Il fenomeno migratorio si presenta come un universo frammentato di provenienze e soggettività, oltre che come un elemento agente di cambiamento politico, sociale ed economico. A differenza di altri paesi europei, l’Italia si è recentemente trasformata in Paese di immigrazione, divenendo meta di un numero sempre più consistente di migranti. Il 2017 ha costituito un momento di svolta nella gestione della crisi migratoria, concludendosi con il numero di sbarchi più basso dal 2014, dovuto a iniziative politiche a livello nazionale ed europeo. Tuttavia, un diffuso approccio emergenziale, alimentato soprattutto dai mezzi di comunicazione, ha relegato il dibattito pubblico sul fenomeno al solo momento dell’arrivo, connotando le migrazioni come un fattore di insicurezza sociale. L’analisi della rappresentazione mediale dei migranti si rivela un punto di vista privilegiato per comprendere le tendenze in atto di quello che nel discorso politico e mediatico è stato a più riprese definito il “problema immigrazione”. A partire da questa definizione, e adottando una prospettiva interdisciplinare, il lavoro di ricerca analizza il “luogo” dove questi discorsi si incontrano con maggiore frequenza, ovvero i programmi televisivi di infotainment, un’arena mediale dove l’informazione è sottoposta a una continua spettacolarizzazione dei propri contenuti. Per comprendere l’incidenza degli elementi che contribuiscono alla costruzione/de-costruzione del tema migratorio presso l’opinione pubblica, il lavoro è stato suddiviso in due parti. La prima, teorica, propone una rassegna dei principali modelli che consentono di approfondire le definizioni e il contesto sociale in cui si realizza l’incontro con “lo straniero”. Approfondendo le dimensioni della cultura e dell’identità in relazione alla percezione di insicurezza sociale (capitolo I), successivamente è stato analizzato, attraverso dati provenienti da fonti secondarie, l’aspetto strettamente “numerico” delle migrazioni e proposto un focus legislativo, per valutare la distanza tra le percezioni più diffuse e la realtà del fenomeno (capitolo II). Il sistema mediale possiede una grande responsabilità nel veicolare le informazioni e influenzare il pubblico proprio perché, ponendosi tra la realtà e la rappresentazione, fornisce una chiave interpretativa delle notizie: indugiando per molti anni sugli aspetti più negativi e devianti, la comunicazione ha infatti proposto uno storytelling delle migrazioni ansiogeno, sia sulla carta stampata che nei telegiornali (capitolo III). Tra i mezzi di informazione, la televisione mantiene ancora il primo posto tra i consumi mediali degli italiani, presentando un palinsesto in cui l’attualità trova posto anche in quei programmi di infotainment, che assumono il format dell’approfondimento e del talk show, dove prevale la commistione tra informazione e spettacolo e in cui, spesso, a essere protagonista è la presenza politica in studio (capitolo IV). In che modo i programmi di infotainment contribuiscono ad alimentare il dibattito e la riflessione pubblica sul tema migratorio? A partire dalla domanda di ricerca, alla seconda parte di questo lavoro è stata applicata una metodologia (capitolo V) che ha permesso di individuare sette eventi particolarmente significativi per analizzare la rappresentazione mediale delle migrazioni, rilevandone i contenuti e i frame narrativi: al fine di condurre uno studio che tenesse in considerazione gli elementi propri delle trasmissioni, ma anche le linee editoriali delle reti di afferenza, la ricerca ha posto a confronto un canale appartenente al Servizio Pubblico, Rai 3, e uno commerciale, Rete 4 (capitolo VI). L’analisi ha consentito di valutare come si delinei questo tipo di approfondimento rispetto alle fonti di informazione tradizionali, tracciando possibili prospettive per una comunicazione delle migrazioni che possa interrogarsi anche sull’integrazione come uno dei nodi da sciogliere della contemporaneità.

Dall'evento alla rappresentazione. Il framing delle migrazioni nell’infotainment televisivo di Rai 3 e Rete 4 / Turano, DOMENICA NATASHA. - (2019 Feb 15).

