Il lavoro analizza la ripartizione della spesa sociale per i servizi in Italia e in Europa e il rapporto con la povertà nel nostro paese. In Italia, lo strumento fiscale costituisce il principale criterio per l’adozione di politiche per la famiglia e per gli indigenti , ma c’è da chiedersi se tale strumento risponda effettivamente ai principi di equità redistributiva. E sorge il dubbio se non sia più efficiente perseguire la finalità perequativa tramite la spesa pubblica piuttosto che tramite la leva tributaria. Il sistema delle deduzioni, rispetto alle detrazioni, messa in vigore dall’Ire, anche se mitigato in parte dall’andamento decrescente rispetto all’aumento del reddito imponibile, porta inevitabilmente ad un abbassamento dell’imponibile e quindi dell’aliquota marginale. Tanto più elevato è l’imponibile, tanto maggiore sarà il vantaggio che deriva dalla deduzione, contrastando così in maniera più che evidente il principio della redistribuzione. Inoltre il reddito imponibile è individuale, non familiare, per cui i contribuenti percettori unici del reddito nell’ambito familiare potrebbero utilizzare deduzioni inferiori rispetto ad altri che dispongono di un reddito individuale più basso, ma familiare più alto, in quanto hanno l’altro coniuge percettore di reddito. In sostanza, pertanto, una riduzione selettiva delle imposte potrebbe essere un sistema meno oneroso e più efficace rispetto ad un trasferimento monetario per l’attuazione di interventi in abito sociale, in quanto non implica nuovi e complicati meccanismi burocratici e amministrativi : tutto ciò presuppone però un sistema tributario trasparente che consenta di individuare con chiarezza le categorie di reddito da sostenere realmente.
La dimensione soociale del bilancio pubblico italiano / Villani, Marianicola. - In: LA RIVISTA DI SERVIZIO SOCIALE. - ISSN 0035-6522. - 4:(2005), p. 93.
La dimensione soociale del bilancio pubblico italiano
VILLANI, Marianicola
2005
Abstract
Il lavoro analizza la ripartizione della spesa sociale per i servizi in Italia e in Europa e il rapporto con la povertà nel nostro paese. In Italia, lo strumento fiscale costituisce il principale criterio per l’adozione di politiche per la famiglia e per gli indigenti , ma c’è da chiedersi se tale strumento risponda effettivamente ai principi di equità redistributiva. E sorge il dubbio se non sia più efficiente perseguire la finalità perequativa tramite la spesa pubblica piuttosto che tramite la leva tributaria. Il sistema delle deduzioni, rispetto alle detrazioni, messa in vigore dall’Ire, anche se mitigato in parte dall’andamento decrescente rispetto all’aumento del reddito imponibile, porta inevitabilmente ad un abbassamento dell’imponibile e quindi dell’aliquota marginale. Tanto più elevato è l’imponibile, tanto maggiore sarà il vantaggio che deriva dalla deduzione, contrastando così in maniera più che evidente il principio della redistribuzione. Inoltre il reddito imponibile è individuale, non familiare, per cui i contribuenti percettori unici del reddito nell’ambito familiare potrebbero utilizzare deduzioni inferiori rispetto ad altri che dispongono di un reddito individuale più basso, ma familiare più alto, in quanto hanno l’altro coniuge percettore di reddito. In sostanza, pertanto, una riduzione selettiva delle imposte potrebbe essere un sistema meno oneroso e più efficace rispetto ad un trasferimento monetario per l’attuazione di interventi in abito sociale, in quanto non implica nuovi e complicati meccanismi burocratici e amministrativi : tutto ciò presuppone però un sistema tributario trasparente che consenta di individuare con chiarezza le categorie di reddito da sostenere realmente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.