Autrice di romanzi e racconti, giornalista, redattrice radiofonica, traduttrice, Fausta Cialente (1898- 1994) attraversa il Novecento italiano con una lunga e singolare presenza, particolarmente incisiva sul piano dell'impegno civile e degli esiti letterari. La specificità del suo percorso biografico e della sua scrittura è determinata in massima parte dalla lunga permanenza ad Alessandria d'Egitto, dove l'autrice risiede dal 1921 al 1946. La ricostruzione letteraria della città nei suoi contesti pubblici e privati rappresenta il nucleo tematico di buona parte della narrativa cialentiana, culminando nei due grandi romanzi Cortile a Cleopatra (1936) e Ballata levantina (1961). Il ritratto della borghesia levantina negli anni del primo dopoguerra coincide con la costruzione cronotopica di una precisa coordinata storico-geografica in cui tutti i rapporti sono falsati dagli squilibri introdotti dal potere coloniale e in cui viene annullato ogni tentativo di definire la rappresentazione spaziale delle identità. Nei due romanzi di ambientazione alessandrina spazio della cultura narrante e spazio del diverso si sovrappongono in una geografia dell'esilio e della mancanza che tematizza lo smarrimento dell'individuo di fronte alla Storia, si interrogano nella scrittura di un'autrice che offre proprio nelle percezioni spaziali il senso più autentico della sua esperienza umana e artistica.
«Dove gli occhi non incontrano, lontano, se non il grigio profilo dei dattolieri». Poetica e costruzione spaziale nei romanzi levantini di Fausta Cialente / Rubini, Francesca. - (2018), pp. 149-154. (Intervento presentato al convegno Geocritica e geopoetica nella letteratura italiana del Novecento tenutosi a Ohrid).
«Dove gli occhi non incontrano, lontano, se non il grigio profilo dei dattolieri». Poetica e costruzione spaziale nei romanzi levantini di Fausta Cialente
Francesca Rubini
2018
Abstract
Autrice di romanzi e racconti, giornalista, redattrice radiofonica, traduttrice, Fausta Cialente (1898- 1994) attraversa il Novecento italiano con una lunga e singolare presenza, particolarmente incisiva sul piano dell'impegno civile e degli esiti letterari. La specificità del suo percorso biografico e della sua scrittura è determinata in massima parte dalla lunga permanenza ad Alessandria d'Egitto, dove l'autrice risiede dal 1921 al 1946. La ricostruzione letteraria della città nei suoi contesti pubblici e privati rappresenta il nucleo tematico di buona parte della narrativa cialentiana, culminando nei due grandi romanzi Cortile a Cleopatra (1936) e Ballata levantina (1961). Il ritratto della borghesia levantina negli anni del primo dopoguerra coincide con la costruzione cronotopica di una precisa coordinata storico-geografica in cui tutti i rapporti sono falsati dagli squilibri introdotti dal potere coloniale e in cui viene annullato ogni tentativo di definire la rappresentazione spaziale delle identità. Nei due romanzi di ambientazione alessandrina spazio della cultura narrante e spazio del diverso si sovrappongono in una geografia dell'esilio e della mancanza che tematizza lo smarrimento dell'individuo di fronte alla Storia, si interrogano nella scrittura di un'autrice che offre proprio nelle percezioni spaziali il senso più autentico della sua esperienza umana e artistica.File | Dimensione | Formato | |
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