L’intervento, iniziato nel 2011 grazie al finanziamento di Regione e Provincia (1,4 milioni), raddoppia l’allestimento del 1975 che occupava il primo piano dell’edificio e lo rende totalmente accessibile, considerando anche il progetto di un accesso al castello tramite un ascensore dal Borgo san Nicolò. Il progetto di Guido Canali rivela un forte carico emozionale, non solo per la natura del contenuto ma anche per la volontà d’istituire un contrasto materico tra il modellato fine delle stele e la materia grezza delle pareti, oltre a un sapiente gioco di luce radente che enfatizza il fascino di questi monumenti delle civiltà preistoriche e protostoriche vissute nell’area lunigianese dal III millennio a.C. al VI sec. a.C. «Quella del museo», spiega Canali, «è stata un’avventura molto piacevole; l’occasione per dare una nuova disposizione ai reperti, considerevolmente aumentati rispetto allo storico allestimento pensato nel 1975 dal fondatore Ambrosi, ma anche un’opportunità per svelare luoghi del castello prima totalmente inaccessibili, perché utilizzati come depositi». I reperti sono di tre tipi, ognuno corrispondente a epoche diverse e con forme e lavorazioni ben distinte. Le stele del tipo A sono più compatte con la testa e il corpo a formare un unico elemento; nel tipo B la testa si distacca dal corpo formando una tipica testa lunata (cosiddetta a cappello di carabiniere) che nell’insieme simboleggia un pugnale con l’intento di avvertimento; il tipo C è normalmente scolpito su vecchie stele trasformandole smussando gli angoli e inserendo delle scritte (in quanto a volte venivano usati nelle tombe dei guerrieri)».
Scenografia d’autore per le statue stele della Lunigiana / Iacomoni, A. - In: IL GIORNALE DELL'ARCHITETTURA. - ISSN 2284-1369. - (2015).
Scenografia d’autore per le statue stele della Lunigiana
IACOMONI A
2015
Abstract
L’intervento, iniziato nel 2011 grazie al finanziamento di Regione e Provincia (1,4 milioni), raddoppia l’allestimento del 1975 che occupava il primo piano dell’edificio e lo rende totalmente accessibile, considerando anche il progetto di un accesso al castello tramite un ascensore dal Borgo san Nicolò. Il progetto di Guido Canali rivela un forte carico emozionale, non solo per la natura del contenuto ma anche per la volontà d’istituire un contrasto materico tra il modellato fine delle stele e la materia grezza delle pareti, oltre a un sapiente gioco di luce radente che enfatizza il fascino di questi monumenti delle civiltà preistoriche e protostoriche vissute nell’area lunigianese dal III millennio a.C. al VI sec. a.C. «Quella del museo», spiega Canali, «è stata un’avventura molto piacevole; l’occasione per dare una nuova disposizione ai reperti, considerevolmente aumentati rispetto allo storico allestimento pensato nel 1975 dal fondatore Ambrosi, ma anche un’opportunità per svelare luoghi del castello prima totalmente inaccessibili, perché utilizzati come depositi». I reperti sono di tre tipi, ognuno corrispondente a epoche diverse e con forme e lavorazioni ben distinte. Le stele del tipo A sono più compatte con la testa e il corpo a formare un unico elemento; nel tipo B la testa si distacca dal corpo formando una tipica testa lunata (cosiddetta a cappello di carabiniere) che nell’insieme simboleggia un pugnale con l’intento di avvertimento; il tipo C è normalmente scolpito su vecchie stele trasformandole smussando gli angoli e inserendo delle scritte (in quanto a volte venivano usati nelle tombe dei guerrieri)».File | Dimensione | Formato | |
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