Da anni la nozione di “crisi” del maschile è oggetto di dibattito nel discorso comune e nella ricerca scientifica. Insieme agli studiosi che ne negano l’esistenza (Connell 1996; Beynon 2002), c’è chi la considera un fenomeno temporaneo e ciclico (Tosh 1996; Roberts 2014), chi la interpreta come uno stato permanente (Morgan 1997), ma anche chi le dà credibilità come specchio delle crisi e delle trasformazioni complessive della società (Spallacci 2012). Tale nozione è stata “veicolata ed elaborata soprattutto dal sistema dei media” (Spallacci 2012: 45): oltre alla “psicologia spicciola delle pubblicazioni a grande tiratura” divenute talvolta dei “bestseller” (Connell, 1996: 7), è sintomatico il successo dei periodici maschili con la divulgazione di articoli dedicati alla salute, la sessualità e la cura del corpo dell’uomo (Boni 2004). Da citare sono poi i numerosi “dibattiti televisivi” sul tema (Connell, 1996: 7) e il cinema che ha proposto modelli lontani dalla maschilità egemonica, come la rappresentazione di uomini scanzonati, “belli e fragili”, incarnata tra gli altri dalla figura di Marcello Mastroianni (dell’Agnese, 2007: 17). Continuando con il cinema italiano, la “crisi” del maschile è rintracciabile anche nella rappresentazione di uomini “frustrati, insoddisfatti, […] belli, ma sessualmente incapaci” come quelli di Lizzani, e nel racconto delle ansie della paternità protagoniste in alcuni film di Nanni Moretti (dell’Agnese, 2007: 17-18). Tuttavia, lontano dai media dove il dibattito “si nutre e trova una notevole cassa di risonanza” (Boni 2004: 26), la “crisi” resta una nozione dai contorni poco chiari. Pur dando ragione a Piccone Stella che propone di accantonare il termine per parlare di “cambiamento” (Piccone Stella, 2000: 94), bisogna riconoscere l’esistenza di “un quadro di incertezze, ambivalenze, contraddizioni entro il quale cercare i necessari riferimenti identitari” (Bellassai, 2007: 243). In questo contesto, ruolo fondamentale è svolto dalle mobilitazioni al maschile (Vedovati 2007) che prendono il nome di “politiche della maschilità”, vale a dire “iniziative che gruppi organizzati maschili hanno intrapreso per rispondere alla crisi, comunque intesa” (Spallacci 2012: 153). La presente ricerca prende avvio dall’etnografia condotta presso due esperienze di politica della maschilità in Italia – denominate “Campo maschile” e “Maschile in gioco” – per indagare la natura della nozione di “crisi”. Vicini a due prospettive teoriche opposte – di matrice “essenzialista” la prima, di matrice “costruzionista” la seconda – i due gruppi di politica della maschilità costituiscono realtà fertili per rintracciare, attraverso la voce dei partecipanti, quei tratti della “crisi” radicati nella produzione discorsiva dei media. Il campione è costituito da 14 uomini (7 partecipanti del gruppo di “Campo maschile” e 7 di quello di “Maschile in gioco”) interrogati con la tecnica dell’intervista discorsiva (Cardano 2011). L’appartenenza degli uomini del campione a due gruppi “politici” con visioni opposte sull’identità maschile arricchisce ulteriormente la ricerca che, oltre a fare chiarezza su una nozione “mal definita ed elusiva” (Beynon 2002: 75), ha l’obiettivo di capire se e quali relazioni esistano tra la “crisi” percepita dagli uomini e la loro vicinanza a una determinata prospettiva teorica.

¿Qué tipo de "crisis" de la masculinidad? Una mirada a los hombres italianos entre los medios y las experiencias de política de la masculinidad / Giraudo, Gianluca. - (2019), pp. 523-527. (Intervento presentato al convegno IV Congreso Internacional de Género y Comunicación tenutosi a Siviglia; Spagna).

