L’industria del tabacco recentemente per promuovere i nuovi prodotti a tabacco riscaldato, ritenuti meno nocivi, ha cambiato strategia coinvolgendo alcune Società medico-scientifiche . Nella prima metà del ‘900, quando si iniziarono ad avere evidenze scientifiche che il fumo di tabacco provocava il cancro del polmone ed altre malattie, le multinazionali del tabacco utilizzarono la strategia di “insinuare il dubbio” sostenendo che le prove scientifiche non fossero ancora definitive. Il “Frank Statement” è un eccellente esempio di questa campagna di disinformazione: un comunicato stampa redatto appositamente per contrastare l’evidenza scientifica e per tranquillizzare l’opinione pubblica. Tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo Millennio, si verificarono due importanti eventi che costrinsero l’industria del tabacco a cambiare retorica. Il primo fu il “Master Settlement Agreement” che, in seguito alla citazione in giudizio delle multinazionali da parte di molti Stati USA, obbligò queste ultime a pubblicare oltre 30 milioni di pagine di documenti interni, dai quali emerse chiaramente come fossero consapevoli dei danni causati dal tabacco e come avessero cercato di insabbiare la verità con tutti i mezzi, inclusi la corruzione. Dovendo così ammettere la tossicità e la dipendenza causate dai prodotti del tabacco, l’industria ristrutturò la sua retorica attorno al valore della libertà, sia individuale (tabacco scelto liberamente da adulti consenzienti) che del libero mercato (libertà di informare con pubblicità, sponsorizzazioni, promozioni). Un paradosso, visto che il tabacco dà dipendenza, paradosso che tuttavia ha funzionato. Il secondo evento importante è stata la “Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco”, un trattato internazionale, creato dall’OMS e sottoscritto dalla maggior parte degli stati del mondo, che individua misure regolatorie efficaci per ridurre il consumo di tabacco e tutelare la salute dei non fumatori. Fumare è così diventato via via “meno normale” e l’industria ha nuovamente cambiato strategia: ha continuato a vendere i prodotti tradizionali nel Terzo Mondo e ha sviluppato nuovi prodotti tecnologici a “tabacco riscaldato o fumo freddo” nei Paesi ad economia avanzata dove era in difficoltà. Per promuoverli ha sponsorizzato e partecipato a convegni medico-scientifici per convincere i medici a raccomandare ai pazienti di usare questi prodotti per ridurre i danni da fumo (invece che convincerli a smettere). Le società scientifiche che accettano finanziamenti dall’industria del tabacco e ne permettono la partecipazione nei propri congressi, corrono il grave rischio di perdere la propria indipendenza. Il mondo medico e scientifico deve restare libero da conflitti di interessi per tutelare la salute pubblica e individuale.
Le nuove strategie dell'industria del tabacco / Cattaruzza, Maria Sofia; D'Argenio, Paolo. - In: PANORAMA DELLA SANITÀ. - ISSN 1827-8140. - XXXII:7(2019), pp. 47-49.
Le nuove strategie dell'industria del tabacco
Cattaruzza, Maria Sofia;
2019
Abstract
L’industria del tabacco recentemente per promuovere i nuovi prodotti a tabacco riscaldato, ritenuti meno nocivi, ha cambiato strategia coinvolgendo alcune Società medico-scientifiche . Nella prima metà del ‘900, quando si iniziarono ad avere evidenze scientifiche che il fumo di tabacco provocava il cancro del polmone ed altre malattie, le multinazionali del tabacco utilizzarono la strategia di “insinuare il dubbio” sostenendo che le prove scientifiche non fossero ancora definitive. Il “Frank Statement” è un eccellente esempio di questa campagna di disinformazione: un comunicato stampa redatto appositamente per contrastare l’evidenza scientifica e per tranquillizzare l’opinione pubblica. Tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo Millennio, si verificarono due importanti eventi che costrinsero l’industria del tabacco a cambiare retorica. Il primo fu il “Master Settlement Agreement” che, in seguito alla citazione in giudizio delle multinazionali da parte di molti Stati USA, obbligò queste ultime a pubblicare oltre 30 milioni di pagine di documenti interni, dai quali emerse chiaramente come fossero consapevoli dei danni causati dal tabacco e come avessero cercato di insabbiare la verità con tutti i mezzi, inclusi la corruzione. Dovendo così ammettere la tossicità e la dipendenza causate dai prodotti del tabacco, l’industria ristrutturò la sua retorica attorno al valore della libertà, sia individuale (tabacco scelto liberamente da adulti consenzienti) che del libero mercato (libertà di informare con pubblicità, sponsorizzazioni, promozioni). Un paradosso, visto che il tabacco dà dipendenza, paradosso che tuttavia ha funzionato. Il secondo evento importante è stata la “Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco”, un trattato internazionale, creato dall’OMS e sottoscritto dalla maggior parte degli stati del mondo, che individua misure regolatorie efficaci per ridurre il consumo di tabacco e tutelare la salute dei non fumatori. Fumare è così diventato via via “meno normale” e l’industria ha nuovamente cambiato strategia: ha continuato a vendere i prodotti tradizionali nel Terzo Mondo e ha sviluppato nuovi prodotti tecnologici a “tabacco riscaldato o fumo freddo” nei Paesi ad economia avanzata dove era in difficoltà. Per promuoverli ha sponsorizzato e partecipato a convegni medico-scientifici per convincere i medici a raccomandare ai pazienti di usare questi prodotti per ridurre i danni da fumo (invece che convincerli a smettere). Le società scientifiche che accettano finanziamenti dall’industria del tabacco e ne permettono la partecipazione nei propri congressi, corrono il grave rischio di perdere la propria indipendenza. Il mondo medico e scientifico deve restare libero da conflitti di interessi per tutelare la salute pubblica e individuale.File | Dimensione | Formato | |
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