Il presente studio è il risultato del progetto di ricerca della scrivente condotto presso la Scuola di Dottorato della Sapienza Università di Roma, durante il triennio 2015-2018. Lo stesso ha riguardato lo studio integrato del sito di Piani della Corona (Bagnara Calabra, RC), individuato durante attività di archeologia preventiva, in seguito ai lavori per la costruzione di una galleria autostradale, connessa all'ampliamento del tracciato SA-RC. Le indagini archeologiche sono state condotte a cavallo tra gli anni 2006 e 2008 dalla Soprintendenza Archeologia della Calabria dapprima attraverso una serie di ricognizioni territoriali e, successivamente, attraverso uno scavo stratigrafico in estensione in collaborazione con l'Ex Soprintendenza Speciale al Museo Preistorico Etnografico “L. Pigorini”. Topograficamente il sito si configura di importanza strategica, essendo un pianoro posto a 490 m s.l.m., da cui si domina la costa più meridionale della Calabria, lo Stretto di Messina, la cuspide settentrionale della Sicilia e le Isole Eolie. Il sito in oggetto si inserisce appieno nella problematica relativa alla scansione crono-tipologica del Bronzo antico calabrese, seppur incrementata dalle ricerche degli ultimi decenni, ancora in fase di compiuta delineazione; nonché dei suoi rapporti di contatto e scambio con le aree limitrofe soprattutto del basso Tirreno (Eolie, Stretto di Messina), con le quali sono stati variamente riconosciuti e attestati momenti e tratti di influenza e assimilazione. Il sito archeologico di Piani della Corona è attualmente l'unico della Calabria indagato in maniera estensiva, per il periodo in esame. Inoltre, è un caso abbastanza unico per lo studio e la determinazione sia delle dinamiche insediative, avendo restituito complesse e articolate strutture d'abitato; sia di quelle socio-economiche e “culturali”, per le quali l'altissima percentuale di ossidiana e alcune caratteristiche tipologiche dei reperti ceramici, attestano un articolato rapporto con la prospiciente area eoliana e siciliana. Lo studio, che verrà di seguito esposto, si è basato principalmente sulla ricostruzione stratigrafica e topografica del sito, suddiviso in due aree distinte di intervento (area S-F e area M), attraverso l’analisi e l’elaborazione dei dati di scavo e sullo studio dei materiali ceramici, distribuiti tra il Museo Preistorico Etnografico “L. Pigorini” di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e il deposito temporaneo di Taureana di Palmi (RC). Lo studio tipologico e funzionale della restante parte dei materiali archeologici, costituiti da un considerevole numero di industria litica in ossidiana, non è stato considerato all’interno del progetto di ricerca. I reperti sono stati però inseriti in un progetto più vasto di analisi archeometriche mediante tecnologia p-XRF portatile, in collaborazione con l’University of South Florida e verranno qui considerati unicamente in rapporto ai dati derivanti dall’analisi crono-tipologica della ceramica, per la definizione dei network attivi nel basso Tirreno durante il Bronzo antico. Il primo capitolo della tesi è dedicato alla descrizione topografica e stratigrafica del sito, con particolare attenzione per le strutture di abitato e per le evidenze funerarie. A seguire, nel capitolo 2, è stato sintetizzato il quadro crono-tipologico e lo stato delle ricerche in Calabria, Sicilia e Arcipelago Eoliano basato sulla letteratura archeologica a disposizione. Il terzo capitolo, poi, espone la tipologia dei materiali ceramici, correlata alle tavole tipologiche allegate nel secondo volume della tesi. Mentre, nel capitolo 4 verrà esposto l’inquadramento in cronologia relativa e assoluta interno al sito e in rapporto al basso Tirreno e alle aree contermini. Nell’Appendice 1 sono esposti i dati derivanti dalle analisi p-XRF sulle ossidiane, mentre nell’Appendice 2 le determinazioni paleobotaniche relative ai contesti stratigrafici datati col metodo del radiocarbonio. Concludono la tesi, il catalogo complessivo dei materiali ceramici e la bibliografia di riferimento, utilizzata e consultata per lo svolgimento del seguente lavoro di ricerca.
Il sito di Piani della Corona (Bagnara Calabra, RC) nel quadro del bronzo antico del basso Tirreno / Marino, Sara. - (2019 Feb 20).
