Il social housing come servizio d'interesse generale tra tutela multilivello del diritto sociale all'abitare e imperativi della concorrenza.

L'articolo affronta il tema, molto attuale e poco esplorato dalla dottrina giuridica, del social housing, quale insieme di strumenti che integrano le politiche abitative finalizzate a soddisfare il diritto costituzionale alla casa. Del social housing si evidenziano anzitutto i profili innovativi rispetto al tradizionale sistema di edilizia residenziale pubblica, quali l'iniziativa privata, il contestuale perseguimento di finalità plurime - abitative, di inclusione sociale e di protezione ambientale-, l'essere gli interventi destinati alla c.d. "fascia grigia" del disagio, non considerata dalla fornitura pubblica di alloggi; caratteri che consentono al SH di configurarsi funzionale a un diritto costituzionale fondamentale all'abitazione, inteso -in chiave evolutiva e anche in ragione dell'influenza del diritto internazionale ed europeo -, come più comprensivo diritto all' "abitare". Guardando alle modalità consuete di realizzazione e gestione degli alloggi, si dimostra come il SH si presti ad essere inquadrato nell'ambito dei servizi d'interesse economico generale, secondo una soluzione tuttavia non indiscussa a livello europeo, date alcune posizioni assunte dalla Commissione nel senso della non estendibilità della nozione di SIEG al servizio abitativo prestato in favore di categorie di utenti non in condizioni di estremo disagio. La qualificazione del SH come servizio sociale d'interesse contrasterebbe con la disciplina europea della concorrenza, a partire dal divieto di aiuti di Stato. Lo studio tende a dimostrare, viceversa, la correttezza di una nozione più estesa di servizio abitativo d'interesse economico, partendo dalla considerazione della relativa funzionalità alla soddisfazione di un diritto sociale diritto all'abitare di stampo internazionale ed europeo, e in coerenza con la nozione di servizio universale, secondo una originale ipotesi ricostruttiva.