuna visiva attraverso le incisioni. Primo oggetto di studio sono state le decorazioni eseguite da Romanelli in Francia quali i cicli di pitture del palazzo vescovile di Carpentras, del palazzo del cardinale Mazzarino e dell’appartamento estivo della regina madre Anna d’Austria al Louvre. In seguito sono state prese in considerazione le pale d’altare attribuite al pittore e i dipinti nelle collezioni francesi tra XVII e XVIII secolo, che dimostrano l’elevata presenza di opere di Romanelli in Francia nei due secoli. La letteratura artistica francese di Sei e Settecento, studiata nelle sue molteplici forme letterarie (biografie, guide, diari di viaggio o poemi), ci ha restituito i differenti giudizi espressi sulle qualità riconosciute o negate a Romanelli, in stretta dipendenza con l’immagine che la stessa letteratura riservava al suo maestro Pietro da Cortona o ad altri artisti, come Reni, ritenuti possibili modelli di riferimento per il viterbese. Altro importante aspetto utile per cogliere la fortuna dell’artista è stato lo studio della diffusione della sua opera attraverso la stampa, con particolare attenzione alle traduzioni eseguite dagli incisori francesi e alla selezione operata a partire dal corpus di opere di Romanelli, mettendo in rilievo le presenze e le altrettanto eloquenti assenze. L’analisi e il confronto di questi differenti campi hanno permesso di costruire un quadro il più possibile esaustivo della fortuna critica, tanto testuale e quanto visiva, dell’artista nel periodo in esame.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_dottorato_Iacolina.pdf
Open Access dal 31/08/2021
Tipologia:
Tesi di dottorato
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
103.36 MB
Formato
Adobe PDF
|
103.36 MB | Adobe PDF |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.