Il sito di Piani della Corona (Bagnara Calabra, RC) nel quadro del bronzo antico del basso Tirreno
MARINO, SARA
20/02/2019
Abstract
Il presente studio è il risultato del progetto di ricerca della scrivente condotto presso la Scuola di Dottorato della Sapienza Università di Roma, durante il triennio 2015-2018. Lo stesso ha riguardato lo studio integrato del sito di Piani della Corona (Bagnara Calabra, RC), individuato durante attività di archeologia preventiva, in seguito ai lavori per la costruzione di una galleria autostradale, connessa all'ampliamento del tracciato SA-RC. Le indagini archeologiche sono state condotte a cavallo tra gli anni 2006 e 2008 dalla Soprintendenza Archeologia della Calabria dapprima attraverso una serie di ricognizioni territoriali e, successivamente, attraverso uno scavo stratigrafico in estensione in collaborazione con l'Ex Soprintendenza Speciale al Museo Preistorico Etnografico “L. Pigorini”. Topograficamente il sito si configura di importanza strategica, essendo un pianoro posto a 490 m s.l.m., da cui si domina la costa più meridionale della Calabria, lo Stretto di Messina, la cuspide settentrionale della Sicilia e le Isole Eolie. Il sito in oggetto si inserisce appieno nella problematica relativa alla scansione crono-tipologica del Bronzo antico calabrese, seppur incrementata dalle ricerche degli ultimi decenni, ancora in fase di compiuta delineazione; nonché dei suoi rapporti di contatto e scambio con le aree limitrofe soprattutto del basso Tirreno (Eolie, Stretto di Messina), con le quali sono stati variamente riconosciuti e attestati momenti e tratti di influenza e assimilazione. Il sito archeologico di Piani della Corona è attualmente l'unico della Calabria indagato in maniera estensiva, per il periodo in esame. Inoltre, è un caso abbastanza unico per lo studio e la determinazione sia delle dinamiche insediative, avendo restituito complesse e articolate strutture d'abitato; sia di quelle socio-economiche e “culturali”, per le quali l'altissima percentuale di ossidiana e alcune caratteristiche tipologiche dei reperti ceramici, attestano un articolato rapporto con la prospiciente area eoliana e siciliana. Lo studio, che verrà di seguito esposto, si è basato principalmente sulla ricostruzione stratigrafica e topografica del sito, suddiviso in due aree distinte di intervento (area S-F e area M), attraverso l’analisi e l’elaborazione dei dati di scavo e sullo studio dei materiali ceramici, distribuiti tra il Museo Preistorico Etnografico “L. Pigorini” di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e il deposito temporaneo di Taureana di Palmi (RC). Lo studio tipologico e funzionale della restante parte dei materiali archeologici, costituiti da un considerevole numero di industria litica in ossidiana, non è stato considerato all’interno del progetto di ricerca. I reperti sono stati però inseriti in un progetto più vasto di analisi archeometriche mediante tecnologia p-XRF portatile, in collaborazione con l’University of South Florida e verranno qui considerati unicamente in rapporto ai dati derivanti dall’analisi crono-tipologica della ceramica, per la definizione dei network attivi nel basso Tirreno durante il Bronzo antico. Il primo capitolo della tesi è dedicato alla descrizione topografica e stratigrafica del sito, con particolare attenzione per le strutture di abitato e per le evidenze funerarie. A seguire, nel capitolo 2, è stato sintetizzato il quadro crono-tipologico e lo stato delle ricerche in Calabria, Sicilia e Arcipelago Eoliano basato sulla letteratura archeologica a disposizione. Il terzo capitolo, poi, espone la tipologia dei materiali ceramici, correlata alle tavole tipologiche allegate nel secondo volume della tesi. Mentre, nel capitolo 4 verrà esposto l’inquadramento in cronologia relativa e assoluta interno al sito e in rapporto al basso Tirreno e alle aree contermini. Nell’Appendice 1 sono esposti i dati derivanti dalle analisi p-XRF sulle ossidiane, mentre nell’Appendice 2 le determinazioni paleobotaniche relative ai contesti stratigrafici datati col metodo del radiocarbonio. Concludono la tesi, il catalogo complessivo dei materiali ceramici e la bibliografia di riferimento, utilizzata e consultata per lo svolgimento del seguente lavoro di ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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