The contribution identifies in the literary work of a minor writer of our eighteenth century the conclusion of the process of redefining the idea of ​​individuality and subjectivity, a cultural experience that emerged in Europe between the age of the Reformation and the Enlightenment. In the pièces examined the concept of limit, lost the traditional metaphysical connotation and transferred in the debate of the conscience, delineates with its 'discomforts' a new hypothesis of civilization based on the inner dialectic, interindividual and social. A comedy in three acts, L'ingrato, a "piece" written in Venice in 1813 by Sografi, then "official poet" in the decline of the “Regno Italico”, documents, albeit with some contradiction, the coherence of the entire production of the Venetian writer. The references to the work of J. J. Rousseau that can be seen in the text bear witness to the cultural and existential debt - certainly not political - of Sografi towards the Genevan. The thoughts of the Discours sur l'inégalité and of Julie therefore allow our Simon most likely to see beyond the society of status and the "inherited imperatives" the renewed polis of the citizen and above all by now of the individual. In this way, in the literary exemplification, the principle of gratitude also becomes an instrument of self-analysis, the conscious element for an adequate subjective psychic rebalancing in the dialogic interaction with the other. It is in an age that turns towards the Restoration, that the substantial maintenance of the Enlightenment and revolutionary ideals, of a critical and antidogmatic culture, the refuge in the minimum certainties of civil liberty still manifests itself.

Il contributo identifica nell’opera letteraria di uno scrittore minore del nostro Settecento la conclusione del processo di ridefinizione dell’idea di individualità e di soggettività, una esperienza culturale delineatasi in Europa tra l’età della Riforma e il secolo dei Lumi. Nelle pièces esaminate il concetto di limite, persa la tradizionale connotazione metafisica e trasferito nel dibattito della coscienza, delinea con i suoi ‘disagi’ una nuova ipotesi di civiltà fondata sulla dialettica interiore, interindividuale e sociale. Una commedia in tre atti, L’ingrato, un “pezzo” steso a Venezia nel 1813 da Sografi, allora “poeta ufficiale” nel declino del Regno italico, documenta, sia pure con qualche contraddizione, la coerenza di tutta la produzione del letterato veneto. I richiami all’opera di J. J. Rousseau che possono cogliersi nel testo testimoniano il debito culturale e esistenziale - non certo politico - di Sografi nei confronti del ginevrino. I pensieri del Discours sur l’inégalité e di Julie consentono dunque al nostro Simone assai verosimilmente di scorgere di là della società di status e degli “imperativi ereditati” la rinnovata polis del cittadino e soprattutto ormai dell’individuo. In tal modo, nella esemplificazione letteraria, anche il principio di gratitudine e di riconoscenza diviene uno strumento di autoanalisi, l’elemento cosciente per un adeguato riequilibrio psichico soggettivo nella interazione dialogica con l’altro. Si profila in un’età che volge verso la Restaurazione la sostanziale tenuta degli ideali illuministici e rivoluzionari, di una cultura critica e antidogmatica, il rifugio nelle certezze minime della libertà civile.

Dall’ingratitudine alla riconoscenza. Responsabilità morale e impegno civile nel teatro di Antonio Simone Sografi in età rivoluzionaria e napoleonica (1789-1813) / Themelly, Pietro. - In: EUROSTUDIUM3W. - ISSN 1973-9443. - 49:ottobre-dicembre 2018(2018), pp. 75-160.

Dall’ingratitudine alla riconoscenza. Responsabilità morale e impegno civile nel teatro di Antonio Simone Sografi in età rivoluzionaria e napoleonica (1789-1813)

Pietro Themelly
2018

Abstract

The contribution identifies in the literary work of a minor writer of our eighteenth century the conclusion of the process of redefining the idea of ​​individuality and subjectivity, a cultural experience that emerged in Europe between the age of the Reformation and the Enlightenment. In the pièces examined the concept of limit, lost the traditional metaphysical connotation and transferred in the debate of the conscience, delineates with its 'discomforts' a new hypothesis of civilization based on the inner dialectic, interindividual and social. A comedy in three acts, L'ingrato, a "piece" written in Venice in 1813 by Sografi, then "official poet" in the decline of the “Regno Italico”, documents, albeit with some contradiction, the coherence of the entire production of the Venetian writer. The references to the work of J. J. Rousseau that can be seen in the text bear witness to the cultural and existential debt - certainly not political - of Sografi towards the Genevan. The thoughts of the Discours sur l'inégalité and of Julie therefore allow our Simon most likely to see beyond the society of status and the "inherited imperatives" the renewed polis of the citizen and above all by now of the individual. In this way, in the literary exemplification, the principle of gratitude also becomes an instrument of self-analysis, the conscious element for an adequate subjective psychic rebalancing in the dialogic interaction with the other. It is in an age that turns towards the Restoration, that the substantial maintenance of the Enlightenment and revolutionary ideals, of a critical and antidogmatic culture, the refuge in the minimum certainties of civil liberty still manifests itself.
2018
Il contributo identifica nell’opera letteraria di uno scrittore minore del nostro Settecento la conclusione del processo di ridefinizione dell’idea di individualità e di soggettività, una esperienza culturale delineatasi in Europa tra l’età della Riforma e il secolo dei Lumi. Nelle pièces esaminate il concetto di limite, persa la tradizionale connotazione metafisica e trasferito nel dibattito della coscienza, delinea con i suoi ‘disagi’ una nuova ipotesi di civiltà fondata sulla dialettica interiore, interindividuale e sociale. Una commedia in tre atti, L’ingrato, un “pezzo” steso a Venezia nel 1813 da Sografi, allora “poeta ufficiale” nel declino del Regno italico, documenta, sia pure con qualche contraddizione, la coerenza di tutta la produzione del letterato veneto. I richiami all’opera di J. J. Rousseau che possono cogliersi nel testo testimoniano il debito culturale e esistenziale - non certo politico - di Sografi nei confronti del ginevrino. I pensieri del Discours sur l’inégalité e di Julie consentono dunque al nostro Simone assai verosimilmente di scorgere di là della società di status e degli “imperativi ereditati” la rinnovata polis del cittadino e soprattutto ormai dell’individuo. In tal modo, nella esemplificazione letteraria, anche il principio di gratitudine e di riconoscenza diviene uno strumento di autoanalisi, l’elemento cosciente per un adeguato riequilibrio psichico soggettivo nella interazione dialogica con l’altro. Si profila in un’età che volge verso la Restaurazione la sostanziale tenuta degli ideali illuministici e rivoluzionari, di una cultura critica e antidogmatica, il rifugio nelle certezze minime della libertà civile.
riflessi della rivoluzione francese a Venezia; teatro patriottico; individualismo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Dall’ingratitudine alla riconoscenza. Responsabilità morale e impegno civile nel teatro di Antonio Simone Sografi in età rivoluzionaria e napoleonica (1789-1813) / Themelly, Pietro. - In: EUROSTUDIUM3W. - ISSN 1973-9443. - 49:ottobre-dicembre 2018(2018), pp. 75-160.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1270557
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