L’identificazione di manoscritti appartenenti al circuito della copia a prezzo nell’Italia dei secoli XIV e XV non è quasi mai dovuto ad informazioni esplicite contenute nei colophon. Il riconoscimento di tali testimoni deve necessariamente seguire altre vie: in primo luogo la rilevazione di particolari abitudini di carattere codicologico (riferite soprattutto alle tecniche di fascicolazione); secondariamente i riscontri di carattere paleografico. Compiere il passo ulteriore, mettendo a fuoco l’identità degli scriventi, è operazione ancora più complicata. Tra i numerosi copisti a prezzo decameroniani che restano ancora anonimi, se ne segnala uno di particolare interesse, cui si devono assegnare i manoscritti Parigino Italiano 62 e Barberiniano latino 4057; alla medesima mano si devono anche altri sette testimoni, tutti cartacei, in cui si leggono altre opere della letteratura volgare, in prosa e in poesia. Nel contributo l’autore identifica questo copista, del quale si era occupato in un suo precedente saggio senza ancora avergli potuto dare un nome, grazie al ritrovamento di alcune dichiarazioni fiscali di sua mano, vergate per il Catasto fiorentino del 1427. Il suo nome era Giovanni di ser Piero Compiobbesi, appartenente ad una casata magnatizia di antica nobiltà, nominata ripetutamente nella Nuova Cronica di Giovanni Villani.

Ritrovare l’identità perduta: Giovanni di ser Piero Compiobbesi copista del Decameron / Cursi, Marco. - In: STUDI SUL BOCCACCIO. - ISSN 0585-4997. - STAMPA. - 36:(2008), pp. 1-38.

Ritrovare l’identità perduta: Giovanni di ser Piero Compiobbesi copista del Decameron

CURSI, MARCO
2008

Abstract

L’identificazione di manoscritti appartenenti al circuito della copia a prezzo nell’Italia dei secoli XIV e XV non è quasi mai dovuto ad informazioni esplicite contenute nei colophon. Il riconoscimento di tali testimoni deve necessariamente seguire altre vie: in primo luogo la rilevazione di particolari abitudini di carattere codicologico (riferite soprattutto alle tecniche di fascicolazione); secondariamente i riscontri di carattere paleografico. Compiere il passo ulteriore, mettendo a fuoco l’identità degli scriventi, è operazione ancora più complicata. Tra i numerosi copisti a prezzo decameroniani che restano ancora anonimi, se ne segnala uno di particolare interesse, cui si devono assegnare i manoscritti Parigino Italiano 62 e Barberiniano latino 4057; alla medesima mano si devono anche altri sette testimoni, tutti cartacei, in cui si leggono altre opere della letteratura volgare, in prosa e in poesia. Nel contributo l’autore identifica questo copista, del quale si era occupato in un suo precedente saggio senza ancora avergli potuto dare un nome, grazie al ritrovamento di alcune dichiarazioni fiscali di sua mano, vergate per il Catasto fiorentino del 1427. Il suo nome era Giovanni di ser Piero Compiobbesi, appartenente ad una casata magnatizia di antica nobiltà, nominata ripetutamente nella Nuova Cronica di Giovanni Villani.
2008
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Ritrovare l’identità perduta: Giovanni di ser Piero Compiobbesi copista del Decameron / Cursi, Marco. - In: STUDI SUL BOCCACCIO. - ISSN 0585-4997. - STAMPA. - 36:(2008), pp. 1-38.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/129927
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact