Nella cornice della biblioteca civica, sabato 23 febbraio ha avuto luogo il convegno “L’eversione in Italia e la risposta dello Stato” organizzato dall’Istituto Alti Studi sul terrorismo e l’eversione (IASTE). Nella mattinata i tre interventi più eminentemente storici a cura del Prof. Carmine Pinto, dell’Università di Salerno del Prof. Andrea Saccoman dell’Università di Milano – Bicocca e della Dott.ssa Germana Tappero Merlo, della Società italiana di Storia militare, nel pomeriggio quelli dell’Onorevole Federico Fornaro già segretario della Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e morte di Aldo Moro e del Dott. Matteo Cannonero, Presidente del Comitato CRI di Cassine. Il Prof. Pinto ha parlato del brigantaggio meridionale postunitario evidenziando come tale fenomeno fosse di fatto quasi endemico nelle provincie meridionali italiane anche precedentemente ai fatti del 1860. La novità del periodo postunitario è stata nella presenza di un’organizzazione legittimistica borbonica (almeno nel primo periodo) e quindi nella connotazione eminentemente “politica” o “politico – criminale” delle bande brigantesche (tanto da far parlare anche della ricerca di un patriottismo borbonico) aiutate da un contesto diplomatico e politico favorevole (relazioni diplomatiche tra Regno delle Due Sicilie ed altri paesi mantenute per diversi anni, ritardato riconoscimento del Regno d’Italia). Il Prof. Saccoman ha invece parlato dell’eversione di sinistra nella seconda metà del XX secolo. Un processo evolutivo particolarmente lungo e complesso, con la città di Milano protagonista, e che ha visto una evoluzione nello scacchiere dell’area della sinistra extraparlamentare contraddistinta da diversi “salti di qualità” nell’atteggiamento verso lo Stato, con il passaggio dalla violenza sulle cose alla violenza sulle persone e di lì in una serie di “cadute” (dovute all’intervento repressivo degli apparati statali e risalite (riorganizzazione e miglioramento) fino al culmine raggiunto con il rapimento dell’Onorevole Aldo Moro. La Dott.ssa Tappero Merlo ha invece ripercorso le problematiche del terrorismo confessionale di stampo jihadista, ricordando non solo l’evoluzione del fenomeno tra gli anni ’90 ed oggi (ed il passaggio dell’Italia da “luogo di rifugio” a vera e propria zona contesa a seguito dell’intervento italiano in Iraq del 2003) ma anche le problematiche che il terrorismo islamista sta provocando e rischia di provocare nel nostro paese tra radicalizzazioni nelle carceri o sul web e rapporti tra organizzazioni terroristiche e criminalità organizzata nostrana con un passaggio di competenze tra i due di indubbia criticità. Nel pomeriggio, invece, l’Onorevole Fornaro ha trattato diffusamente delle Commissioni parlamentari d’inchiesta in ambito di eversione. Ricordando come diverse siano state, a partire dagli anni ’70, le commissioni in merito, riportandone i poteri ed i risultati, ha poi concentrato l’attenzione sulla commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e omicidio di Aldo Moro convocata nella scorsa legislatura. L’onorevole ha rivendicato, quale segretario di quella commissione, i risultati raggiunti, le difficoltà incontrate e quanto ci sarebbe ancora da fare. In particolar modo, entrando spesso nelle specificità del rapimento di Via Fani, ha voluto far emergere alcune incongruenze rispetto alle ricostruzioni “ufficiali” o accettate quale quella del cosiddetto “Memoriale Morucci”. Infine il Dott. Matteo Cannonero ha trattato diffusamente del concetto di organizzazione terroristica nel diritto internazionale umanitario. Una definizione condivisa che non esiste, ha ribadito, e che provoca o rischia di provocare enormi problematiche “on the ground” in materie come la gestione dei prigionieri (i terroristi catturati sono prigionieri di guerra o no?) o la competenza giudiziaria (tribunali dello stato di cattura, dello stato del catturato, corte penale internazionale o tribunale ad hoc?). Ha concluso i lavori un interessante dibattito specialmente con riguardo ai fatti di Via Fani. Sostanzialmente si comprende come ancora ci sia da lavorare per chiarire un fatto della storia d’Italia ancora con diversi interrogativi cui dare una risposta se non definitiva quantomeno storicamente e moralmente accettabile.

L'eversione in Italia e la risposta dello stato / Angeletti, Ferdinando. - (2019). (Intervento presentato al convegno L’eversione in Italia e la risposta dello Stato tenutosi a Acqui Terme nel 23.02.2019).

