All’inizio degli anni Settanta, all’interno della comunità politologica, si cominciò ad avvertire l’esigenza di superare le modalità tradizionali di studio dei processi di affermazione della democrazia. Analizzare le cause esogene della democrazia e in senso relativamente statico evidentemente non bastava più. Bisognava adottare una prospettiva che non fosse solo funzionale, limitata all’individuazione delle correlazioni tra due fenomeni (per esempio, ilbenessere economico e la democrazia), ma che fosse prima di tutto genetica,capace di comprendere i rapporti di causalità endogeni ai regimi politici stessi. In poche parole, si avvertì la necessità di rispondere alle sfide dei tempi e di cambiare oggetto di studio, passando dal che cosa al come: dalla democrazia (oggetto statico) alla democratizzazione (oggetto dinamico). È proprio a questo punto che nacque e progressivamente si sviluppò un nuovo approccio analitico ai processi di transizione di regime e di democratizzazione,il quale avrebbe dominato la scienza politica – soprattutto quella americana – per quasi un trentennio (1970-2000). In questa sede lo chiameremo paradigma positivistico della democratizzazione.
Oltre l'evanescenza di un paradigma negato. Transitologia e consolidologia come positivismo della democratizzazione / Foliti, Claudio. - In: DEMOCRAZIA E DIRITTO. - ISSN 0416-9565. - 3(2017), pp. 159-181. [10.3280/DED2017-003008]
Oltre l'evanescenza di un paradigma negato. Transitologia e consolidologia come positivismo della democratizzazione
Foliti, Claudio
2017
Abstract
All’inizio degli anni Settanta, all’interno della comunità politologica, si cominciò ad avvertire l’esigenza di superare le modalità tradizionali di studio dei processi di affermazione della democrazia. Analizzare le cause esogene della democrazia e in senso relativamente statico evidentemente non bastava più. Bisognava adottare una prospettiva che non fosse solo funzionale, limitata all’individuazione delle correlazioni tra due fenomeni (per esempio, ilbenessere economico e la democrazia), ma che fosse prima di tutto genetica,capace di comprendere i rapporti di causalità endogeni ai regimi politici stessi. In poche parole, si avvertì la necessità di rispondere alle sfide dei tempi e di cambiare oggetto di studio, passando dal che cosa al come: dalla democrazia (oggetto statico) alla democratizzazione (oggetto dinamico). È proprio a questo punto che nacque e progressivamente si sviluppò un nuovo approccio analitico ai processi di transizione di regime e di democratizzazione,il quale avrebbe dominato la scienza politica – soprattutto quella americana – per quasi un trentennio (1970-2000). In questa sede lo chiameremo paradigma positivistico della democratizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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