In ogni epoca, dal Rinascimento in poi, il nuovo è sempre stato considerato ‘superiore’ al vecchio, affermandosi su di esso. Ad esempio il Vasari considerava il Gotico un’architettura barbara. Poi per un certo periodo, e fino a qualche tempo fa, la convinzione ricorrente - anche per il riconoscimento del valore dell’esistente esteso spesso in modo incondizionato - è stata quella che l’antico dovesse dettare le regole per il nuovo. Ma nel tempo il riuso, la riqualificazione, la rivitalizzazione sono diventati sempre più concetti attorno ai quali si sono mosse molte politiche urbane.1 Pertanto l’antico (o meglio l’esistente) è stato chiamato a ‘rispondere’ alle nuove ‘domande’ espresse dalla città; fabbriche dismesse, conventi abbandonati, vecchie fortezze e altro ancora hanno accolto nuove funzioni.
Progettare nell'esistente / Iacomoni, A. - In: ARCHITETTURA CITTÀ. - ISSN 1828-8944. - (2012).
Progettare nell'esistente
Iacomoni A
2012
Abstract
In ogni epoca, dal Rinascimento in poi, il nuovo è sempre stato considerato ‘superiore’ al vecchio, affermandosi su di esso. Ad esempio il Vasari considerava il Gotico un’architettura barbara. Poi per un certo periodo, e fino a qualche tempo fa, la convinzione ricorrente - anche per il riconoscimento del valore dell’esistente esteso spesso in modo incondizionato - è stata quella che l’antico dovesse dettare le regole per il nuovo. Ma nel tempo il riuso, la riqualificazione, la rivitalizzazione sono diventati sempre più concetti attorno ai quali si sono mosse molte politiche urbane.1 Pertanto l’antico (o meglio l’esistente) è stato chiamato a ‘rispondere’ alle nuove ‘domande’ espresse dalla città; fabbriche dismesse, conventi abbandonati, vecchie fortezze e altro ancora hanno accolto nuove funzioni.File | Dimensione | Formato | |
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