La Corte di giustizia Ce condanna l’Italia perche´ mantenendo una normativa che attribuisce ai dipendenti pubblici un diritto alla pensione di vecchiaia ad eta` diverse in ragione del sesso, e` venuta meno al principio di parita` retributiva fra i sessi ex art. 141 TCe. La Corte, richiamando un proprio orientamento consolidato, considera il regime pensionistico dall’Inpdap come professionale e non legale; infatti, le pensioni erogate dallo Stato, in qualita` di ex datore di lavoro, in quanto corrisposte in ragione del rapporto di lavoro concluso, sono considerate retribuzioni e rientrano nell’ambito di operativita` dell’art. 141 che vieta ogni discriminazione retributiva in base al sesso. La previsione di una tale eta` diversa non e` giustificata, secondo la Corte, dall’obiettivo di eliminare le discriminazioni che le donne vivono perche´ non compensa gli svantaggi che le donne incontrano nella vita professionale.Il Lavoro muove dal commento alla sentenza della Corte di Gistizia per riflettere sui diritti sociali in europa.
Il principio della parità retributiva nel lavoro pubblico / Angelini, Francesca Filomena. - In: GIORNALE DI DIRITTO AMMINISTRATIVO. - ISSN 1591-559X. - STAMPA. - N.7:(2009), pp. 719-730.
Il principio della parità retributiva nel lavoro pubblico
ANGELINI, Francesca Filomena
2009
Abstract
La Corte di giustizia Ce condanna l’Italia perche´ mantenendo una normativa che attribuisce ai dipendenti pubblici un diritto alla pensione di vecchiaia ad eta` diverse in ragione del sesso, e` venuta meno al principio di parita` retributiva fra i sessi ex art. 141 TCe. La Corte, richiamando un proprio orientamento consolidato, considera il regime pensionistico dall’Inpdap come professionale e non legale; infatti, le pensioni erogate dallo Stato, in qualita` di ex datore di lavoro, in quanto corrisposte in ragione del rapporto di lavoro concluso, sono considerate retribuzioni e rientrano nell’ambito di operativita` dell’art. 141 che vieta ogni discriminazione retributiva in base al sesso. La previsione di una tale eta` diversa non e` giustificata, secondo la Corte, dall’obiettivo di eliminare le discriminazioni che le donne vivono perche´ non compensa gli svantaggi che le donne incontrano nella vita professionale.Il Lavoro muove dal commento alla sentenza della Corte di Gistizia per riflettere sui diritti sociali in europa.File | Dimensione | Formato | |
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