¿Qué tipo de "crisis" de la masculinidad? Una mirada a los hombres italianos entre los medios y las experiencias de política de la masculinidad

Giraudo Gianluca
2019

Abstract

Da anni la nozione di “crisi” del maschile è oggetto di dibattito nel discorso comune e nella ricerca scientifica. Insieme agli studiosi che ne negano l’esistenza (Connell 1996; Beynon 2002), c’è chi la considera un fenomeno temporaneo e ciclico (Tosh 1996; Roberts 2014), chi la interpreta come uno stato permanente (Morgan 1997), ma anche chi le dà credibilità come specchio delle crisi e delle trasformazioni complessive della società (Spallacci 2012). Tale nozione è stata “veicolata ed elaborata soprattutto dal sistema dei media” (Spallacci 2012: 45): oltre alla “psicologia spicciola delle pubblicazioni a grande tiratura” divenute talvolta dei “bestseller” (Connell, 1996: 7), è sintomatico il successo dei periodici maschili con la divulgazione di articoli dedicati alla salute, la sessualità e la cura del corpo dell’uomo (Boni 2004). Da citare sono poi i numerosi “dibattiti televisivi” sul tema (Connell, 1996: 7) e il cinema che ha proposto modelli lontani dalla maschilità egemonica, come la rappresentazione di uomini scanzonati, “belli e fragili”, incarnata tra gli altri dalla figura di Marcello Mastroianni (dell’Agnese, 2007: 17). Continuando con il cinema italiano, la “crisi” del maschile è rintracciabile anche nella rappresentazione di uomini “frustrati, insoddisfatti, […] belli, ma sessualmente incapaci” come quelli di Lizzani, e nel racconto delle ansie della paternità protagoniste in alcuni film di Nanni Moretti (dell’Agnese, 2007: 17-18). Tuttavia, lontano dai media dove il dibattito “si nutre e trova una notevole cassa di risonanza” (Boni 2004: 26), la “crisi” resta una nozione dai contorni poco chiari. Pur dando ragione a Piccone Stella che propone di accantonare il termine per parlare di “cambiamento” (Piccone Stella, 2000: 94), bisogna riconoscere l’esistenza di “un quadro di incertezze, ambivalenze, contraddizioni entro il quale cercare i necessari riferimenti identitari” (Bellassai, 2007: 243). In questo contesto, ruolo fondamentale è svolto dalle mobilitazioni al maschile (Vedovati 2007) che prendono il nome di “politiche della maschilità”, vale a dire “iniziative che gruppi organizzati maschili hanno intrapreso per rispondere alla crisi, comunque intesa” (Spallacci 2012: 153). La presente ricerca prende avvio dall’etnografia condotta presso due esperienze di politica della maschilità in Italia – denominate “Campo maschile” e “Maschile in gioco” – per indagare la natura della nozione di “crisi”. Vicini a due prospettive teoriche opposte – di matrice “essenzialista” la prima, di matrice “costruzionista” la seconda – i due gruppi di politica della maschilità costituiscono realtà fertili per rintracciare, attraverso la voce dei partecipanti, quei tratti della “crisi” radicati nella produzione discorsiva dei media. Il campione è costituito da 14 uomini (7 partecipanti del gruppo di “Campo maschile” e 7 di quello di “Maschile in gioco”) interrogati con la tecnica dell’intervista discorsiva (Cardano 2011). L’appartenenza degli uomini del campione a due gruppi “politici” con visioni opposte sull’identità maschile arricchisce ulteriormente la ricerca che, oltre a fare chiarezza su una nozione “mal definita ed elusiva” (Beynon 2002: 75), ha l’obiettivo di capire se e quali relazioni esistano tra la “crisi” percepita dagli uomini e la loro vicinanza a una determinata prospettiva teorica.
2019
IV Congreso Internacional de Género y Comunicación
Crisi del maschile; rappresentazione del maschile; politica della maschilità; associazionismo maschile; modelli di maschilità; essenzialismo; costruzionismo
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
¿Qué tipo de "crisis" de la masculinidad? Una mirada a los hombres italianos entre los medios y las experiencias de política de la masculinidad / Giraudo, Gianluca. - (2019), pp. 523-527. (Intervento presentato al convegno IV Congreso Internacional de Género y Comunicación tenutosi a Siviglia; Spagna).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1246719
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