Il saggio esamina alcuni aspetti critici del decreto n.149/2013 sull’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, sia sotto il profilo del metodo con il quale si è intervenuti in detta materia, sia con riferimento al merito di alcune delle scelte operate nel decreto-legge in parola. Nella prima parte si analizza, dunque, il D.L. n. 149 del 2013 (e il relativo procedimento di conversione, ancora in itinere) in rapporto all’attuale prassi in materia di decretazione d’urgenza; nella seconda si esamina la disciplina dei requisiti per l’ammissione dei soggetti politici alla ripartizione del gettito derivante dal c.d. ‘due per mille’. Nell’ultima parte del saggio ci si interroga sulla legittimità costituzionale, sotto i distinti profili del metodo e del merito, del decreto in parola (e della prassi che esso incarna), sostenendosi che tale fonte rappresenta ormai uno strumento in mano al Governo per l’orientamento e il controllo delle dinamiche parlamentari.
La decretazione d'urgenza alla luce della vicenda dell'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. brevi note a margine del procedimento di conversione del decreto legge n. 149/2013 / Francaviglia, Michele. - In: RIVISTA AIC. - ISSN 2039-8298. - 1:(2014), pp. 1-9.
La decretazione d'urgenza alla luce della vicenda dell'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. brevi note a margine del procedimento di conversione del decreto legge n. 149/2013
Michele Francaviglia
2014
Abstract
Il saggio esamina alcuni aspetti critici del decreto n.149/2013 sull’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, sia sotto il profilo del metodo con il quale si è intervenuti in detta materia, sia con riferimento al merito di alcune delle scelte operate nel decreto-legge in parola. Nella prima parte si analizza, dunque, il D.L. n. 149 del 2013 (e il relativo procedimento di conversione, ancora in itinere) in rapporto all’attuale prassi in materia di decretazione d’urgenza; nella seconda si esamina la disciplina dei requisiti per l’ammissione dei soggetti politici alla ripartizione del gettito derivante dal c.d. ‘due per mille’. Nell’ultima parte del saggio ci si interroga sulla legittimità costituzionale, sotto i distinti profili del metodo e del merito, del decreto in parola (e della prassi che esso incarna), sostenendosi che tale fonte rappresenta ormai uno strumento in mano al Governo per l’orientamento e il controllo delle dinamiche parlamentari.File | Dimensione | Formato | |
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