La ricerca è finalizzata ad indagare le reti dei mercanti ebrei ragusei tra la fine del XVI secolo e l’inizio XVII con una particolare attenzione riservata ai i legami sociali ed economici di questa minoranza etnico-religiosa come trait d’union delle reti commerciali adriatiche e balcaniche. La ricerca circoscritta nell’arco temporale 1585-1635 si pone in continuità cronologica con l’opera di Tenenti sulle assicurazioni marittime ragusee tra il 1563 e il 1591. Fu proprio Alberto Tenenti a notare per primo il mutamento nella struttura commerciale ragusea verificatasi intorno al 1590 con la progressiva affermazione dei sefarditi. Gli ebrei furono impiegati in un vasto commercio di importazione ed esportazione che abbracciava tutta l’area dell’entroterra balcanico sottoposto al governo delle autorità ottomane e i porti italiani. Le reti relazionali degli ebrei giunti a Ragusa ben si coniugavano sia con la struttura mercantile della Repubblica adriatica e con il suo orientamento di vigile neutralità. Il network dei mercanti ebrei si mostrò capace di cooperare nelle piazze commerciali con i mercanti veneziani e ragusei in un vasto mercato di scambi interculturali. Nel contesto dei traffici mercantili adriatici i sefarditi ragusei utilizzarono due rotte: Ragusa-Ancona e Ragusa-Venezia, sebbene quest’ultima fosse la principale rivale economica della Repubblica di san Biagio. Questi furono particolarmente attivi nell’esportazione di spezie, seta, cera e tessuti, sino a raggiungere una posizione di piano nei commerci della Repubblica nell’ultimo decennio del XVI secolo. Fu proprio la fitta rete di relazioni familiari, religiose ed etniche su cui potevano contare gli ebrei ragusei a determinare il loro successo nelle città ottomane e quelle italiane. Il ruolo di mediazione economica svolto dai mercanti ebrei ragusei suppliva all’assenza di una borghesia mercantile ottomana e al contempo contribuiva a rafforzare la fitta rete commerciale vitale per le repubbliche di Ragusa e di Venezia. A partire dalla seconda metà del XVI secolo il volume delle loro transazioni commerciali vide un notevole incremento. Attraverso la mediazione dei correligionari a Ragusa e i porti della Repubblica i sefarditi di Sarajevo, di Skopje, di Valona e di altri centri ottomani stabilirono collegamenti duraturi con i porti adriatici e le città italiane.
Un ponte tra ottomani e cristiani. Il network degli ebrei di Ragusa tra Balcani e Adriatico (1585-1635) / Ligorio, Benedetto. - 50:(2019), pp. 255-280. (Intervento presentato al convegno RETI MARITTIME COME FATTORI DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA - MARITIME NETWORKS AS A FACTOR IN EUROPEAN INTEGRATION tenutosi a Prato).
Un ponte tra ottomani e cristiani. Il network degli ebrei di Ragusa tra Balcani e Adriatico (1585-1635)
Benedetto Ligorio
2019
Abstract
La ricerca è finalizzata ad indagare le reti dei mercanti ebrei ragusei tra la fine del XVI secolo e l’inizio XVII con una particolare attenzione riservata ai i legami sociali ed economici di questa minoranza etnico-religiosa come trait d’union delle reti commerciali adriatiche e balcaniche. La ricerca circoscritta nell’arco temporale 1585-1635 si pone in continuità cronologica con l’opera di Tenenti sulle assicurazioni marittime ragusee tra il 1563 e il 1591. Fu proprio Alberto Tenenti a notare per primo il mutamento nella struttura commerciale ragusea verificatasi intorno al 1590 con la progressiva affermazione dei sefarditi. Gli ebrei furono impiegati in un vasto commercio di importazione ed esportazione che abbracciava tutta l’area dell’entroterra balcanico sottoposto al governo delle autorità ottomane e i porti italiani. Le reti relazionali degli ebrei giunti a Ragusa ben si coniugavano sia con la struttura mercantile della Repubblica adriatica e con il suo orientamento di vigile neutralità. Il network dei mercanti ebrei si mostrò capace di cooperare nelle piazze commerciali con i mercanti veneziani e ragusei in un vasto mercato di scambi interculturali. Nel contesto dei traffici mercantili adriatici i sefarditi ragusei utilizzarono due rotte: Ragusa-Ancona e Ragusa-Venezia, sebbene quest’ultima fosse la principale rivale economica della Repubblica di san Biagio. Questi furono particolarmente attivi nell’esportazione di spezie, seta, cera e tessuti, sino a raggiungere una posizione di piano nei commerci della Repubblica nell’ultimo decennio del XVI secolo. Fu proprio la fitta rete di relazioni familiari, religiose ed etniche su cui potevano contare gli ebrei ragusei a determinare il loro successo nelle città ottomane e quelle italiane. Il ruolo di mediazione economica svolto dai mercanti ebrei ragusei suppliva all’assenza di una borghesia mercantile ottomana e al contempo contribuiva a rafforzare la fitta rete commerciale vitale per le repubbliche di Ragusa e di Venezia. A partire dalla seconda metà del XVI secolo il volume delle loro transazioni commerciali vide un notevole incremento. Attraverso la mediazione dei correligionari a Ragusa e i porti della Repubblica i sefarditi di Sarajevo, di Skopje, di Valona e di altri centri ottomani stabilirono collegamenti duraturi con i porti adriatici e le città italiane.| File | Dimensione | Formato | |
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