In questi ultimi anni, per via della crisi economica che le nostre città sono costrette ad affrontare, siamo stati spettatori di un ingente taglio all'offerta di servizi e di risposte che hanno puntato all'efficientamento della gestione con centralizzazione e privatizzazione di questi. Il conseguente impoverimento delle funzioni urbane ha come effetto immediatamente visibile l'abbandono e il degrado, oltre la perdita del ruolo di collante sociale della città. Tutto ciò, oltre a mettere in discussione i fondamenti dell'economia del nostro secolo e cercare un nuovo equilibrio che consenta una produzione sostenibile basata sulla rigenerazione e il riuso, costringe a rivalutare il ruolo della città nella gestione pubblica del bene comune. L'economia circolare tenta di dare una risposta tramite la promozione di una crescita responsabile che possa garantire una ridistribuzione equa delle risorse e una più ampia accessibilità ai servizi. In questo scenario nascono nuovi meccanismi creativi che cercano di costruire nuove strade per dare risposta ai problemi della città contemporanea. Tra questi le esperienze di orti urbani possono essere lette come una traduzione dei principi sovraesposti. Gli orti sono infatti luoghi condivisi di scambio e di contaminazione culturale, permettono un'ampia accessibilità, aumentano il senso di appartenenza e vedono in alcuni casi la nascita di microeconomie. In questo paper riportiamo una raccolta di esperienze di orti in Sicilia e un primo tentativo di classificazione. Lo scopo è quello di restituire un quadro dei punti di forza e debolezza e di immaginare i possibili scenari futuri.
Autoproduzione di servizi: risposte spontanee alla città contemporanea / Sara, Altamore; Pavone, Venera. - (2017), pp. 319-323. (Intervento presentato al convegno XIX CONFERENZA NAZIONALE SIU 2016 tenutosi a Catania).
Autoproduzione di servizi: risposte spontanee alla città contemporanea
Venera Pavone
2017
Abstract
In questi ultimi anni, per via della crisi economica che le nostre città sono costrette ad affrontare, siamo stati spettatori di un ingente taglio all'offerta di servizi e di risposte che hanno puntato all'efficientamento della gestione con centralizzazione e privatizzazione di questi. Il conseguente impoverimento delle funzioni urbane ha come effetto immediatamente visibile l'abbandono e il degrado, oltre la perdita del ruolo di collante sociale della città. Tutto ciò, oltre a mettere in discussione i fondamenti dell'economia del nostro secolo e cercare un nuovo equilibrio che consenta una produzione sostenibile basata sulla rigenerazione e il riuso, costringe a rivalutare il ruolo della città nella gestione pubblica del bene comune. L'economia circolare tenta di dare una risposta tramite la promozione di una crescita responsabile che possa garantire una ridistribuzione equa delle risorse e una più ampia accessibilità ai servizi. In questo scenario nascono nuovi meccanismi creativi che cercano di costruire nuove strade per dare risposta ai problemi della città contemporanea. Tra questi le esperienze di orti urbani possono essere lette come una traduzione dei principi sovraesposti. Gli orti sono infatti luoghi condivisi di scambio e di contaminazione culturale, permettono un'ampia accessibilità, aumentano il senso di appartenenza e vedono in alcuni casi la nascita di microeconomie. In questo paper riportiamo una raccolta di esperienze di orti in Sicilia e un primo tentativo di classificazione. Lo scopo è quello di restituire un quadro dei punti di forza e debolezza e di immaginare i possibili scenari futuri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.