A partire dalla fine degli anni Novanta si comincia a parlare anche nel nostro settore – non in Italia – di Evidence Based Librarianship (Eldrege, 1997) ovvero di un approccio biblioteconomico che promuove la raccolta, l’analisi e l’interpretazione di evidenze nella pratica quotidiana e di dati prodotti attraverso ricerche sul campo per contribuire allo sviluppo della riflessione scientifica, della professione e della progettazione dei servizi bibliotecari. Più recente è lo sviluppo della cosiddetta Narrative based practice (Brophy, 2007) un approccio che enfatizza il ruolo che le tecniche etnografiche e la ricerca qualitativa possono avere nella logica Evidence Based, a partire dall’idea che non solo l’approccio narrativo può essere utile in termini di Advocacy, ma che esso si profila come uno strumento fondamentale di interpretazione del senso e dell’identità della biblioteca contemporanea. In questo contributo si prende in esame questo fondamentale passaggio per sottolineare il ruolo e il valore che i racconti degli utenti possono avere per approfondire la percezione e l’immaginario connessi alla biblioteca. Come emerge da alcune ricerche in corso, le narrazioni, i racconti non hanno mai una funzionalità puramente indicale – non sono cioè una semplice traccia lasciata dagli eventi – ma sono da intendersi come una vera e propria attività di costruzione strettamente relazionata all’assegnazione o al riconoscimento dell’identità della biblioteca. Il tema della bellezza, protagonista del convegno, si inserisce evidentemente in questa linea interpretativa.
Percezione e immaginario della biblioteca. Percorsi di ricerca emergenti / Faggiolani, Chiara. - (2019), pp. 61-71. (Intervento presentato al convegno La bellezza abita in biblioteca. Architetture, patrimoni e comunità - XIX Workshop Teca del Mediterraneo tenutosi a Bari).
Percezione e immaginario della biblioteca. Percorsi di ricerca emergenti
FAGGIOLANI, CHIARA
2019
Abstract
A partire dalla fine degli anni Novanta si comincia a parlare anche nel nostro settore – non in Italia – di Evidence Based Librarianship (Eldrege, 1997) ovvero di un approccio biblioteconomico che promuove la raccolta, l’analisi e l’interpretazione di evidenze nella pratica quotidiana e di dati prodotti attraverso ricerche sul campo per contribuire allo sviluppo della riflessione scientifica, della professione e della progettazione dei servizi bibliotecari. Più recente è lo sviluppo della cosiddetta Narrative based practice (Brophy, 2007) un approccio che enfatizza il ruolo che le tecniche etnografiche e la ricerca qualitativa possono avere nella logica Evidence Based, a partire dall’idea che non solo l’approccio narrativo può essere utile in termini di Advocacy, ma che esso si profila come uno strumento fondamentale di interpretazione del senso e dell’identità della biblioteca contemporanea. In questo contributo si prende in esame questo fondamentale passaggio per sottolineare il ruolo e il valore che i racconti degli utenti possono avere per approfondire la percezione e l’immaginario connessi alla biblioteca. Come emerge da alcune ricerche in corso, le narrazioni, i racconti non hanno mai una funzionalità puramente indicale – non sono cioè una semplice traccia lasciata dagli eventi – ma sono da intendersi come una vera e propria attività di costruzione strettamente relazionata all’assegnazione o al riconoscimento dell’identità della biblioteca. Il tema della bellezza, protagonista del convegno, si inserisce evidentemente in questa linea interpretativa.File | Dimensione | Formato | |
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