Dall'evento alla rappresentazione. Il framing delle migrazioni nell’infotainment televisivo di Rai 3 e Rete 4

TURANO, DOMENICA NATASHA
15/02/2019

Abstract

Il fenomeno migratorio si presenta come un universo frammentato di provenienze e soggettività, oltre che come un elemento agente di cambiamento politico, sociale ed economico. A differenza di altri paesi europei, l’Italia si è recentemente trasformata in Paese di immigrazione, divenendo meta di un numero sempre più consistente di migranti. Il 2017 ha costituito un momento di svolta nella gestione della crisi migratoria, concludendosi con il numero di sbarchi più basso dal 2014, dovuto a iniziative politiche a livello nazionale ed europeo. Tuttavia, un diffuso approccio emergenziale, alimentato soprattutto dai mezzi di comunicazione, ha relegato il dibattito pubblico sul fenomeno al solo momento dell’arrivo, connotando le migrazioni come un fattore di insicurezza sociale. L’analisi della rappresentazione mediale dei migranti si rivela un punto di vista privilegiato per comprendere le tendenze in atto di quello che nel discorso politico e mediatico è stato a più riprese definito il “problema immigrazione”. A partire da questa definizione, e adottando una prospettiva interdisciplinare, il lavoro di ricerca analizza il “luogo” dove questi discorsi si incontrano con maggiore frequenza, ovvero i programmi televisivi di infotainment, un’arena mediale dove l’informazione è sottoposta a una continua spettacolarizzazione dei propri contenuti. Per comprendere l’incidenza degli elementi che contribuiscono alla costruzione/de-costruzione del tema migratorio presso l’opinione pubblica, il lavoro è stato suddiviso in due parti. La prima, teorica, propone una rassegna dei principali modelli che consentono di approfondire le definizioni e il contesto sociale in cui si realizza l’incontro con “lo straniero”. Approfondendo le dimensioni della cultura e dell’identità in relazione alla percezione di insicurezza sociale (capitolo I), successivamente è stato analizzato, attraverso dati provenienti da fonti secondarie, l’aspetto strettamente “numerico” delle migrazioni e proposto un focus legislativo, per valutare la distanza tra le percezioni più diffuse e la realtà del fenomeno (capitolo II). Il sistema mediale possiede una grande responsabilità nel veicolare le informazioni e influenzare il pubblico proprio perché, ponendosi tra la realtà e la rappresentazione, fornisce una chiave interpretativa delle notizie: indugiando per molti anni sugli aspetti più negativi e devianti, la comunicazione ha infatti proposto uno storytelling delle migrazioni ansiogeno, sia sulla carta stampata che nei telegiornali (capitolo III). Tra i mezzi di informazione, la televisione mantiene ancora il primo posto tra i consumi mediali degli italiani, presentando un palinsesto in cui l’attualità trova posto anche in quei programmi di infotainment, che assumono il format dell’approfondimento e del talk show, dove prevale la commistione tra informazione e spettacolo e in cui, spesso, a essere protagonista è la presenza politica in studio (capitolo IV). In che modo i programmi di infotainment contribuiscono ad alimentare il dibattito e la riflessione pubblica sul tema migratorio? A partire dalla domanda di ricerca, alla seconda parte di questo lavoro è stata applicata una metodologia (capitolo V) che ha permesso di individuare sette eventi particolarmente significativi per analizzare la rappresentazione mediale delle migrazioni, rilevandone i contenuti e i frame narrativi: al fine di condurre uno studio che tenesse in considerazione gli elementi propri delle trasmissioni, ma anche le linee editoriali delle reti di afferenza, la ricerca ha posto a confronto un canale appartenente al Servizio Pubblico, Rai 3, e uno commerciale, Rete 4 (capitolo VI). L’analisi ha consentito di valutare come si delinei questo tipo di approfondimento rispetto alle fonti di informazione tradizionali, tracciando possibili prospettive per una comunicazione delle migrazioni che possa interrogarsi anche sull’integrazione come uno dei nodi da sciogliere della contemporaneità.
15-feb-2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1245608
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