Come fare la guerra con le parole

Sul ruolo sempre più rilevante e attivo che i media svolgono nella gestione concreta dei conflitti esiste ormai una condivisione quasi unanime, mentre appare certamente più utile approfondire le condizioni e le modalità attraverso le quali essi operano come strumenti di guerra oppure di pace. Nel discorso di guerra la componente performativa del linguaggio è assolutamente centrale; parafrasando Austin nel celebre How to do things with words (1962), potremmo dire «Come fare la guerra con le parole», osservando i due momenti cruciali di un’offensiva militare: i media nella «preparazione» dei conflitti e i media nella «narrazione» vera e propria della guerra. L'articolo ripercorre due principali casi di studio, la guerra del Kosovo del ’99 e quella in Iraq del 2003, significativi per le differenze e le specificità che caratterizzano i conflitti (e la loro comunicazione) degli anni Novanta da quelli successivi agli attentati dell’11 settembre.