the earthquakes of recent years, with the exception of the Emilia Romagna's one, have affected Apennine hilly and mountainous territories These are areas subject to an inexorable depopulation from the post-war period to today, a tendency that earthquakes are further strengthening. The mountainous territories of the Apennines are not only internal areas, generically defined according to the "distance" from the most dynamic centres, but also marginal areas, characterised by poor accessibility, lack of services and public spaces, lack of Cultural and working chances , abandonment of rural landscapes, environmental hazard . these conditions combined with the high vulnerability of historical centres, determines high levels of seismic and hydrogeological risk. In particular, there is the emptying of sense and vital functions of the historical centres, now constituted in majority by second houses, which accompanies the extreme seasonality of the tourist flows, the receptivity anchored to models of the past and a perennial Cultural and administrative conflict between protection and transformation. Unfortunately the tendency is still to separate the interventions instead of making them dialogue: on the one hand the historical centers, the cultural heritage, the buildings, on the other the landscape, the economic initiatives, the assessment of the environmental risks, the Researches aimed at architectural projects, new materials and technological experimentation. It is the lack of architecture projects, perhaps, one of the most obvious signs of the perduring sectorial intervention, the tendency to postpone innovation (technological, normative) or to hide it behind a tradition that often assumes the traits of the vernacular.

I terremoti degli ultimi anni, ad eccezione di quello che ha colpito l’Emilia Romagna, hanno interessato territori appenninici a quote alto collinari e montane. Si tratta di aree soggette a un inesorabile spopolamento dal dopoguerra a oggi, tendenza che i terremoti stanno ulteriormente rafforzando. I territori montani dell’appennino non sono solo aree interne, genericamente definite in base alla “distanza” dai centri più dinamici , ma anche aree marginali, caratterizzate da scarsa accessibilità, carenza di servizi e spazi pubblici, mancanza di opportunità culturali e lavorative, abbandono di paesaggi rurali, pericolosità ambientale che, combinata alla elevata vulnerabilità di centri storici, determina alti livelli di rischio sismico e idrogeologico. In particolare si assiste allo svuotamento di senso e di funzioni vitali dei centri storici, ormai costituiti in maggioranza da seconde case, a cui si accompagna l’estrema stagionalità dei flussi turistici, la recettività ancorata a modelli del passato e un perdurante conflitto culturale e amministrativo tra tutela e trasformazione. Purtroppo la tendenza è ancora quella di separare gli interventi invece che farli dialogare: da una parte i centri storici, i beni culturali, gli edifici, dall’altra il paesaggio, le iniziative economiche, la valutazione dei rischi ambientali, dall’altra ancora le ricerche volte ai progetti di architettura, ai nuovi materiali, alla sperimentazione tecnologica. E’ proprio la carenza di progetti di architettura, forse, uno dei segnali più evidenti della perdurante settorialità degli interventi, della tendenza a rimandare l’innovazione (tecnologica, normativa) o a nasconderla dietro una tradizione che assume spesso i tratti del vernacolo.

Ricostruzione di territori / Caravaggi, Lucina. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - 48:48(2018), pp. 34-37.

Ricostruzione di territori

Lucina Caravaggi
2018

Abstract

the earthquakes of recent years, with the exception of the Emilia Romagna's one, have affected Apennine hilly and mountainous territories These are areas subject to an inexorable depopulation from the post-war period to today, a tendency that earthquakes are further strengthening. The mountainous territories of the Apennines are not only internal areas, generically defined according to the "distance" from the most dynamic centres, but also marginal areas, characterised by poor accessibility, lack of services and public spaces, lack of Cultural and working chances , abandonment of rural landscapes, environmental hazard . these conditions combined with the high vulnerability of historical centres, determines high levels of seismic and hydrogeological risk. In particular, there is the emptying of sense and vital functions of the historical centres, now constituted in majority by second houses, which accompanies the extreme seasonality of the tourist flows, the receptivity anchored to models of the past and a perennial Cultural and administrative conflict between protection and transformation. Unfortunately the tendency is still to separate the interventions instead of making them dialogue: on the one hand the historical centers, the cultural heritage, the buildings, on the other the landscape, the economic initiatives, the assessment of the environmental risks, the Researches aimed at architectural projects, new materials and technological experimentation. It is the lack of architecture projects, perhaps, one of the most obvious signs of the perduring sectorial intervention, the tendency to postpone innovation (technological, normative) or to hide it behind a tradition that often assumes the traits of the vernacular.
2018
I terremoti degli ultimi anni, ad eccezione di quello che ha colpito l’Emilia Romagna, hanno interessato territori appenninici a quote alto collinari e montane. Si tratta di aree soggette a un inesorabile spopolamento dal dopoguerra a oggi, tendenza che i terremoti stanno ulteriormente rafforzando. I territori montani dell’appennino non sono solo aree interne, genericamente definite in base alla “distanza” dai centri più dinamici , ma anche aree marginali, caratterizzate da scarsa accessibilità, carenza di servizi e spazi pubblici, mancanza di opportunità culturali e lavorative, abbandono di paesaggi rurali, pericolosità ambientale che, combinata alla elevata vulnerabilità di centri storici, determina alti livelli di rischio sismico e idrogeologico. In particolare si assiste allo svuotamento di senso e di funzioni vitali dei centri storici, ormai costituiti in maggioranza da seconde case, a cui si accompagna l’estrema stagionalità dei flussi turistici, la recettività ancorata a modelli del passato e un perdurante conflitto culturale e amministrativo tra tutela e trasformazione. Purtroppo la tendenza è ancora quella di separare gli interventi invece che farli dialogare: da una parte i centri storici, i beni culturali, gli edifici, dall’altra il paesaggio, le iniziative economiche, la valutazione dei rischi ambientali, dall’altra ancora le ricerche volte ai progetti di architettura, ai nuovi materiali, alla sperimentazione tecnologica. E’ proprio la carenza di progetti di architettura, forse, uno dei segnali più evidenti della perdurante settorialità degli interventi, della tendenza a rimandare l’innovazione (tecnologica, normativa) o a nasconderla dietro una tradizione che assume spesso i tratti del vernacolo.
resilienza: ricostruzione post sismica; aree interne; progetto di architettura e paesaggio
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Ricostruzione di territori / Caravaggi, Lucina. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - 48:48(2018), pp. 34-37.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1279938
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