L'eversione in Italia e la risposta dello stato

ferdinando angeletti
2019

Abstract

Nella cornice della biblioteca civica, sabato 23 febbraio ha avuto luogo il convegno “L’eversione in Italia e la risposta dello Stato” organizzato dall’Istituto Alti Studi sul terrorismo e l’eversione (IASTE). Nella mattinata i tre interventi più eminentemente storici a cura del Prof. Carmine Pinto, dell’Università di Salerno del Prof. Andrea Saccoman dell’Università di Milano – Bicocca e della Dott.ssa Germana Tappero Merlo, della Società italiana di Storia militare, nel pomeriggio quelli dell’Onorevole Federico Fornaro già segretario della Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e morte di Aldo Moro e del Dott. Matteo Cannonero, Presidente del Comitato CRI di Cassine. Il Prof. Pinto ha parlato del brigantaggio meridionale postunitario evidenziando come tale fenomeno fosse di fatto quasi endemico nelle provincie meridionali italiane anche precedentemente ai fatti del 1860. La novità del periodo postunitario è stata nella presenza di un’organizzazione legittimistica borbonica (almeno nel primo periodo) e quindi nella connotazione eminentemente “politica” o “politico – criminale” delle bande brigantesche (tanto da far parlare anche della ricerca di un patriottismo borbonico) aiutate da un contesto diplomatico e politico favorevole (relazioni diplomatiche tra Regno delle Due Sicilie ed altri paesi mantenute per diversi anni, ritardato riconoscimento del Regno d’Italia). Il Prof. Saccoman ha invece parlato dell’eversione di sinistra nella seconda metà del XX secolo. Un processo evolutivo particolarmente lungo e complesso, con la città di Milano protagonista, e che ha visto una evoluzione nello scacchiere dell’area della sinistra extraparlamentare contraddistinta da diversi “salti di qualità” nell’atteggiamento verso lo Stato, con il passaggio dalla violenza sulle cose alla violenza sulle persone e di lì in una serie di “cadute” (dovute all’intervento repressivo degli apparati statali e risalite (riorganizzazione e miglioramento) fino al culmine raggiunto con il rapimento dell’Onorevole Aldo Moro. La Dott.ssa Tappero Merlo ha invece ripercorso le problematiche del terrorismo confessionale di stampo jihadista, ricordando non solo l’evoluzione del fenomeno tra gli anni ’90 ed oggi (ed il passaggio dell’Italia da “luogo di rifugio” a vera e propria zona contesa a seguito dell’intervento italiano in Iraq del 2003) ma anche le problematiche che il terrorismo islamista sta provocando e rischia di provocare nel nostro paese tra radicalizzazioni nelle carceri o sul web e rapporti tra organizzazioni terroristiche e criminalità organizzata nostrana con un passaggio di competenze tra i due di indubbia criticità. Nel pomeriggio, invece, l’Onorevole Fornaro ha trattato diffusamente delle Commissioni parlamentari d’inchiesta in ambito di eversione. Ricordando come diverse siano state, a partire dagli anni ’70, le commissioni in merito, riportandone i poteri ed i risultati, ha poi concentrato l’attenzione sulla commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e omicidio di Aldo Moro convocata nella scorsa legislatura. L’onorevole ha rivendicato, quale segretario di quella commissione, i risultati raggiunti, le difficoltà incontrate e quanto ci sarebbe ancora da fare. In particolar modo, entrando spesso nelle specificità del rapimento di Via Fani, ha voluto far emergere alcune incongruenze rispetto alle ricostruzioni “ufficiali” o accettate quale quella del cosiddetto “Memoriale Morucci”. Infine il Dott. Matteo Cannonero ha trattato diffusamente del concetto di organizzazione terroristica nel diritto internazionale umanitario. Una definizione condivisa che non esiste, ha ribadito, e che provoca o rischia di provocare enormi problematiche “on the ground” in materie come la gestione dei prigionieri (i terroristi catturati sono prigionieri di guerra o no?) o la competenza giudiziaria (tribunali dello stato di cattura, dello stato del catturato, corte penale internazionale o tribunale ad hoc?). Ha concluso i lavori un interessante dibattito specialmente con riguardo ai fatti di Via Fani. Sostanzialmente si comprende come ancora ci sia da lavorare per chiarire un fatto della storia d’Italia ancora con diversi interrogativi cui dare una risposta se non definitiva quantomeno storicamente e moralmente accettabile.
2019
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1289534
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact