Nel contributo si fornisce la prima notizia del ritrovamento di un codice “gemello” del Pluteo 41.10 (L), uno dei manoscritti più rilevanti della tradizione negli studi che riguardano le varie fasi di sviluppo della redazione definitiva dei Rerum vulgarium fragmenta; il codice laurenziano, infatti, presenta non solo l’impaginazione dei testi dell’autografo petrarchesco, ma riproduce anche la disposizione originaria dei componimenti finali di esso, nonché le cifre romane che computano il numero dei sonetti della raccolta, prima dell’inserimento in V dei cinque sonetti da Rvf 259 a 263. Il manoscritto in questione è conservato la Bibliothèque Nationale de France e reca la segnatura Italiano 551 (P). Il codice parigino si rivela perfettamente speculare al Laurenziano, risultando identico ad esso, a partire già delle misure del foglio, come dallo specchio di scrittura utilizzato: ogni carta di entrambi i codici presenta pertanto la stessa impaginazione e gli stessi componimenti. L’unica differenza sostanziale riguarda la presenza in P, alla fine della prima parte, della ballata Donna mi vene, assente in L. La totale specularità di P e L, pur con l’eccezione testé riportata, induce a supporre che i due codici siano strettamente legati tra loro.

Sulla tradizione antica dei «Rerum vulgarium fragmenta»: un gemello del Laurenziano LXI.10 (Paris, Bibliothèque Nationale, It. 551) / Cursi, Marco; C., Pulsoni. - In: STUDI DI FILOLOGIA ITALIANA. - ISSN 0392-5110. - STAMPA. - 67:(2009), pp. 91-114.

Sulla tradizione antica dei «Rerum vulgarium fragmenta»: un gemello del Laurenziano LXI.10 (Paris, Bibliothèque Nationale, It. 551)

CURSI, MARCO;
2009

Abstract

Nel contributo si fornisce la prima notizia del ritrovamento di un codice “gemello” del Pluteo 41.10 (L), uno dei manoscritti più rilevanti della tradizione negli studi che riguardano le varie fasi di sviluppo della redazione definitiva dei Rerum vulgarium fragmenta; il codice laurenziano, infatti, presenta non solo l’impaginazione dei testi dell’autografo petrarchesco, ma riproduce anche la disposizione originaria dei componimenti finali di esso, nonché le cifre romane che computano il numero dei sonetti della raccolta, prima dell’inserimento in V dei cinque sonetti da Rvf 259 a 263. Il manoscritto in questione è conservato la Bibliothèque Nationale de France e reca la segnatura Italiano 551 (P). Il codice parigino si rivela perfettamente speculare al Laurenziano, risultando identico ad esso, a partire già delle misure del foglio, come dallo specchio di scrittura utilizzato: ogni carta di entrambi i codici presenta pertanto la stessa impaginazione e gli stessi componimenti. L’unica differenza sostanziale riguarda la presenza in P, alla fine della prima parte, della ballata Donna mi vene, assente in L. La totale specularità di P e L, pur con l’eccezione testé riportata, induce a supporre che i due codici siano strettamente legati tra loro.
2009
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Sulla tradizione antica dei «Rerum vulgarium fragmenta»: un gemello del Laurenziano LXI.10 (Paris, Bibliothèque Nationale, It. 551) / Cursi, Marco; C., Pulsoni. - In: STUDI DI FILOLOGIA ITALIANA. - ISSN 0392-5110. - STAMPA. - 67:(2009), pp. 91-114.
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