At present time the international debate in the field of geopolitics is dominated by the critical approach developed by the American geographical school. However, its prevalent interest for American historical experiences and political affairs risk to reduce its merits since geographical knowledge proves to be of poor profit when referred to a single limited context. The paper does not discuss the theoretical approach of critical geopolitics, but it claims that its domination in international geopolitical literature, while promoting further speculative advancements in the field, spreads patterns and discourses which could be of little use to the study of any other context. Moreover, they are capable of causing in the long term outside the American scientific society instinctive reactions to that way of thinking. It comes then to a paradoxical outcome: a geographical discourse explicitly aimed at finding out unfair geographical representations produced and validated by political and economic hegemony ends up by perpetuating that same hegemony in the cultural field.

La critical geopolitics domina oggi il dibattito intellettuale internazionale in geopolitica. Il suo prevalente interesse per le esperienze storiche e le vicende politiche americane rischia però di ridurne il contributo, in quanto il valore del sapere geografico viene inevitabilmente limitato quando riferito ad un unico contesto (di riferimento). L’articolo non discute (critica) l’impostazione teorica della critical geopolitics, ma afferma che il suo dominio nella circolazione internazionale della produzione geopolitica, se da una lato contribuisce al suo progresso, dall’altro diffonde linguaggi e modelli che non solo risultano poco utili alla comprensione di altre realtà, ma che potrebbero anche, alla lunga, generare al di fuori degli Stati Uniti forme istintive di rigetto di quel pensiero. Si giunge dunque ad un risultato paradossale: una geografia esplicitamente intenzionata a “smascherare” le faziose rappresentazioni geografiche prodotte e legittimate dall’egemonia politico-economica finisce poi per perpetuare quella stessa egemonia in campo culturale.

Riflessioni su una geopolitica che non vorrebbe essere “al servizio dell’impero” / Boria, Edoardo. - In: BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA. - ISSN 1121-7820. - 4:(2003), pp. 879-884.

Riflessioni su una geopolitica che non vorrebbe essere “al servizio dell’impero”

BORIA, Edoardo
2003

Abstract

At present time the international debate in the field of geopolitics is dominated by the critical approach developed by the American geographical school. However, its prevalent interest for American historical experiences and political affairs risk to reduce its merits since geographical knowledge proves to be of poor profit when referred to a single limited context. The paper does not discuss the theoretical approach of critical geopolitics, but it claims that its domination in international geopolitical literature, while promoting further speculative advancements in the field, spreads patterns and discourses which could be of little use to the study of any other context. Moreover, they are capable of causing in the long term outside the American scientific society instinctive reactions to that way of thinking. It comes then to a paradoxical outcome: a geographical discourse explicitly aimed at finding out unfair geographical representations produced and validated by political and economic hegemony ends up by perpetuating that same hegemony in the cultural field.
2003
La critical geopolitics domina oggi il dibattito intellettuale internazionale in geopolitica. Il suo prevalente interesse per le esperienze storiche e le vicende politiche americane rischia però di ridurne il contributo, in quanto il valore del sapere geografico viene inevitabilmente limitato quando riferito ad un unico contesto (di riferimento). L’articolo non discute (critica) l’impostazione teorica della critical geopolitics, ma afferma che il suo dominio nella circolazione internazionale della produzione geopolitica, se da una lato contribuisce al suo progresso, dall’altro diffonde linguaggi e modelli che non solo risultano poco utili alla comprensione di altre realtà, ma che potrebbero anche, alla lunga, generare al di fuori degli Stati Uniti forme istintive di rigetto di quel pensiero. Si giunge dunque ad un risultato paradossale: una geografia esplicitamente intenzionata a “smascherare” le faziose rappresentazioni geografiche prodotte e legittimate dall’egemonia politico-economica finisce poi per perpetuare quella stessa egemonia in campo culturale.
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Riflessioni su una geopolitica che non vorrebbe essere “al servizio dell’impero” / Boria, Edoardo. - In: BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA. - ISSN 1121-7820. - 4:(2003), pp. 879-884.
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