Una efficiente Strategic Human Resource Management non può che legarsi a doppio filo alla presa di coscienza dei vertici aziendali dell’intero ciclo produttivo, un necessario quanto minuzioso screening volto a far chiarezza sul tipo di attività svolte nel concreto dai singoli dipendenti coinvolti. E così, atto prodromico dei rappresentanti aziendali all’instaurazione di qualunque trattativa sindacale e richiesta d’intervento avanzata alla Commissione di Garanzia dovrebbe essere una seria ricognizione intra-aziendale volta a mappare le capacità organiche necessarie per l’esercizio d’impresa conferendo, in tal guisa, certezza e rilevanza a tutti i singoli passaggi del proprio ciclo produttivo. Quest’ultimo assunto, all’apparenza così adamantino e logico, sembra essere stato disatteso nei casi oggetto di trattazione. Non soltanto, altro elemento di criticità presente nelle vertenze in parola attiene ad una non corretta gestione del rapporto con i “playmaker sindacali” presenti in azienda. E’ noto che quello delle relazioni industriali sia un sistema dinamico, in grado di trasformare il disaccordo -input- in regolamentazione –output- tramite lo strumento del contratto collettivo 26 . In tal senso, solo intrattenendo rapporti costruttivi e leali con le rappresentanze sindacali aziendali è possibile addivenire ad uno “spinoso” accordo anche sulle prestazioni minime e sui periodi di franchigia, giacchè solamente passando da una fase di input si arriva ad un risultato apprezzabile.
I cd. "servizi strumentali" ai servizi pubblici essenziali: la procedimentalizzazione del conflitto industriali come workplace optimization strategy / ERARIO BOCCAFURNI, Eugenio. - In: PERSONALE E LAVORO. - 597(2018), pp. 21-28.
I cd. "servizi strumentali" ai servizi pubblici essenziali: la procedimentalizzazione del conflitto industriali come workplace optimization strategy
ERARIO BOCCAFURNI, EUGENIO
2018
Abstract
Una efficiente Strategic Human Resource Management non può che legarsi a doppio filo alla presa di coscienza dei vertici aziendali dell’intero ciclo produttivo, un necessario quanto minuzioso screening volto a far chiarezza sul tipo di attività svolte nel concreto dai singoli dipendenti coinvolti. E così, atto prodromico dei rappresentanti aziendali all’instaurazione di qualunque trattativa sindacale e richiesta d’intervento avanzata alla Commissione di Garanzia dovrebbe essere una seria ricognizione intra-aziendale volta a mappare le capacità organiche necessarie per l’esercizio d’impresa conferendo, in tal guisa, certezza e rilevanza a tutti i singoli passaggi del proprio ciclo produttivo. Quest’ultimo assunto, all’apparenza così adamantino e logico, sembra essere stato disatteso nei casi oggetto di trattazione. Non soltanto, altro elemento di criticità presente nelle vertenze in parola attiene ad una non corretta gestione del rapporto con i “playmaker sindacali” presenti in azienda. E’ noto che quello delle relazioni industriali sia un sistema dinamico, in grado di trasformare il disaccordo -input- in regolamentazione –output- tramite lo strumento del contratto collettivo 26 . In tal senso, solo intrattenendo rapporti costruttivi e leali con le rappresentanze sindacali aziendali è possibile addivenire ad uno “spinoso” accordo anche sulle prestazioni minime e sui periodi di franchigia, giacchè solamente passando da una fase di input si arriva ad un risultato apprezzabile.File | Dimensione | Formato | |
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