Tipicamente, la progettazione di interventi di bonifica in siti inquinati viene realizzata sulla base dei dati di caratterizzazione che, soprattutto nella normativa italiana, sono indirizzati alla acquisizione dei parametri necessari alla conduzione della Analisi di Rischio (per la determinazione delle CSR sito specifiche) ma che spesso risultano poi insufficienti ai fini della identificazione della migliore strategia di bonifica. In particolare, molto spesso ci si trova a progettare interventi utilizzando come base dati risultati di caratterizzazioni condotte molti anni prima e che non tengono quindi conto del naturale “invecchiamento” delle potenziali sorgenti secondarie di contaminazione. Tale aspetto risulta di particolare rilevanza nel caso di contaminazioni da carburanti, miscele complesse di idrocarburi che contengono categorie di sostanze con proprietà chimico/fisiche e di biodegradabilità significativamente differenti. Nella fase iniziale dello sversamento, o comunque quando la sorgente primaria è attiva, sono mobilizzabili nel flusso di falda le componenti più solubili (i.e. BTEX) e sono attivi processi di biodegradazione aerobica sulle frazioni più prontamente degradabili (idrocarburi lineari a catena più corta). Al progressivo invecchiamento delle sorgenti corrisponde un impoverimento delle frazioni più mobili e degradabili con l’accumulo di frazioni a più alto peso molecolare e sempre meno veicolabili sia nella fase acquosa che in quella del soil gas. L’accurata caratterizzazione delle reali caratteristiche delle fasi residuali consente la definizione della migliore strategia di bonifica. Nel presente lavoro verrà presentato l’approccio e i risulti relativi alla definizione del modello concettuale del sito di Decimomannu (CA), una base aerea della Aeronautica Militare interessata nel passato da sversamenti accidentali di carburante avio, JP8, a seguito di rotture nelle condotte di adduzione del carburante alle zone di rifornimento aeromobili. La caratterizzazione è basata sulla notevole mole di dati derivanti dalle pregresse attività propedeutiche alla messa in sicurezza del sito (Barrieramento idraulico e monitoraggio) e alla redazione della Analisi di Rischio. I dati, utilizzati per la costruzione di un database georeferenziato, sono stati integrati da prove idrauliche su campo, sondaggi addizionali profondi, campagne di geofisica e speciazione dettagliata, mediante GC-MS, di surnatante occasionalmente rilevato negli anni nella rete piezometrica di monitoraggio. Inoltre, sul sito è stata condotta una campagna con la tecnologia UVOST-LIF (Laser Induced Fluorescence), la prima nel nostro paese, che ha consentito di delimitare i volumi di sottosuolo impattati precedentemente dagli sversamenti primari. La integrazione della grande quantità di informazioni ha permesso di delineare un modello concettuale del sito più rappresentativo della attuale situazione ed essenziale per la definizione della corretta strategia di intervento.
Approccio integrato nella gestione di un sito contaminato da carburanti avio. La base aerea di Decimomannu (CA) / Petrangeli Papini, M.; Ciampi, P.; Esposito, C.; Rizzetto, P.; Chiappa, A.; Bernabei, M.; Cassiani, Giorgio; Piero Deidda, Gian. - (2019). (Intervento presentato al convegno Workshop SiCon 2019 “SITI CONTAMINATI. Esperienze negli interventi di risanamento tenutosi a Brescia).
Approccio integrato nella gestione di un sito contaminato da carburanti avio. La base aerea di Decimomannu (CA)
M. Petrangeli Papini
Writing – Original Draft Preparation
;P. CiampiConceptualization
;C. Esposito;
2019
Abstract
Tipicamente, la progettazione di interventi di bonifica in siti inquinati viene realizzata sulla base dei dati di caratterizzazione che, soprattutto nella normativa italiana, sono indirizzati alla acquisizione dei parametri necessari alla conduzione della Analisi di Rischio (per la determinazione delle CSR sito specifiche) ma che spesso risultano poi insufficienti ai fini della identificazione della migliore strategia di bonifica. In particolare, molto spesso ci si trova a progettare interventi utilizzando come base dati risultati di caratterizzazioni condotte molti anni prima e che non tengono quindi conto del naturale “invecchiamento” delle potenziali sorgenti secondarie di contaminazione. Tale aspetto risulta di particolare rilevanza nel caso di contaminazioni da carburanti, miscele complesse di idrocarburi che contengono categorie di sostanze con proprietà chimico/fisiche e di biodegradabilità significativamente differenti. Nella fase iniziale dello sversamento, o comunque quando la sorgente primaria è attiva, sono mobilizzabili nel flusso di falda le componenti più solubili (i.e. BTEX) e sono attivi processi di biodegradazione aerobica sulle frazioni più prontamente degradabili (idrocarburi lineari a catena più corta). Al progressivo invecchiamento delle sorgenti corrisponde un impoverimento delle frazioni più mobili e degradabili con l’accumulo di frazioni a più alto peso molecolare e sempre meno veicolabili sia nella fase acquosa che in quella del soil gas. L’accurata caratterizzazione delle reali caratteristiche delle fasi residuali consente la definizione della migliore strategia di bonifica. Nel presente lavoro verrà presentato l’approccio e i risulti relativi alla definizione del modello concettuale del sito di Decimomannu (CA), una base aerea della Aeronautica Militare interessata nel passato da sversamenti accidentali di carburante avio, JP8, a seguito di rotture nelle condotte di adduzione del carburante alle zone di rifornimento aeromobili. La caratterizzazione è basata sulla notevole mole di dati derivanti dalle pregresse attività propedeutiche alla messa in sicurezza del sito (Barrieramento idraulico e monitoraggio) e alla redazione della Analisi di Rischio. I dati, utilizzati per la costruzione di un database georeferenziato, sono stati integrati da prove idrauliche su campo, sondaggi addizionali profondi, campagne di geofisica e speciazione dettagliata, mediante GC-MS, di surnatante occasionalmente rilevato negli anni nella rete piezometrica di monitoraggio. Inoltre, sul sito è stata condotta una campagna con la tecnologia UVOST-LIF (Laser Induced Fluorescence), la prima nel nostro paese, che ha consentito di delimitare i volumi di sottosuolo impattati precedentemente dagli sversamenti primari. La integrazione della grande quantità di informazioni ha permesso di delineare un modello concettuale del sito più rappresentativo della attuale situazione ed essenziale per la definizione della corretta strategia di intervento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.