Il saggio propone un’analisi paleografica e codicologica del frammento Vitali 26 della Biblioteca Passerini Landi di Piacenza, contenente parti del Decameron di Giovanni Boccaccio. Il manoscritto è costituito da 35 carte, giunte fortunosamente fino a noi, poiché riutilizzate come supporto per la legatura di un incunabolo quattrocentesco. Il codice ha una notevole importanza nella più antica tradizione dell’opera innanzitutto per la sua antichità: le indicazioni fornite dalle filigrane suggeriscono una collocazione cronologica eccezionalmente “alta”, alla seconda metà degli anni ’60 del sec. XIV. L’analisi del sistema di paragrafatura rivela, inoltre, che la soluzione proposta dal Boccaccio per l’impaginazione dell’autografo Hamilton 90 viene accolta dal codice Vitali insieme a pochissimi altri testimoni. La tipologia grafica, infine, appare molto vicina alla scrittura corsiva del Boccaccio; in particolare, l’esame delle iniziali al tratto evidenzia un’affinità notevole tra le scelte morfologiche del Boccaccio e dell’anonimo copista delle carte di Piacenza, che presumibilmente rimanda a fenomeni di mimesi grafica. I precedenti elementi di giudizio potrebbero far ipotizzare che il cod. Vitali 26 dipenda da un antigrafo di mano dell’autore e sia stato prodotto presso il suo scrittoio o quantomeno in seguito ad una sua precisa richiesta; il Boccaccio, infatti, nel corso degli anni ’60 del sec. XIV, seguendo l’esempio petrarchesco, potrebbe aver affidato il compito di effettuare la trascrizione di alcuni codici del Centonovelle, testimoni di stadi redazionali diversi, a mani di copisti giovani e particolarmente abili, tra i quali l’anonimo estensore delle carte piacentine.
Un frammento decameroniano dei tempi del Boccaccio (Piacenza, Biblioteca Passerini Landi, cod. Vitali 26) / Cursi, Marco. - In: STUDI SUL BOCCACCIO. - ISSN 0585-4997. - STAMPA. - 32:(2004), pp. 1-27.
Un frammento decameroniano dei tempi del Boccaccio (Piacenza, Biblioteca Passerini Landi, cod. Vitali 26)
CURSI, MARCO
2004
Abstract
Il saggio propone un’analisi paleografica e codicologica del frammento Vitali 26 della Biblioteca Passerini Landi di Piacenza, contenente parti del Decameron di Giovanni Boccaccio. Il manoscritto è costituito da 35 carte, giunte fortunosamente fino a noi, poiché riutilizzate come supporto per la legatura di un incunabolo quattrocentesco. Il codice ha una notevole importanza nella più antica tradizione dell’opera innanzitutto per la sua antichità: le indicazioni fornite dalle filigrane suggeriscono una collocazione cronologica eccezionalmente “alta”, alla seconda metà degli anni ’60 del sec. XIV. L’analisi del sistema di paragrafatura rivela, inoltre, che la soluzione proposta dal Boccaccio per l’impaginazione dell’autografo Hamilton 90 viene accolta dal codice Vitali insieme a pochissimi altri testimoni. La tipologia grafica, infine, appare molto vicina alla scrittura corsiva del Boccaccio; in particolare, l’esame delle iniziali al tratto evidenzia un’affinità notevole tra le scelte morfologiche del Boccaccio e dell’anonimo copista delle carte di Piacenza, che presumibilmente rimanda a fenomeni di mimesi grafica. I precedenti elementi di giudizio potrebbero far ipotizzare che il cod. Vitali 26 dipenda da un antigrafo di mano dell’autore e sia stato prodotto presso il suo scrittoio o quantomeno in seguito ad una sua precisa richiesta; il Boccaccio, infatti, nel corso degli anni ’60 del sec. XIV, seguendo l’esempio petrarchesco, potrebbe aver affidato il compito di effettuare la trascrizione di alcuni codici del Centonovelle, testimoni di stadi redazionali diversi, a mani di copisti giovani e particolarmente abili, tra i quali l’anonimo estensore delle carte piacentine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.