Il vasto complesso residenziale dei Setti Bassi ubicato al V miglio della via Latina è ancora oggi in gran parte poco noto e i principali studi sull’area risalgono alla prima metà del Novecento. Lo sviluppo planimetrico del complesso centrale è stato identificato in tre nuclei principali, corrispondenti ad altrettante fasi cronologiche individuate sulla base delle differenti tecniche edilizie e sullo studio dei bolli laterizi effettuato dal Bloch: il Gruppo A della residenza caratterizzato dall’impiego dell’opera laterizia e attribuito all’inizio del regno di Antonino Pio tra il 134 e il 139 d.C., è composto da una villa che si situa su un ampio pianoro e si impianta sui resti di una precedente villa tardorepubblicana. Il Gruppo B costituisce un ampliamento verso Ovest del nucleo primitivo ed è formato da una serie di ambienti costruiti poco dopo il 140 d.C. in opera reticolata, molti dei quali riscaldati, in parte edificati su una terrazza naturale e in parte al di sopra di un criptoportico. Infine in una fase finale tra il 140 e il 150 d.C. viene costruito il Gruppo C caratterizzato dall’uso dell’opera vittata, realizzato a Nord del cd. Ippodromo che prevedeva l’articolazione delle sale, tra cui un impianto termale, al di sopra di un piano di servizio e dei due bracci di un lungo criptoportico espediente costruttivo con il quale venivano inoltre superati i forti dislivelli naturali. Le urgenti necessità di interventi di restauro dovute allo stato di conservazione delle strutture e ai gravi cedimenti dovuti alla presenza del livello ipogeo, hanno indotto la Soprintendenza Archeologica di Roma ad effettuare dei saggi di scavo nel 1986 e nel 1995 in alcuni ambienti del Gruppo B della Villa. Qui sono stati riportati alla luce una pavimentazione in opus sectile a modulo medio con schema reticolare con alternanza di quadrati e cerchi in cipollino e marmo bianco e diversi pavimenti a mosaico policromi rimasti editi a livello di fotografie e senza un adeguato studio di approfondimento. In particolare i mosaici si caratterizzano per un’omogeneità di realizzazione che si evidenzia nei diversi motivi geometrici utilizzati fra i quali spicca un tappeto musivo con articolata composizione disegnata da trecce a due capi di cerchi tangenti formanti quadrati concavi caricati da motivi ornamentali differenti. Lo studio si propone di riesaminare le pavimentazioni oltre che sotto il profilo stilistico - attribuibili ad un’unica bottega non esente dalle influenze della maniera africana - anche dal punto di vista del contesto archeologico riletto anche alla luce dei dati di scavo consultati nell’archivio della Soprintendenza. Emerge così un intervento di ridecorazione di alcune sale del Gruppo B in una fase tardo imperiale fino a questo momento non evidenziata negli studi sul complesso residenziale.
Pavimentazioni musive e in opus sectile dalla Villa dei Sette Bassi (Roma) / Fogagnolo, Stefania. - (2016), pp. 317-328. (Intervento presentato al convegno XXI Colloquio dell'Associazione italiana per lo studio e la conservazione del mosaico tenutosi a Reggio Emilia; Italy).
Pavimentazioni musive e in opus sectile dalla Villa dei Sette Bassi (Roma)
Stefania Fogagnolo
2016
Abstract
Il vasto complesso residenziale dei Setti Bassi ubicato al V miglio della via Latina è ancora oggi in gran parte poco noto e i principali studi sull’area risalgono alla prima metà del Novecento. Lo sviluppo planimetrico del complesso centrale è stato identificato in tre nuclei principali, corrispondenti ad altrettante fasi cronologiche individuate sulla base delle differenti tecniche edilizie e sullo studio dei bolli laterizi effettuato dal Bloch: il Gruppo A della residenza caratterizzato dall’impiego dell’opera laterizia e attribuito all’inizio del regno di Antonino Pio tra il 134 e il 139 d.C., è composto da una villa che si situa su un ampio pianoro e si impianta sui resti di una precedente villa tardorepubblicana. Il Gruppo B costituisce un ampliamento verso Ovest del nucleo primitivo ed è formato da una serie di ambienti costruiti poco dopo il 140 d.C. in opera reticolata, molti dei quali riscaldati, in parte edificati su una terrazza naturale e in parte al di sopra di un criptoportico. Infine in una fase finale tra il 140 e il 150 d.C. viene costruito il Gruppo C caratterizzato dall’uso dell’opera vittata, realizzato a Nord del cd. Ippodromo che prevedeva l’articolazione delle sale, tra cui un impianto termale, al di sopra di un piano di servizio e dei due bracci di un lungo criptoportico espediente costruttivo con il quale venivano inoltre superati i forti dislivelli naturali. Le urgenti necessità di interventi di restauro dovute allo stato di conservazione delle strutture e ai gravi cedimenti dovuti alla presenza del livello ipogeo, hanno indotto la Soprintendenza Archeologica di Roma ad effettuare dei saggi di scavo nel 1986 e nel 1995 in alcuni ambienti del Gruppo B della Villa. Qui sono stati riportati alla luce una pavimentazione in opus sectile a modulo medio con schema reticolare con alternanza di quadrati e cerchi in cipollino e marmo bianco e diversi pavimenti a mosaico policromi rimasti editi a livello di fotografie e senza un adeguato studio di approfondimento. In particolare i mosaici si caratterizzano per un’omogeneità di realizzazione che si evidenzia nei diversi motivi geometrici utilizzati fra i quali spicca un tappeto musivo con articolata composizione disegnata da trecce a due capi di cerchi tangenti formanti quadrati concavi caricati da motivi ornamentali differenti. Lo studio si propone di riesaminare le pavimentazioni oltre che sotto il profilo stilistico - attribuibili ad un’unica bottega non esente dalle influenze della maniera africana - anche dal punto di vista del contesto archeologico riletto anche alla luce dei dati di scavo consultati nell’archivio della Soprintendenza. Emerge così un intervento di ridecorazione di alcune sale del Gruppo B in una fase tardo imperiale fino a questo momento non evidenziata negli studi sul complesso residenziale.File | Dimensione | Formato | |
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